Grecia, la prevenzione come strumento della repressione: aggiornamento da Atene
La Grecia è uno dei paesi europei che ha subìto meno l’emergenza sanitaria. Il governo greco ha sfruttato la pandemia per imporre misure favorevoli ai padroni e che, presumibilmente, rimarranno anche dopo. Ora ci si appresta ad affrontare una “nuova normalità”. I quartieri di Atene più colpiti dal virus sono quelli abitati dall’alta borghesia, in cui i controlli polizieschi si sono limitati a raccomandazioni di mantenere le distanze. Nei quartieri popolari invece la polizia ha mandato la celere ad attaccare con lacrimogeni e manganelli le persone che sono tornate a vivere la socialità. C’è stata una risposta di piazza contro la repressione, con migliaia di abitanti e compagni, a cui la polizia ha risposto con 5 arresti. Queste azioni sono state giustificate bollando queste persone come “irresponsabili”.
Parallelamente, negli ultimi mesi centinaia di compagni non si sono limitati a dichiarazioni di intenti e tensioni politiche, ma si sono mobilitati per far funzionare strutture di solidarietà: distribuzioni di ciò di cui le persone hanno bisogno in un momento di difficoltà. La situazione economica infatti è in continuo peggioramento, con perdita di posti di lavoro e la sempre presente questione abitativa. Alcuni lavoratori si sono mobilitati perché “solo il popolo può salvare il popolo”, e la risposta del governo è stata anche qui il braccio armato giustificandolo da motivi di “prevenzione sanitaria”.
Almeno l’industria turistica ha registrato una grave perdita. Gli affitti a breve termine sono al momento bloccati, e diversi proprietari cercano di tornare ad affittare ad abitanti stabili, viste le maggiori garanzie. Il governo vuole comunque aprire il prima possibile i confini per far ripartire l’industria pesante del turismo, traino dell’economia greca.
Ne abbiamo parlato con un compagno da Atene. Ascolta la diretta:
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[Verso la fine non è stato possibile caricare il contributo per motivi tecnici. Abbiamo riportato per iscritto gli ultimi concetti espressi dal compagno]
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