InfoAut
Immagine di copertina per il post

Bruxelles: l’Europa piomba nella guerra asimmetrica

Naturalmente per il ruolo del Belgio che non ha peso in sé in Medio Oriente ma è sede di due importanti, per quanto irrigiditi da una forte complessità interna, attori nell’area: la Nato e le principali sedi della governance europea (colpite, tra l’altro, in modo sanguinosamente simbolico nell’attentato alla metro Maelbeek).

La guerra asimmetrica –quella che si conduce tra i vari scenari mediorientali verso l’Europa- non riguarda più, di volta in volta il singolo paese colpito ma un’area continentale. Non siamo più infatti alla Francia –o alla Gran Bretagna o alla Spagna- che sono colpite per i ruoli che rivestono in uno scenario di crisi (la Francia per la Siria o, a suo tempo, per il golpe algerino mentre la Gran Bretagna e la Spagna sono state colpite per la guerra in Iraq). Ma siamo, entro una evidente risposta all’arresto di Salah, alla guerra asimmetrica di un’area contro un’altra. O meglio, siamo ad un livello di scenario complesso, quello mediorientale, con una pluralità di attori controversi al proprio interno, che muove guerra asimmetrica contro un’altro livello: quello europeo che mostra caratteristiche simili anche se se, ovviamente, di una complessità politica,logistica, tecnologica, militare ben diversa. Ci sta benissimo che chi ha mosso un simile atto di guerra a Bruxelles sia velocemente annichilito ma, il rischio c’è, è che si apra una nuova stagione di lutti.

Certo, bisogna aver ben chiaro cosa è una guerra asimmetrica ma, prima di tutto, definire il piano delle responsabilità. Tanto più si è deteriorato il Medio Oriente come piano neo-coloniale, dove tutti, dalle potenze dell’area alle tradizionali potenze occidentali, provano a sottomere tutti, tanto più la guerra si è estesa in occidente. Come guerra asimmetrica dove le difficoltà dell’Europa servono per ridefinire i rapporti di forza sul terreno mediorientale. Non a caso le guerre asimmetriche, quelle che si combattono tra attori tra cui esiste una sproporzione di forze militari convenzionali, nel passato sono principalmente guerre che riguardano la conquista o la perdita di colonie: quella di indipendenza americana, quella ferocissima tra Usa e Filippine per il controllo di quel paese tra ‘800 e ‘900, la guerra anglo-boera in Sudafrica. Come si vede, non si tratta, come ha detto Broek della commissione affari esteri dell’Ue nella concitazione del momento, di “una guerra di tipo nuovo”. Ma di una guerra asimmmetrica che tende a ripetersi, in forme nuove, ogni volta che gli squilibri coloniali precipitano. La guerra asimmetrica, tra due attori la cui entità militare non è paragonabile, dura finché ha due caratteristiche 1) quando la guerra classica, sul campo si è impantanata oppure è sempre meno determinante per risolvere la crisi 2) quando fattori mediali, politici, diplomatici, finanziari se opportunamente stimolati dagli atti di guerra asimmetrica, possono cambiare le sorti di un conflitto a favore della parte più debole militarmente.

Naturalmente le guerra asimmetriche, se la situazione sul campo non si risolve, possono essere lunghissime. Possono alimentare una resistenza del più debole militarmente sul campo e una serie di attentati, nel terreno avversario, di impatto spettacolare. Fino a che uno degli attori non cede. Ma il campo, Europa e Medio Oriente, oggi è così complicato che è difficile individuare bene il profilo di uno degli attori e, quindi, persino i possibili segnali del cedimento di uno dei due.

Dagli anni ’90 l’occidente, nella specificità del paese singolarmente colpito, ha vissuto la guerra asimmetrica. Gli Usa per l’Afghanistan, la Francia per l’Algeria negli anni ’90 e oggi per la Siria, la Spagna e la Gran Bretagna per l’Iraq. Con Bruxelles della guerra asimmetrica viene investita l’Europa nel suo complesso. Se c’è una logica militare, da guerra asimmetrica, in questo lo è nell’unificare il soggetto nell’attentato (l’Europa) sapendo che può finire fuori strada proprio per le contraddizioni interne a questo processo di unificazione. Sun Tzu non abita solo in Cina è bene saperlo.

Cosa ci si attende dal dopo attentato di Bruxelles? Naturalmente il peggio, il rilancio del tentativo di risolvere la guerra asimmetrica militarizzando la vita interna dei paesi, rafforzando complesse architetture militari, radicalizzando le tendenze più velenose sul terreno di guerra. L’Europa magari sarà tentata di allargare i bilanci di guerra non ci sarebbe da stupirsi. Di sicuro la legittimazione della militarizzazione di ogni nesso sociale –dalle migrazioni, alla vita civile, a quella istituzionale- non mancherà la propria liturgica pienezza. Vediamo se l’Europa finirà per votarsi i propri crediti di guerra. Se accadesse, l’inferno sarebbe dietro l’angolo. Perchè non sembrano proprio i tempi in cui alle guerre asimmetriche si risponde aggredendo i nodi non militari di questo genere di conflitto.

Appena il giorno prima, attraverso il lutto che è sempre la forma più elevata di legittimazione dei comportamenti della vita sociale, l’Europa celebrava la generazione Erasmus nella tragedia del pullman in Spagna. Il fermo immagine del giorno successivo, quello di Bruxelles, fa capire che la generazione Erasmus riguarda la vita di un passato. E il presente, e il futuro, hanno tutte le caratteristiche del cielo plumbeo di Bruxelles. Un benvenuto agli europei, visti nel loro assieme, nella guerra asimmetrica prevedibile quanto inquietante.

 

da senzasoste

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

bruxelleseuropa

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele e Turchia premono sulla Siria del Sud-Ovest e del Nord-Est

In queste giornate di repentini cambiamenti vogliamo fare il punto con Eliana Riva, caporedattrice del giornale di informazione Pagine Esteri, rispetto a due elementi di particolare pressione sul territorio siriano, ossia Israele da un lato e la Turchia dall’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kobane pronta a resistere all’imminente invasione guidata dalla Turchia

Le Forze Democratiche Siriane (SDF), martedì, hanno lanciato un duro monito contro l’imminente invasione di Kobane da parte della Turchia. Sottolineando la storica resistenza della città, le SDF hanno giurato di difenderla insieme al suo popolo, facendo appello alla solidarietà internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la Turchia ammassa le truppe al confine e bombarda Kobane

Siria. La Turchia continua ad ammassare truppe al confine per invadere con le sue milizie jihadiste la città di Kobane, simbolo della lotta anti-Isis e della rivoluzione confederale del nord-est siriano. Da questo martedì 17 dicembre in corso anche bombardamenti di artiglieria sulla città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la sfida di una ricostruzione indipendente dagli interessi imperialisti

Abbiamo posto alcune questioni a Yussef Boussoumah, co-fondatore del Partito degli Indigeni della Repubblica insieme a Houria Bouteldja e ora voce importante all’interno del media di informazione indipendente Parole d’Honneur a partire dalla caduta del regime di Bachar Al Assad in Siria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La fine di Assad e l’inizio del califfato all’ombra di Ankara scompongono il mosaico siriano

La repentina caduta del regime alauita degli Assad riporta alla luce le fratture della Siria postcoloniale, frutto malsano dell’accordo Sykes Picot del 1916 fra Francia e Gran Bretagna, che ha diviso in modo arbitrario i territori che appartenevano all’impero ottomano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA minacciano la Siria: via le sanzioni solo se Damasco abbandonerà Teheran

Caduta Aleppo, si combatte intorno a Hama. Ieri migliaia di miliziani di Ha’yat Tahrir al Sham (Hts) e di altre formazioni jihadiste appoggiate dalla Turchia hanno ripreso ad avanzare verso la città un tempo roccaforte dell’islamismo sunnita. Incontrano la resistenza delle forze governative che sembrano aver in parte ricompattato i ranghi dopo il crollo ad […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Oltre 800 banche europee investono 371 miliardi di euro in aziende che sostengono gli insediamenti illegali in Cisgiordania

La Coalizione Don’t Buy Into Occupation nomina 58 aziende e 822 istituti finanziari europei complici dell’illegale impresa di insediamenti colonici di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: jihadisti filo-turchi entrano ad Aleppo. Attacata anche la regione curda di Shehba

In Siria a partire dal 27 novembre, milizie jihadiste legate alla Turchia hanno lanciato un’offensiva dalla regione di Idlib e raggiungendo i quartieri occidentali di Aleppo. Come sottolinea ai nostri microfoni Jacopo Bindi, dell’Accademia della Modernità Democratica, l’Esercito nazionale siriano, responsabile di attacchi nella regione di Shehba, è strettamente legato ad Ankara. Questo gruppo, che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Una fragile (sanguinosa) tregua

Alle 10 di questa [ieri] mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Entra ufficialmente in vigore il cessate il fuoco tra Libano e Israele

Riprendiamo l’articolo di InfoPal: Beirut. Il cessate il fuoco israeliano con il Libano è entrato ufficialmente in vigore mercoledì alle 4:00 del mattino (ora locale). Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato martedì sera che il suo governo ha approvato un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano, dopo settimane di colloqui […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Fasciarsi la testa. Appunti sulle elezioni europee

Tutte e tutti a fasciarsi la testa, adesso. Però siamo ancora vivi.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Un fronte più salutare che popolare.

Traduciamo un commento da parte del collettivo francese Cerveaux Non Disponible rispetto alle elezioni per dare un quadro il più possibile composito di quali siano gli animi nei movimenti francesi a seguito della decisione di Macron.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Lacrimogeni e cannoni ad acqua: la rabbia degli agricoltori si riversa sulle strade di Bruxelles

A Bruxelles, un migliaio di trattori ha bloccato il quartiere europeo a margine di una riunione dei ministri dell’Agricoltura dell’UE-27. Gli agricoltori hanno difeso un reddito equo, la fine del libero scambio e, in alcuni casi, le norme ambientali.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il boomerang della transizione energetica mette l’Europa in panne

Una politica climatica temeraria, incurante delle contraddizioni reali derivanti dai cambiamenti occorsi sulla scena mondiale, ha finito per scontentare sia la classe imprenditoriale che i ceti sociali più esposti alle conseguenze della transizione energetica.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Brescia: si leva il malcontento dalla campagna, arriva la protesta dei trattori. Le voci dal “Riscatto Agricolo”

La protesta dei trattori è arrivata anche a Brescia. Presidi in una quindicina di città sotto la sigla “Riscatto agricolo”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tagliare le spese sociali investire su quelle militari: il diktat delle industrie belliche alla Ue

Accrescere la spesa militare, non è sufficiente raggiungere il 2% del Pil per i paesi Nato come deciso nell’ormai lontano 2014, si guarda a contenere la spesa sociale giudicandola in aperto contrasto con gli investimenti in materia di guerra.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ucraina: l’Europarlamento dice sì all’uso dei fondi del PNRR per nuovi armamenti

Oggi, giovedì 1 giugno, il Parlamento europeo in sessione plenaria, a Strasburgo, ha dato via libera con 446 voti a favore, 67 contrari e 112 astenuti alla legge a “sostegno della produzione di munizioni Ue (Asap) per rafforzare la capacità produttiva europea ideata per sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina”.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La sinistra inesistente

La prendiamo alta. La crisi senza fine della sinistra ripete i suoi rituali, in Spagna come in Italia. Dopo l’ennesima sonora batosta si fa l’analisi della sconfitta, si dà la colpa al vento che spira forte e qualcuno viene preso dallo sconforto, qualcuno sorride amaramente.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Legittimare l’estrattivismo. La licenza sociale ad operare

Se questo fenomeno affligge da sempre i cosiddetti paesi del Sud del mondo, oggi riteniamo di poter parlare anche di estrattivismo europeo. In nome della transizione verde, si stanno infatti moltiplicando progetti di estrazione di risorse strategiche all’interno dei confini dell’UE.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: cosa significano le visite europee in Cina?

Cosa significano queste visite? E come sono state viste da parte cinese?