InfoAut
Immagine di copertina per il post

9 maggio 2011, Tunisi: un racconto in prima persona

E’ un’emozione essere di nuovo a Tunisi dopo circa 8 anni dall’ultima volta.
Ieri mattina finalmente ci hanno lasciato scendere dalla nave. Eravamo arrivati la notte prima da Palermo ma a causa dei disordini degli ultimi giorni le forze dell’ordine avevano imposto il coprifuoco e così ci hanno negato l’autorizzazione a lasciare la nave.
Al mattino, finalmente, ci hanno dato il permesso. Sul taxi che dalla Goulette mi ha portato fino a Bab-al-frans, mi hanno spiegato che i disordini erano dovuti al fatto che l’attuale governo di transizione sembra ancora agire come ai tempi di Ben Ali  e  non c’è  ancora giustizia visto che ad esempio il fratello di Ben Ali è stato recentemente condannato solo a due anni di prigione nonostante tutti i reati commessi.
Passando in taxi attraverso le vie quasi vuote e apparentemente tranquille della domenica mattina,  ho avuto come l’impressione di non essere stata lontano per tanti anni. Poi noto subito una novità: i mezzi dei militari, circondati dal filo spinato su avenue Bourghiba. Il tassista mi spiega che i Tunisini amano i loro soldati, del resto, grazie alla loro imparzialità  si è evitato un eccessivo spargimento di sangue durante la rivoluzione di Gennaio. Poi finiamo a parlare di quella che lui chiama “LampeTunis” e visto che gli ho detto che ero stata là per un mese e mezzo mi chiede informazioni su la situazione là.
Per le vie della Casba, c’ è un’altra novità: i muri sono pieni di graffiti che  raccontano la voglia di libertà del popolo Tunisino.
Vado in un Ostello dove ero già’ stata in passato e dopo essermi sistemata, chiamo un mio vecchio amico che mi raggiunge dopo un po’.
Brahim mi raggiunge e andiamo a fare un giro e mi racconta quello che è successo negli ultimi mesi. Gli brillano gli occhi di orgoglio mentre mi dice di come dopo essere stati per anni erano una minoranza illegale, improvvisamente erano diventati maggioranza e sono scesi tutti in strada per realizzare insieme quello che avevano sognato in segreto da tempo. E improvvisamente lo stesso inno nazionale che anche Ben Ali cantava, cantato dal popolo in rivolta, ha assunto un significato nuovo e più’ profondo. Ed è forte la consapevolezza e l’orgoglio per aver contribuito a far partire un’ondata di coraggio che ha poi coinvolto tutto il mondo arabo.  
Ci fermiamo in un caffè su avenue Bourghiba con alcuni amici di Brahim. Una ragazza mi racconta come la notte prima sembrava di stare in un film di azione con i poliziotti in balaclava che entravano nelle case per arrestare molti giovani tunisini.
Nel frattempo, poco lontano si affollano qualche centinaio di giovani. Dopo un po’ iniziano a fischiare e a scappare. Un cameriere ci da i nostri caffè in bicchieri di carta, porta dentro le sedie e chiude i parasole e le porte per paura delle bombe lacrimogene mentre noi andiamo via. Ma stavolta la polizia non arriva e la folla si disperde senza violenza.
Continuiamo il nostro giro. Brahim mi dice che non vede più’ bene dall’occhio sinistro a causa delle bombe lacrimogene. Mi porta alla sede dell’Unione Generale dei Lavoratori Tunisini (UGTT), il sindacato principale che per decenni, da quando si è distaccato dal partito di Ben Ali, era stato “l’unico respiro di democrazia” concesso alla Tunisia.
Brahim cerca di spiegarmi come dopo la rivoluzione sono emerse innumerevoli idee nuove. Infatti adesso ci sono circa 70 piccoli partiti che cercano di organizzarsi in vista delle prossime elezioni per eleggere l’assemblea costituente che riscriverà la costituzione Tunisina.

Stamattina vagando da sola  per le vie della Casba, ho fatto amicizia con una ragazzina di 14 anni. Mi racconta che suo fratello di 17 anni  è andato da un mese in Italia. Adesso è in Svizzera ma non ha ancora un lavoro.
Dopo pranzo vado a dare un’occhiata su avenue Bourghiba, perché mi avevano detto che avevano chiuso molti negozi a causa dei disordini. Dopo poche decine di metri inizio a notare una presenza massiccia di poliziotti soprattutto in borghese, con il volto completamente coperto, armati di manganelli e con qualche bomba lacrimogena appese alla cintura. Molti giovani tunisini che passano nelle vicinanze vengono perquisiti e devono far vedere i documenti, apparentemente a caso.
Ci sono molti furgoni della polizia e assisto a qualche arresto. Sembra che ci siano già parecchi giovani dentro i furgoni anche se non riesco a vedere molto bene attraverso le reti di protezione davanti ai finestrini. Non mi sono avvicinata molto anche perché non appena scatto qualche foto, da uno dei mezzi delle forze dell’ordine scende un uomo dal viso coperto con un manganello in mano che mi intima di cancellare la foto. Io gli chiedo qual è il problema visto che non si vede nient’altro che il furgone e non certo la sua faccia e alla fine mi lascia andare senza impormi di cancellare nessuna immagine. Dopo aver letto della violenza con cui hanno trattato i membri della stampa in passato, penso che sia meglio cercare di non calcare troppo la mano, soprattutto fin quanto non ho ben chiaro come muovermi e vado in giro da sola.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Liberation without bordertunisia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato dei combattenti italiani Ypg sulla situazione in Siria

Ripubblichiamo l’appello dei combattenti italiani Ypg uscito in questi giorni sulla situazione in Siria

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele e Turchia premono sulla Siria del Sud-Ovest e del Nord-Est

In queste giornate di repentini cambiamenti vogliamo fare il punto con Eliana Riva, caporedattrice del giornale di informazione Pagine Esteri, rispetto a due elementi di particolare pressione sul territorio siriano, ossia Israele da un lato e la Turchia dall’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kobane pronta a resistere all’imminente invasione guidata dalla Turchia

Le Forze Democratiche Siriane (SDF), martedì, hanno lanciato un duro monito contro l’imminente invasione di Kobane da parte della Turchia. Sottolineando la storica resistenza della città, le SDF hanno giurato di difenderla insieme al suo popolo, facendo appello alla solidarietà internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la Turchia ammassa le truppe al confine e bombarda Kobane

Siria. La Turchia continua ad ammassare truppe al confine per invadere con le sue milizie jihadiste la città di Kobane, simbolo della lotta anti-Isis e della rivoluzione confederale del nord-est siriano. Da questo martedì 17 dicembre in corso anche bombardamenti di artiglieria sulla città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la sfida di una ricostruzione indipendente dagli interessi imperialisti

Abbiamo posto alcune questioni a Yussef Boussoumah, co-fondatore del Partito degli Indigeni della Repubblica insieme a Houria Bouteldja e ora voce importante all’interno del media di informazione indipendente Parole d’Honneur a partire dalla caduta del regime di Bachar Al Assad in Siria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La fine di Assad e l’inizio del califfato all’ombra di Ankara scompongono il mosaico siriano

La repentina caduta del regime alauita degli Assad riporta alla luce le fratture della Siria postcoloniale, frutto malsano dell’accordo Sykes Picot del 1916 fra Francia e Gran Bretagna, che ha diviso in modo arbitrario i territori che appartenevano all’impero ottomano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA minacciano la Siria: via le sanzioni solo se Damasco abbandonerà Teheran

Caduta Aleppo, si combatte intorno a Hama. Ieri migliaia di miliziani di Ha’yat Tahrir al Sham (Hts) e di altre formazioni jihadiste appoggiate dalla Turchia hanno ripreso ad avanzare verso la città un tempo roccaforte dell’islamismo sunnita. Incontrano la resistenza delle forze governative che sembrano aver in parte ricompattato i ranghi dopo il crollo ad […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Oltre 800 banche europee investono 371 miliardi di euro in aziende che sostengono gli insediamenti illegali in Cisgiordania

La Coalizione Don’t Buy Into Occupation nomina 58 aziende e 822 istituti finanziari europei complici dell’illegale impresa di insediamenti colonici di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: jihadisti filo-turchi entrano ad Aleppo. Attacata anche la regione curda di Shehba

In Siria a partire dal 27 novembre, milizie jihadiste legate alla Turchia hanno lanciato un’offensiva dalla regione di Idlib e raggiungendo i quartieri occidentali di Aleppo. Come sottolinea ai nostri microfoni Jacopo Bindi, dell’Accademia della Modernità Democratica, l’Esercito nazionale siriano, responsabile di attacchi nella regione di Shehba, è strettamente legato ad Ankara. Questo gruppo, che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Una fragile (sanguinosa) tregua

Alle 10 di questa [ieri] mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia: la repressione si abbatte sul dissenso al governo

In Tunisia si stringono le maglie della repressione contro il dissenso interno. A termine di un’interrogatorio durato tutta la notte, all’alba di giovedì 20 aprile è stato convalidato l’arresto del leader storico del partito islamico tunisino Ennahdha, Rached Ghannouchi e all’opposizione del governo di Saied.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia: proseguono le proteste contro le politiche del presidente e per avere verità per i morti di Zarzis

Nel mirino in particolare l’accordo con l’Fmi, che prevede fondi per tagliare il debito statale a fronte degli ennesimi sacrifici per le classi più popolari.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Guerra in Ucraina, crisi alimentare in Libano e Tunisia

Diversi paesi del Nordafrica importano materie prime, in particolar modo cereali, dall’Ucraina. Una situazione dovuta, in parte, alla scelta di puntare sulle monoculture, a scopo di esportazioni. La guerra in Ucraina, quindi, ha determinato una crisi alimentare in questa regione, l’aumento dei prezzi di beni di prima necessità che ha ulteriormente acuito le differenze sociali. […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia: rimpasto istituzionale o colpo di Stato?

di Karim Metref da La Bottega del Barbieri La Tunisia, il più piccolo Paese del Nord Africa, attraversa un momento cruciale. La pandemia sta compiendo una vera e propria strage. La povertà spinge migliaia di giovani a tentare la fuga tramite le micidiali rotte del Mediterraneo centrale. Ci sono proteste e violenze per le strade. La […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

TUNISIA. PARLAMENTO DIMISSIONATO DAL PRESIDENTE SAIED. ESERCITO NELLE STRADE

Momenti di tensione stamani davanti all’ingresso del Parlamento, la cui sicurezza è affidata da questa notte all’esercito dopo che il presidente tunisino Kais Saied ha dimissionato il governo sospendendo il parlamento per 30 giorni, revocare l’immunità ai deputati e licenziare il premier Hichem Mechichi. Si sono formati due gruppi contrapposti, da un lato i sostenitori […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Da Gibuti alla Tunisia. Basi ed esercitazioni di guerra

Gibuti, un’enclave desertica tra Eritrea, Etiopia e Somalia, 23.000 Kmq di superficie e 900mila abitanti ma con una posizione geostrategica tra le più importanti al mondo, proprio di fronte lo Stretto Bab El Mandeb che separa il Mar Rosso dal Golfo di Aden, principale rotta commerciale marittima e petrolifera tra l’Asia e l’Europa. È in […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

8 MARZO. In Tunisia il femminismo di Stato ha fallito, le donne vogliono di più

Femministe in prima fila nelle manifestazioni: chiedono giustizia sociale, lotta alla corruzione, l’applicazione delle riforme rimaste sulla carta. E avanza #EnaZeda, il #Metoo tunisino, “che ha rotto un tabù importante”, ci spiega la docente Renata Pepicelli di Melissa Aglietti Roma, 8 marzo 2021, Nena News – Le donne tunisine tornano in piazza, affamate di diritti e di libertà. […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Che significa Rivoluzione? Ritorno al gennaio tunisino

Dicembre e gennaio sono storicamente mesi di mobilitazioni in Tunisia. Ricordiamo le proteste del dicembre 1983, nate nel sud del Paese e poi diffusasi nelle regioni del nord e centro-ovest, che si ribellarono all’aumento del prezzo del pane e in poche settimane forzarono Bourguiba1 al ripristino dei prezzi iniziali. E ancora, il gennaio 2008 che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Tunisia resiste.

Le rivolte continuano: 600 arresti in tutto il paese, manifestazioni contro il governo e la richiesta di rilascio degli arrestati attaccati dalla polizia nella capitale e nella città di Sousse.  Nella notte tra il 17 e il 18 gennaio i disordini continuano e si moltiplicano in tutto il paese, dal nord (Bizerte, Tunisi, Sousse) all’ovest […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia: la rabbia popolare esplode a dieci anni dalla rivoluzione

In concomitanza con il decennale della rivoluzione che ha portato alla cacciata di Ben Ali il popolo tunisino torna in piazza tra vecchie questioni insolute e nuove drammatiche necessità. Sabato scorso l’ormai tradizionale decennale della Rivoluzione ha assunto un nuovo significato, dando l’innesco a quattro giornate di scontri che si sono diffusi in tutta la […]