Gaza: accordo vicino, ma non si parla dell’assedio della Striscia
Secondo fonti palestinesi, la tregua duratura sarà annunciata lunedì dopo la definizione dei punti dell’accordo. Ma la fine del blocco è rimandata a futuri negoziati. Tre morti per le ferite riportate, 344 bambini nati nei rifugi Onu.
AGGIORNAMENTI:
ore 15.00 – ANP: IL GOVERNO DI UNITA’ NAZIONALE RICOSTRUIRA’ GAZA
Il vice premier dell’Autorità Palestinese, Ziad Abu Amr, ha detto che il responsabile della ricostruzione di Gaza e della sua gestione sarà il governo di unità nazionale tra Hamas e Fatah: “Il governo palestinese assumerà la responsabilità per quello che avverrà nella Striscia e per i bisogni dei suoi residenti”, ha detto Abu Amr durante una visita all’ospedale Shifa di Gaza City.
ore 12.45 – GABINETTO DI SICUREZZA ISRAELIANO CONCLUSO SENZA DECISIONI
Il gabinetto di sicurezza israeliano si è riunito stamattina per tre ore ma nessuna decisione è stata presa in merito ai negoziati in corso al Cairo. Oggi si riunisce anche l’ufficio politico di Hamas: il funzionario Izzat al-Rishq ha scritto su Facebook che al meeting parteciperanno i leader del movimento in Qatar e quelli nei Territori Occupati.
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Regge la seconda tregua di 5 giorni iniziata ieri e dal Cairo giungono sempre più insistenti voci di un accordo vicino. Alcuni media arabi pubblicano anche possibili bozze di accordo. A parlare per primo è stato il portavoce della Jihad Islamica, Yousef al-Hasayneh: le parti avevano optato per cinque giorni in più di cessate il fuoco per definire alcuni “aspetti tecnici” dell’accordo finale.
“Ci aspettiamo un accordo di tregua completo da firmare subito dopo lo scadere dei 5 giorni di cessate il fuoco – ha aggiunto al-Hasayneh – La delegazione ha fatto molti progressi nel porre fine all’assedio e all’offensiva contro i palestinesi”. Ovvero, l’accordo prevedrà la fine dell’operazione militare, l’espansione della zona di pesca e l’aumento dei beni che potranno entrare dentro Gaza. Della costruzione di porto e aeroporto si discuterà tra un mese. Se fosse vero, i punti in questione sono esattamente quelli proposti da Israele nei giorni scorsi e definiti ieri dalla delegazione palestinese “terribili”.
Più articolata la proposta pubblicata dall’agenzia stampa palestinese Ma’an: secondo indiscrezioni, Israele sarebbe d’accordo nell’apertura dei valichi di frontiera con Gaza sulla base di un accordo dettagliato con l’Autorità Palestinese e nella fornitura di materiali per la ricostruzione della Striscia. Silenzio su porto e aeroporto. Da parte palestinese, sarebbero state aggiunti altri punti: l’adesione dell’ANP ai trattati e le organizzazioni internazionali, il dispiegamento di1000-3000 guardie presidenziali al valico di Rafah, lo spostamento della conferenza internazionale sulla ricostruzione di Gaza dalla Norvegia all’Egitto, un accordo separato con l’Egitto su Rafah e l’avvio di negoziati sul porto e l’aeroporto.
Funzionari di Hamas avrebbero riferito di un loro interesse in un cessate il fuoco di lungo termine e nel passare il controllo di Gaza nelle mani dell’ANP, di cui il movimento è parte grazie alla formazione del governo di unità nazionale. Fonti di Hamas avrebbero poi detto alla Israel Radio di non avere intenzione di riprendere le ostilità.
E mentre a Gaza si continua a morire – ieri sono deceduti tre anziani per le ferite riportate nei bombardamenti israeliani: Jihad Ali Abu Zied, 61 anni, Mahdheyad al-Mebayyed, 91, e Ibrahim Ismail Abu Odeh, 64 – la vita riprende lentamente. L’Unrwa fa sapere che nei giorni scorsi nei rifugi dell’Onu, dove hanno trovato riparo quasi 100mila sfollati, sono nati 344 bambini. L’emergenza umanitaria, però, non cessa: nei rifugi Onu mancano acqua e bagni a sufficienza, le malattie si stanno diffondendo e l’agenzia dell’Onu non sa ancora come operare a poche settimane dalla ripresa delle attività scolastiche.
Da Nena News
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