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Coprifuoco in Tunisia: ucciso un militante negli scontri.

Ma il coprifuoco, imposto senza neanche darne le motivazioni, non ha sortito l’effetto sperato. Sabato gli scontri sull’avenue sono durati ancora per ore, così come nelle strade e nelle piazze intorno dove ci sono state delle interminabili battaglie tra reparti della polizia e manifestanti. Durante la notte nei quartieri proletari della capitale sono state incendiate caserme e commissariati e gli scontri tra molotov e lacrimogeni sono durati fino a mattino. Anche nelle altre città è attivo uno stato di agitazione permanente delle piazze che reclamano le immediate dimissioni del ministro degli interni insieme a quelle dell’establishment (al governo e non solo) che tiene le redini della “transizione”. Domenica ancora incidenti e violazione del coprifuoco, altri commissariati sono stati dati alle fiamme. A Kram scontri violentissimi, una partita di calcio allo stadio di Rades è terminata con una vera rivolta, a Kebili l’esercito è stato cacciato a suon di pietre, e a Sfax, Kairouen, Metaloui, dove è stato imposto il coprifuoco come altrove, si sono registrati incidenti a seguito di affollatissime manifestazioni.

A Soliman, Mahmoud Toumi,  un militante di un partito d’estrema sinistra, viene freddato da un colpo uscito dalla fucile di un militare. E la collera sale… I giovani proletari tunisini hanno risposto così alla lunga intervista trasmessa da diverse tv nazionali al presidente Essebsi sui recenti eventi. In quell’occasione Essebsi è tornato sulle rivelazioni fatte dall’ex-Ministro degli Interni Rajhi, accusandolo di seminare zizzania diffondendo notizie false, ma si è ben visto di entrare nel merito delle tante questioni sollevate dai recenti eventi, lasciandosi scappare solo alcune affermazioni molto generiche sulla libertà d’espressione e la rispettabilità del governo e dello stato.

Intanto i media ufficiali tunisini, e i network internazionali (eccetto AlJazeera) stanno mantenendo il blackout mediatico, nessuno parla del militante ucciso, e delle rivolte di questi giorni si è fatto riferimento solo per annunciare il coprifuoco… mentre in tutta la Tunisia la tensione è sempre più alta. Ennahda, il movimento islamista tunisino, sembra che stia organizzando dei comitati di difesa dei quartieri contro… “gli atti di teppismo di questi ultimi giorni”, che in pratica vuol dire organizzarsi contro i giovani rivoltosi dei rioni proletari; la manifestazione nazionale per la laicità è stata rimandata, e i magistrati e gli avvocati rilanciano la saldatura politica con la piazza diffondendo comunicati solidali con i rivoltosi.

L’esercito, le cui alte sfere sono contestatissime, e la polizia sono stati protagonisti di episodi di reciproca ostilità. E quest’ultima oltre alla violenza e brutalità di piazza si è resa protagonista anche di operazioni contro il sindacato che si è visto la sede del centro studi nella capitale invaso da decine di poliziotti decisamente aggressivi.

Insomma la Tunisia sta entrando in una fase dai tratti complessi dove diversi attori tentano di imprimere la svolta seguendo i propri interessi. Lo spettro dell’RCD alias il vecchio regime, incombe sulla piazza tunisina che ormai ha contro di sé una inedita alleanza di generali, islamisti ed rcdisti determinati a bloccare i processi rivoluzionari e colpire chiunque non è disposto a farsi rubare la rivoluzione e vuole andare fino infondo con i grandi obiettivi delle lotte.


Leggi gli articoli precedenti sull’affare Rajhi e la svolta repressiva

Scontri a Tunisi mentre la reazione fa un passo avanti

Hackerato un video che infiamma la Tunisia

 

I video delle giornate di scontri in Tunisia

 

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