Argentina: Centinaia di migliaia di manifestanti hanno rifiutato a Plaza de Mayo l’accordo con il FMI
Questo martedì 8 febbraio, organizzazioni sociali, sindacali, studentesche, dei Diritti Umani e partiti di sinistra hanno marciato con la parola d’ordine “No al patto del governo con il FMI!”.
Nella Città di Buenos Aires a partire dalle 17.00, all’Obelisco, c’è stata una radio aperta e dopo, alle 18.00, un’affollata marcia fino a Plaza de Mayo.
All’Obelisco, di fronte alla folla hanno parlato come referenti dell’Autoconvocazione per la Sospensione del Pagamento del Debito, Beverly Keene, per Economisti di Sinistra, Julio Gambina ed Eduardo Lucita, Claudia Baigorria, della direzione della CTA-Autonoma (tra il pubblico c’era il segretario generale dell’ATE, “Cachorro” Godoy), il dirigente dell’OLP-Resistir y Luchar, Roberto Perdía, un rappresentante del Coordinamento per il Cambiamento Sociale e referente della FOB, un rappresentante del PRML, Mónica, referente di Barrios de Pie e altri oratori.
La marcia è stata così massiccia che quando Plaza de Mayo era già strapiena, per la Diagonal Norte c’erano colonne che non potevano avanzare, mentre la testa lottava per entrare nella Piazza, l’ultima colonna ancora doveva partire dall’Obelisco. Lo stesso è avvenuto nell’Avenida de Mayo e la Diagonal Sur.
Alla testa della mobilitazione che ha marciato a Plaza de Mayo e nel palco in cui c’è stata la chiusura erano presenti gli economisti Claudio Katz, Eduardo Lucita, la economista Beberly Keene della coalizione “Autoconvocazione per la Sospensione del Pagamento del Debito” e alcuni dei principali referenti del Fronte di Izquierda Unidad, come Nicolás del Caño, Myriam Bregman, Alejandro Vilca, Christian Castillo, Romina del Plá, Gabriel Solano, Juan Carlos Giordano e Celeste Fierro, tra gli altri.
La sinistra e ampi settori del campo popolare hanno dimostrato questo martedì che il disaccordo con quanto firmato dai Fernández significa condurre il paese in fondo al precipizio, ossia fame, più miseria, più salari bassi, più pensioni basse, più esclusione.
Gli organizzatori di questa grande convocazione hanno dichiarato che da qui a quando l’accordo sarà trattato nel Congresso, continueranno le manifestazioni in tutto il paese e che quel giorno D, “saremo centinaia di migliaia a gridare fuori il Fondo, no all’Accordo, le truffe non si pagano”.
No al patto del governo con il FMI!
Basta aggiustamenti, tariffe ed estrattivismo!
No al pagamento del debito estero!
Le truffe non si pagano!
No all’impunità dei responsabili e alla cessione di sovranità!
Foto e video: Julia Mottura e María Torrellas
8 febbraio 2022
Resumen Latinoamericano
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