Allarme rosso a Bogotà. 7 morti durante gli scontri con la polizia
Riprendiamo questo articolo su quanto sta succedendo in Colombia, sull’ennesimo episodio di violenza poliziesca e governativa nel contesto della pandemia che, in questo caso, ha generato una rivolta di massa. Secondo i media il bilancio dei morti negli scontri è ancora cresciuto: ad oggi sarebbero tredici i manifestanti uccisi dalle forze dell’ordine.
Nella notte tra martedí e mercoledí 9 settembre la polizia metropolitana di Bogotà ferma l’avvocato Javier Ordoñez nel quartiere di Engativá per una presunta lite. Alcuni passanti riprendono la scena in cui si vedono gli agenti immobilizzare a terra Ordoñez e rifilargli almeno 10 scosse elettriche mentre questi riesce a malapena a dire “sto soffocando”.
Le persone che assistono alla scena chiedono disperatamente ai poliziotti di fermarsi “perché continuate ad aggredirlo se vi ha giá chiesto di smetterla per favore?”. Ordoñez viene portato presso uno dei Cai del quartiere, i Centri di Attenzione Immediata della polizia colombiana situati in punti strategici della cittá. Qualche ora più tardi, all’alba di mercoledí 9 settembre, Ordoñez muore dopo essere stato ricoverato in una clínica della zona. Il video diventa virale su internet. L’indignazione si scatena in tutto il paese ma soprattutto nella capitale che é stata lo scenario della violenza poliziesca.
Vengono indette manifestazioni e cacerolazos a Bogotá e in altre cittá colombiane per protestare conto l’ennesimo atto di repressione commesso dalle autorità. Non si tratta infatti di un caso isolato ma questa volta gli abusi di potere sono stati resi palesi dalla presenza del video e dal fatto che la violenza, che generalmente colpisce le fasce più marginali della popolazione e rimane impunita, questa volta si sia verificata in un quartiere residenziale della capitale.
Nella giornata di mercoledì 9 settembre gli abitanti di Bogotá sono scesi in strada bloccando la viabilitá e attaccando i Cai in diversi punti della zona urbana. Gli attivisti denunciano che la corrente elettrica è stata interrotta in diversi quartieri e la polizia ha sparato nel buio uccidendo diversi manifestanti. Si contano almeno 5 vittime civili tra cui Julith, studentessa di psicología di 18 anni morta per un proiettile diretto al cuore, Germán, rider di 20 anni a cui hanno sparato in faccia e Jaider, un minorenne che ha ricevuto 4 colpi d’arma da fuoco. Il bilancio é ancora parziale a cui si aggiunge la morte di un agente di polizia confermata dalle istituzioni colombiane.
Al termine della della giornata di scontri si contano 26 proteste sorte in diversi punti della capitale, 17 Cai bruciati, 50 veicoli danneggiati tra cui diverse pattuglie della polizia, decine di feriti e almeno 40 arresti. Una mobilitazione cosi radicale a Bogotà non si vedeva dallo scorso novembre quando centinaia di migliaia di persone marciarono contro il governo di Duque e anche in quel caso la repressione militare e delle forze speciali di polizia dell’Esmad avevano risposto con violenza uccidendo il giovane Dylan Cruz con un proiettile bean bag sparatogli alla testa, lo stesso tipo di cartucce che sono state rinvenute sui luoghi degli scontri di ieri notte.
Il ministro della Difesa Carlos Holmes Trujillo ha annunciato che gli agenti responsabili del fermo di Ordoñez verranno temporalmente sospesi e che la polizia ha messo in marcia i propri protocolli di investigazione interna. Trujillo ha anche annunciato rinforzi da mandare nella capitale tra cui 1800 poliziotti e 300 soldati invitando a non stigamtizzare tutto il corpo di polizia per l’errore comesso da pochi agenti. Gli attivisti e le attiviste colombiane stanno divulgando un “allarme rosso” per la militarizzazione e la repressione che potrebbe dispiegarsi nelle prossime ore mentre alcune organizzazioni chiamano a una nuova mobilitazione nazionale e sulle reti sociali si diffondono gli hastag contro gli abusi della polizia.
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