InfoAut
Immagine di copertina per il post

Torino, cosa significa essere sfrattati dal palazzinaro Giorgio Molino

Dopo la prepotenza mafiosa con cui lo sfratto è stato eseguito, la violenza da parte del famoso “ras delle soffitte” continua.
I casi di persone sfrattate da Molino che hanno perso per sempre gran parte delle proprie cose sono tanti, ci sono diverse testimonianze anche da parte di alcuni occupanti dello Spazio Popolare Neruda; e nel caso qualcuno cerchi di recuperarle si trova davanti a ricatti, mobili spaccati, e parecchia roba persa. Qui di seguito riportiamo la testimonianza di uno dei membri del collettivo PrendoCasa che ha accompagnato Said nell’impresa del recupero mobili.

“L’appuntamento è il pomeriggio appena dopo pranzo, chi scrive oltre che membro del collettivo PrendoCasa è amico di Said, quindi tanti gli interrogativi e la speranza di ritrovare tutta la sua roba quanto più integra possibile dopo lo sfratto violento di qualche giorno prima.

Zero ufficiale giudiziario, zero possibilità di fare un inventario e delle foto alla propria roba, zero possibilità di sapere dove andassero. E da qui ripartiamo, perché se a detta degli “uomini” di Molino la roba di Said è stata portata presso un loro deposito (e domandiamoci quanta roba ha di altra gente per possedere uno o più depositi), non ci viene dato alcun indirizzo dove andare a recuperarla ma più un generico “vediamoci su Corso Principe Oddone nei pressi di una delle sedi delle agenzie di Molino”.

Arriviamo, telefoniamo all’incaricato che esce da solo e con un copione apparentemente già scritto (o forse è solo ripetizione di scene troppe volte vissute) saluta confessandosi addolorato per quanto avvenuto, “uno sfratto violento, è vero che non pagava da tanti mesi, però è vero anche che ha tre bambini piccoli, ma sappiate che sono dalla vostra parte”. Col vomito che sale gli diciamo di tagliare con i finti convenevoli e di voler prendere la roba per andarcene alla svelta. E qui si scopre subito il motivo della “lisciata di pelo” di poco fa. “Ho un modulo che vi chiederei di firmarmi in cui c’è scritto che il signore ha recuperato tutta la sua roba ed esonera la proprietà da tutte le responsabilità, senza il quale non vi possiamo dare la roba“. Qui il vomito si trasforma in rabbia perchè non solo la violenza, i danni ma anche i ricatti.

Se Said rivuole la sua roba deve firmare un modulo che esonera Molino da ogni responsabilità altrimenti il furgone con la sua roba non arriverà mai. Dopo minuti di tira e molla tra la nostra incazzatura e la sua faccia pulita riusciamo a convincerlo che quantomeno dovremmo vedere la roba per dire che c’è tutta.

Allora arriva il furgone che sempre in mezzo alla strada si accosta a noi e sul quale è caricata la roba di Said. Al primo colpo d’occhio per lui è chiaro che manca qualcosa: alcuni giochi dei bimbi, due biciclette, per non parlare di tutti i mobili spaccati. Gli operai sul furgone sono alcuni degli stessi che hanno eseguito lo sfratto e dicono di non avere più niente, allora noi chiediamo perchè siamo in mezzo alla strada e non al loro deposito a verificare cosa effettivamente c’è e anche questo ci viene negato. Ed allora nuovamente incazzatura, battibecchi, minacce di azioni legali (tanto che gli frega, è tutto pagato ed anche tutti pagati tanto da poter dormire sonni tranquilli).

Decidiamo di sentire il nostro avvocato che, fortunatamente, riesce a mettersi in contatto con suo corrispettivo e dopo più di un’ora in strada riusciamo a strappare la possibilità di scrivere un nuovo documento in cui si affermava unicamente che recuperavamo la roba che avremmo elencato, recuperare mobili sfondati non sapevamo che farne. Era un nostro diritto riprenderci ciò che ci apparteneva, ed anche questo per poterlo mantenere abbiamo dovuto strapparglielo dalle mani.

Ed allora via: furgoni in strada, mobili in terra che fanno avanti ed indietro tra le macchine che lente scorrono tra noi scriviamo la lista di ciò che si è salvato dai barbari, ovvero più o meno la metà di ciò che il furgone conteneva.

Tra un mobile e l’altro proviamo a strappare due chiacchiere tra lavoratori:

Perché fate questo lavoro?

Perché Molino ci paga!

Ma vi rendete conto di fare robe bruttissime? Se foste voi al posto di said?

Eh lo sappiamo, ma siamo dalla vostra parte! Credetemi!

No, non credo. Noi non buttiamo la gente in mezzo la strada per 50 euro la giornata.

… silenzio…

Quanti ne eseguite al mese?

In media sui 7, ma di questi a sorpresa di meno perchè la gente se ne va prima.

Certo, se gli sfondate tutto, non gli ridate la roba ed eseguite tutto illegalmente senza ufficiale giudiziario ed avvocato…

Eh ma è un 610! Sfratto a sorpresa! Mica può avere tutti questi diritti…

Inutile continuare. Tanto, sono già “dalla nostra parte”. Finiamo di caricare la roba ed andiamo via. Non meritano nemmeno la nostra stretta di mano di saluto.”

da prendocasa-torino

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Aska è di chi arriva. Chiedi del 47

In questo momento più del solito, ma non è un fenomeno specifico di questi giorni, sembra esserci una gara a mettere etichette su Aska e sulle persone che fanno parte di quella proposta organizzativa.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: “difendere l’Askatasuna per non far spegenere la scintilla di ribellione che Torino ha dentro”

“La grandissima manifestazione di risposta allo sgombero è stata la reazione di Torino che si è riversata nelle strade per difendere quella sua radice ribelle che non si vuole che venga cancellata.”

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sgombero Askatasuna. Giorgio Rossetto: “Rispondere logorando l’avversario come in Val Susa”

Bisogna accettare i terreni anche quando non si sono scelti, il terreno del conflitto, della lotta, a volte anche dello scontro e l’esercizio della forza da parte dei movimenti

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Nasce il Presidio Permanente per la Tutela e il Rilancio della Sanità Lametina

Negli ultimi anni le criticità del sistema sanitario calabrese – e in particolare dell’area lametina – hanno raggiunto livelli non più tollerabili per una comunità che ha pieno diritto a servizi efficienti, sicuri e dignitosi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Emergenza sanità in Calabria: serve una reazione decisa e collettiva!

La tragica notizia del cinquantasettenne morto a Lamezia mentre attendeva l’arrivo di un’ambulanza impone una reazione decisa e collettiva.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quando il popolo si organizza, il sistema vacilla

L’ultimo periodo di lotte ha mostrato che il potere trema solo quando il popolo smette di obbedire.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

E’ ancora il momento di bloccare tutto!

Il 28 novembre sarà sciopero generale, coordiniamoci in tutte le città, in tutte le provincie, in tutti i paesi per bloccare ancora una volta in maniera effettiva tutto il territorio nazionale.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: Askatasuna ‘bene comune’, iniziati i lavori di riqualificazione

Entra nel vivo la trasformazione dello storico centro sociale Askatasuna di corso Regina Margherita 47 a Torino, occupato 29 anni fa e da allora perennemente sotto minaccia di sgombero, in bene comune.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“Una legge di bilancio di matrice classista” quella del governo Meloni. L’analisi del Professor Alessandro Volpi

Si accende il dibattito rispetto alla iniqua manovra del governo, in particolare su fisco e pensioni.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“Piano Casa”: il governo Meloni di fronte alla crisi abitativa strutturale

In questi giorni il governo Meloni sta discutendo del “Piano Casa”. Creazione dell’Autorità per l’Esecuzione degli Sfratti, abbreviate le procedure e le tempistiche: tutto sembra aggravare una situazione di crisi abitativa già critica.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Una poltrona per due” e il Natale violento del capitale

Perché ogni anno, Una poltrona per due (Trading Places, 1983), di John Landis, viene puntualmente trasmesso dalla televisione italiana in occasione della vigilia di Natale?

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Perde un occhio per un lacrimogeno sparato ad altezza persona: la battaglia di “Lince”

La sera dello scorso 2 ottobre un’attivista di 33 anni ha perso un occhio a causa di un lacrimogeno lanciato ad altezza d’uomo dalle forze dell’ordine.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Combattere la macchina genocidiaria!

Ripensare il due, la divisione, la rivoluzione

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Viva Askatasuna! Torino e la deindustrializzazione

Una volta chiamavano Torino la città dell’automobile.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sanzioni per lo sciopero generale del 3 ottobre: il governo Meloni prova a vendicarsi

La Commissione di Garanzia sulla legge 146 ha emesso la sua prima sentenza contro gli scioperi dello scorso autunno, facendo partire una prima pesante raffica di sanzioni contro l’agitazione che è stata proclamata senza rispettare i termini di preavviso a causa dell’attacco che stava subendo la Flotilla.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Allevatori ed agricoltori di nuovo in protesta in Belgio e Francia.

Di seguito ripotiamo due articoli che analizzano le proteste degli agricoltori che in questi giorni sono tornate ad attraversare la Francia ed il Belgio.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La violenza che non fa notizia

La violenza dello Stato: sgomberi, gas CS, idranti ad altezza persona e una narrazione mediatica che assolve chi colpisce e criminalizza chi resiste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ha vinto Kast e il Cile si aggiunge all’ondata di ultradestra

È il primo pinochetista a giungere a La Moneda in democrazia.