Freedom Flottilla III: il peschereccio Marianne approda a Palermo
La nave è partita lo scorso 10 maggio da Goteborg con a bordo un carico di pannelli solari, per gli ospedali di Gaza e attrezzature mediche. Obiettivo raggiungere la striscia di Gaza e rompere l’assedio .
La barca è essa stessa un carico di solidarietà: “All’arrivo al porto di Gaza, doneremo la barca al locale Sindacato dei Pescatori”, dice Charlie Andreasson, membro dell’equipaggio e del comitato direttivo di Ship to Gaza Svezia, una delle organizzazioni della Freedom Flotilla Coalition.
Ascolta la presentazione con Tiziano Ferri, responsabile nazionale per la campagna Freedom Flottilla III Italia:
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Di seguito il comunicato del Coordinamento di Solidarietà con la Palestina – Palermo – Freedom Flottilla Sicilia
BENVENUTA FREEDOM FLOTILLA
La Sicilia, piattaforma naturale al centro del Mediterraneo, è felice di accogliere le sorelle e i fratelli attivisti della Freedom Flotilla, la flottiglia dell’umanità di cui parlava il nostro caro compagno Vittorio Arrigoni, che ci ricordava sempre di restare umani, ad ogni costo.
L’approdo in SICILIA ha una valore simbolico e politico altissimo, sia per la campagna internazionale che si batte per la libertà di Gaza, sia per noi che viviamo in questa terra. La Sicilia, proprio per la sua collocazione strategica, è al centro di tensioni e processi spesso gravi, se non tragici. E’ attualmente la principale porta d’accesso in Europa ed in Italia del flusso migratorio che proviene dall’Africa e dall’Asia.
Purtroppo, quasi quotidianamente, si sono succedute tragedie che hanno trasformato il nostro mare in un’enorme cimitero: oltre 23mila sono stati i morti accertati tra il 2000 e il 2013 tra quanti cercavano di raggiungere l’Europa via mare o attraversando i confini via terra. Donne, ragazzi, bambini, anziani, in gran parte, fuggiti da guerre infami o da persecuzioni, inghiottiti dalle onde solo perchè cercavano libertà ed una diversa speranza di vita.
E chi ha la fortuna di arrivare si trova ad affrontare, in alcune Regioni, il barbaro e inaccettabile esprimersi di posizioni xenofobe e razziste che rifiutano l’accoglienza. Nonostante le deboli proteste delle autorità e i movimenti sociali la Sicilia è sola a fronteggiare oltre il 20% dei migranti in arrivo in Italia, piu’ della Lombardia, del Veneto e della Liguria messi assieme. Questo rende la Sicilia un territorio che, almeno sinora, ha mantenuto integro il suo grado di umanità, pur con tutte le sue innegabili contraddizioni.
Da parte dei poteri che cercano di controllare il pianeta si è tentato di usare l’isola come una piattaforma militare e di guerra nei confronti del Sud ribelle del mondo. In Sicilia c’è un imponente dispositivo militare, USA e NATO, e grandi basi di natura strategica, Sigonella, Birgi, il MUOS di Niscemi , che sono servite nel corso dei decenni alle operazioni militari ed alle guerre devastanti e destabilizzanti, contro l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia.
I movimenti sociali siciliani si sono opposti, come hanno potuto, a questa macchina di guerra ed hanno sempre rivendicato un altro ruolo per i nostri territori: un ponte di pace, cooperazione, sviluppo sostenibile, specie tra i popoli del Sud Europa e i popoli rivieraschi dell’altra sponda, Africa ed Asia.
Per tutte queste ragioni l’arrivo della Freedom Flotilla è per noi fonte di grande entusiasmo ed assieme suggello dell’appartenenza al medesimo fronte di lotta che Rivendica libertà e felicità per i popoli, contro i signori della guerra, dell’ingiustizia, dell’infelicità. Il popolo di Gaza, della Palestina tutta, deve essere libero. Deve poter esercitare, in pieno, il diritto di vivere, di muoversi, di utilizzare il proprio porto e il proprio aeroporto, esattamente come deve essere garantito il diritto di libera circolazione per i migranti, in fuga da guerre e miseria.
Non si può più tollerare che, sotto gli occhi di tutto il mondo, si soffochi il diritto alla vita e alla libertà con arroganza, con la prepotenza di chi crede di poter far tutto, grazie alla copertura dei potenti del mondo. Lottare per rompere l’embargo a Gaza, significa lottare non solo per Gaza, ma per noi stessi, per la nostra stessa libertà ’contro i signori della guerra che vogliono usare il nostro territorio come una enorme portaerei militare per soffocare il diritto dei popoli.
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