InfoAut
Immagine di copertina per il post

È tempo di tapering: l’affare Visco dal cortile PD a casa Merkel

||||

L’affare Visco, che ha occupato la cronaca interna in questi giorni, si è ormai avviato a una sua (provvisoria) conclusione. Nonostante la mozione contraria del PD, fortemente voluta da Renzi, il governatore ha ottenuto un nuovo mandato. Sulla nomina pesano le assenze eccellenti dei ministri renzianissimi Delrio, Lotti e Martina nonché della sottosegretaria Boschi a sancire uno scontro inter e intra istituzionale ormai arrivato al punto di non ritorno, certificato dalle pesanti dichiarazioni di Re Giorgio sulle forzature rispetto alla legge elettorale e dlla fuoriuscita di Grasso dal Partito democratico

Partendo dal presupposto che, formalmente, il parlamento italiano non ha nessuna voce in capitolo sulla nomina della presidenza di Bankitalia, la mozione PD è assimilabile a una semplice mossa da campagna elettorale. È una parte della verità. Il Partito democratico non si è voluto ritrovare, a pochi mesi dalle elezioni, a difendere l’operato di Bankitalia davanti a una parte del suo elettorato di riferimento, i piccoli risparmiatori “arricchitisi” ai tempi della finanziarizzazione montante. L’attacco a Visco traduce la volontà di mettere da subito le mani avanti: se la colpa è tutta di Bankitalia sicuramente non è del governo (e soprattutto del grumo di consociativismo delle banche cooperative di cui il PCI-PDS-PD è stato sempre garante).

C’è però un altro aspetto da considerare: la volontà di distaccarsi e di offuscare l’aura di Gentiloni; il primo ministro ombra che doveva fare solo da scaldasedia tra il tracollo referendario e le nuove elezioni si sta invece rivelando una garanzia sistemica ben meno ingombrante di un premier spaccone in un momento in cui le istituzioni suscitano solo risentimento e disprezzo. Il presidente del consiglio si è trovato nella posizione di sconfessare Renzi oppure aprire una piccolissima crepa – tutta simbolica viste le funzioni già ridotte e presto ridottissime di Bankitalia – in uno dei principi stessi del neo-liberismo, l’indipendenza delle Banche centrali. En passant, è il principio a cui si è subito elevato a difesa “l’estrema sinistra” rappresentata da Pierluigi Bersani. Dunque: Renzi marca anche uno scarto da Gentiloni e dalla “responsabilità istituzionale” che esso rappresenta. Siamo ormai all’epilogo di una fase politica: tra torsione populista del blocco istituzionale e istituzionalizzazione del blocco populista ormai “gli estremi” si toccano. Un ultimo atto, come di consueto, non può che essere farsesco. Non parliamo solo del teatrino del 5 stelle intorno alla legge elettorale quanto dello stesso ex golden boy del PD. Il Renzi rottamatore del sistema dentro il sistema è finito, in gran parte suicidatosi; resta una cricca aggrappata ai posti di potere che senza strategia alcuna spera di resistere, facendo campagna contro il proprio stesso governo. Complice il nuovo meccanismo elettorale che trova la propria ratio non solo nel fare argine ai 5 stelle ma soprattutto nel permettere al capo di far nominare i suoi picciotti… anche a costo di rimettere in sella il centro-destra. Comunque sia, la parabola di Renzi e del suo cerchio magico è segnata, quello che possono fare è unicamente completare lo sbaraccamento del il Pd contribuendo alla frantumazione del quadro politico e indebolendo così il “sistema-paese”.

Già perché questo è il nodo della vicenda, che si intravvede dietro le miserabili beghe di palazzo. Non va sottovalutato il fatto che è vitale per l’economia italiana agganciarsi alla “ripresina” industriale in corso. È il segnale che viene un giorno sì e l’altro pure dall’imprenditoria che conta: questa vorrebbe una stabilizzazione, in qualche modo, dell’attuale compagine governativa, in particolare il trio Gentiloni-Minniti-Calenda (quest’ultimo in particolare). Renzi non può che apparire, per la parte che conta del paese, al più come una carta truccata che ha ingannato molti, e oggi come un incontrollabile destabilizzatore interno.

Il che risulta ancora più chiaro solo che si esca dal cortiletto di casa PD incappando in questioni cruciali per quel precarissimo castello di carte che è il sistema bancario italiano a partire da quello che si va decidendo a Francoforte. L’11 ottobre la commissione europea ha definitivamente sotterrato la possibilità che veda effettivamente luce la tanto agognata Resolution Agency europea, l’organo che avrebbe dovuto mutualizzare le risorse tra gli stati membri per condividere le perdite degli istituti di credito. Si tratta di niente di meno che del famoso terzo pilastro dell’unione bancaria di cui si parla da decenni e su cui Renzi aveva ricevuto rassicurazioni da Frau Merkel in persona durante l’emergenza post-decreto salvabanche. Nel frattempo è anche arrivata la bomba: la bozza del nuovo regolamento sui crediti deteriorati. Essa prevede che quando il soggetto debitore non paghi le rate previste per tre mesi, il 100% del valore del finanziamento va automaticamente accantonato entro due anni per i crediti deteriorati non garantiti, entro sette per quelli con garanzie. Stime della BCE parlano di 250 forse 350 miliardi di crediti di dubbia natura che ad oggi sono iscritti regolarmente a bilancio degli istituti di credito italiani, un valore tre volte più alto della media UE. Su questo serbatoio si stanno giocando partite speculative colossali (a luglio Unicredit ha concluso la vendita di uno stock di 17,7 miliardi di euro a Pimco e Fortress) e anche alcuni cambiamenti legislativi, come la facilitazione del lavoro delle agenzie di riscossione. L’intervento europeo rischia di precipitare le cose per le grandi banche che si sono “fatte carico” dei crediti deteriorati.

La narrazione renziana prevede che questa sia la fase in cui i sacrifici sono finiti: la cintura ormai è stretta ma ora la smettiamo di trattenere il fiato. La questione invece è che l’economia reale, con la sua ripresina jobless e quindi anemicissima in termini di ripresa dei consumi, sopravvive per ora ancora col respiratore artificiale del Quantitative easing ovvero proprio la macchinetta di cui ieri Draghi ha annunciato il progressivo spegnimento con l’avvio del tapering, la riduzione dell’acquisto di titoli da parte della BCE. Quand’anche essa dovesse stabilizzarsi a livello globale – cosa tutt’altro che certa, anzi… – per l’Italia anche nella migliore delle ipotesi si approssima il momento della verità bancaria (altro che commissione parlamentare di vigilanza…) mentre tornerà a farsi drammatico il problema del debito pubblico. Qualcuno cerca comunque di comprare tempo in vista della prossima tornata elettorale. Tic, tac, tic, tac.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

bankitaliaELEZIONI POLITICHE 2018SALVABANCHE

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele e Turchia premono sulla Siria del Sud-Ovest e del Nord-Est

In queste giornate di repentini cambiamenti vogliamo fare il punto con Eliana Riva, caporedattrice del giornale di informazione Pagine Esteri, rispetto a due elementi di particolare pressione sul territorio siriano, ossia Israele da un lato e la Turchia dall’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kobane pronta a resistere all’imminente invasione guidata dalla Turchia

Le Forze Democratiche Siriane (SDF), martedì, hanno lanciato un duro monito contro l’imminente invasione di Kobane da parte della Turchia. Sottolineando la storica resistenza della città, le SDF hanno giurato di difenderla insieme al suo popolo, facendo appello alla solidarietà internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la Turchia ammassa le truppe al confine e bombarda Kobane

Siria. La Turchia continua ad ammassare truppe al confine per invadere con le sue milizie jihadiste la città di Kobane, simbolo della lotta anti-Isis e della rivoluzione confederale del nord-est siriano. Da questo martedì 17 dicembre in corso anche bombardamenti di artiglieria sulla città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la sfida di una ricostruzione indipendente dagli interessi imperialisti

Abbiamo posto alcune questioni a Yussef Boussoumah, co-fondatore del Partito degli Indigeni della Repubblica insieme a Houria Bouteldja e ora voce importante all’interno del media di informazione indipendente Parole d’Honneur a partire dalla caduta del regime di Bachar Al Assad in Siria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La fine di Assad e l’inizio del califfato all’ombra di Ankara scompongono il mosaico siriano

La repentina caduta del regime alauita degli Assad riporta alla luce le fratture della Siria postcoloniale, frutto malsano dell’accordo Sykes Picot del 1916 fra Francia e Gran Bretagna, che ha diviso in modo arbitrario i territori che appartenevano all’impero ottomano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA minacciano la Siria: via le sanzioni solo se Damasco abbandonerà Teheran

Caduta Aleppo, si combatte intorno a Hama. Ieri migliaia di miliziani di Ha’yat Tahrir al Sham (Hts) e di altre formazioni jihadiste appoggiate dalla Turchia hanno ripreso ad avanzare verso la città un tempo roccaforte dell’islamismo sunnita. Incontrano la resistenza delle forze governative che sembrano aver in parte ricompattato i ranghi dopo il crollo ad […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Oltre 800 banche europee investono 371 miliardi di euro in aziende che sostengono gli insediamenti illegali in Cisgiordania

La Coalizione Don’t Buy Into Occupation nomina 58 aziende e 822 istituti finanziari europei complici dell’illegale impresa di insediamenti colonici di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: jihadisti filo-turchi entrano ad Aleppo. Attacata anche la regione curda di Shehba

In Siria a partire dal 27 novembre, milizie jihadiste legate alla Turchia hanno lanciato un’offensiva dalla regione di Idlib e raggiungendo i quartieri occidentali di Aleppo. Come sottolinea ai nostri microfoni Jacopo Bindi, dell’Accademia della Modernità Democratica, l’Esercito nazionale siriano, responsabile di attacchi nella regione di Shehba, è strettamente legato ad Ankara. Questo gruppo, che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Una fragile (sanguinosa) tregua

Alle 10 di questa [ieri] mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Entra ufficialmente in vigore il cessate il fuoco tra Libano e Israele

Riprendiamo l’articolo di InfoPal: Beirut. Il cessate il fuoco israeliano con il Libano è entrato ufficialmente in vigore mercoledì alle 4:00 del mattino (ora locale). Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato martedì sera che il suo governo ha approvato un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano, dopo settimane di colloqui […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Torino. Dai forconi alla coalizione giallo-verde. Dibattito con Marco Revelli e Raffaele Sciortino

Con questo dibattito vorremmo proseguire una discussione collettiva e aprire uno spazio di confronto franco e aperto sulla fase politica in corso. Crediamo più che mai ci sia bisogno di nominare le contraddizioni che abbiamo davanti, forgiare nuovi strumenti di critica e provare ad anticipare alcune tendenze. Il vecchio mondo sta morendo… dove saremo nel […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il populismo senza popolo al potere

Di Marco Revelli, da Il manifesto 2/06/2018 «Disordine nuovo» titolava il manifesto del 29 maggio scorso. E fotografava perfettamente il carattere del tutto inedito del caos istituzionale e politico andato in scena allora sull’ «irto colle» e diffusosi in un amen urbi et orbi. Ma quell’espressione va al di là dell’istantanea, e non perde certo […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Lo scontro non fa male, mette a nudo l’anima!

Tanto tuonò, che piovve. Dopo “la più grande crisi dell’Italia repubblicana” abbiamo finalmente un esecutivo pronto a partire “per il bene del paese”. Un governo dove abbiamo, giusto per fare alcuni nomi: un ministro che è lo storico avvocato di Andreotti, un altro che è direttamente espressione dei professoroni montiani (quelli della legge Fornero, per […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Cinque crisi e un funerale

Cinque facce della crisi isitituzionale e il requiem del Partito Democratico. 1. crisi sul cambiamento di classe politica.È (stato) un (non) governo del cambiamento. Senza parentesi, anzi. Chi ha paura di dirlo? Il 4 marzo ha rappresentato un terremoto nel quadro politico. Lo ha fattivamente cambiato. La riproduzione di una classe politica è entrata in […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’ora più buia

Editoriale di Senza Soste pubblicato a poche ore dalla rinuncia all’incarico di Giuseppe Conte Vogliamo essere chiari fin da subito. La nostra simpatia politica non si sposta di un millimetro a favore nè del presidente della repubblica nè della coalizione gialloverde che ha provato a formare il governo. Tantomeno ci schieriamo con fantasiosi interpreti della […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Mattarella Santo Subito?

  Colpo di spugna domenicale niente governo Conte. Le ragioni Mattarella le ha spiegate per filo a per segno ieri, esplicitando il perimetro di una nuova cittadinanza e nominando senza fronzoli i referenti della democrazia costituzionalissima: “gli investitori e i risparmiatori, italiani e stranieri, che hanno investito nei nostri titoli di Stato e nelle nostre […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Keep Calm!

  Care compagne e cari compagni calma.  Il governo Salvini, Di Maio sta per nascere già convulsamente pieno di contraddizioni. “E’ il governo più a destra della storia d’Italia dal dopoguerra” dice qualcuno, può darsi, è una bella gara però. Noi non crediamo che questo sia il punto.  Certo non mancano le parti del “contratto […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Tav e grandi opere sacrificati sull’altare della buona educazione istituzionale?

La Torino-Lione in trent’anni di storia è stata la cartina di tornasole di molte compagini politiche istituzionali dalla facciata “dell’opposizione.”  Un tema politico spinoso perché posizionato al centro tra una lobby decennale, trasversale e nutrita dal sistema grandi opere, e uno dei movimenti sociali più longevi del nostro Paese. Nel 2005, quando il movimento notav […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Semaforo giallo verde

Mentre la cosa populista muovi i primi passi nella melma post-elettorale, avanziamo alcune considerazioni, a mò di appunti, dello strano viaggio che il sistema politico-istituzionale sta attraversando in queste settimane.  I binari sono chiari li ha ripetuti da Mattarella: si resta nei solchi ben definiti della fedeltà atlantica e dei vincoli di bilancio. I giornali […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’ora più buia. Il “laboratorio Italia” e l’europeizzazione delle masse.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo contributo di Emilio Quadrelli per alimentare dibattito sulle elezioni del quattro marzo scorso, spia tardiva e parziale di cambiamenti tellurici ben più profondi.Diversi passaggi ci sembrano quanto mai validi e degni di ulteriore riflessione. Innanzitutto, la messa a fuoco del tentativo di stabilizzazione del quadro europeo dentro un nuovo patto […]