Austerity e tagli falcidiano le Università spagnole
La mannaia dell’austerità inesorabilmente si abbatte su interi settori della società spagnola, compreso quello dell’educazione.
E’ di questi giorni la notizia che le misure imposte alle Università per applicare il Decreto di legge 14/2012 stanno portando a un risvolto drammatico per decine di migliaia di famiglie. La prima tranche dell’applicazione ha riguardato il drastico aumento delle tasse complessive, in concomitanza con la riduzione sensibile delle borse di studio e l’aumento dei requisiti per potervi accedere.
La Conferenza dei Rettori delle Università Spagnole (CRUE) stima che circa 150 mila studenti sono stati espulsi per l’impossibilità di non poter pagare le tasse d’iscrizione.
I casi più preoccupanti si registrano nella Comunità di Madrid. All’Università Complutense è altamente probabile che si chiudano diverse facoltà per mancanza di fondi, e alcune di queste, come Medicina, sono già in procinto di venire accorpate all’università privata Alfonso X. Una parte dei fondi mancanti, secondo lo stesso Rettore, verrà ammortizzato con ulteriori aumenti delle tasse.
Non è un caso che a Settembre in diverse città gli studenti abbiano bloccato e contestato platealmente le inaugurazioni dell’ Anno Accademico, portando in alcuni casi all’intervento repressivo della Polizia, con anche alcuni arresti come nel caso dell’ Università di Castellòn (Comunità valenciana).
Lo scorso 22 maggio, durante lo sciopero generale dell’educazione e dell’insegnamento, che ha coinvolto tutti i livelli dell’educazione, si mise in campo una prima iniziativa congiunta tra studenti e professori che paralizzò tutto il sistema educativo. Ciò nonostante, l’esito della giornata non ha poi portato a un’ effettiva coordinazione tra le differente anime della lotta.
Dall’assemblea di Scienze Politiche della Complutense non si risparmiano in questi giorni gli attacchi alla formazione sindacale CC OO, accusata di strumentalizzare i manifestanti in piazza, affermando di dichiarare degli obiettivi che poi in realtà lascia cadere nel vuoto. Secondo gli studenti dell’Assemblea, non c’è spazio per una alleanza studentesca con questo tipo di rappresentanza.
E in effetti, a partire dalla riflessione su quello sciopero, in tutto il territorio spagnolo sono sorte Piattaforme o Assemblee dove diverse associazioni di professori, studenti e personale tecnico-amministrativo hanno deciso di costituirsi in soggetti unici. Un fenomeno simile si è potuto constatare in molti campus dell’Andalusia, nella regione di Murcia e in Catalogna,e ha riguardato anche l’Università Autonoma di Madrid.
Gli scenari aperti dall’applicazione del decreto di Legge stanno creando un terreno “propizio” per rivitalizzare il movimento studentesco. Per Enrique Maestu, (Scienze Politiche – Complutense), “nel 2011 non si poteva parlare di un autentico movimento di studenti con rivendicazioni precise e coordinate in tutto il Paese, se non di atti di protesta che si davano mano a mano con l’applicazione dei tagli di Zapatero prima, e Rajoy dopo”.
Ciò non toglie che non esistessero comunque studenti organizzati né che ci fossero poche situazioni di lotta, e in località come Siviglia, Catalogna, Valencia e Asturie si è data una presenza importante della componente studentesca in tutte le mobilitazioni anche a carattere generale.
Questo anno accademico si è aperto con le prime avvisaglie di ripresa di movimento da parte dei collettivi di carattere indipendentista (Euskadi, Paesi Catalani, Galizia).
Per ora una data di ricomposizione delle lotte studentesche pare essere il 18 Ottobre, anche se son poche le Università ad aver già annunciato una sicura mobilitazione, tra le quali Siviglia e la Complutense di Madrid.
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