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Hackerato un video che infiamma la Tunisia

Per questi eventi il Ministro degli Interni dichiarò, come sempre usando l’arabo dialettale tunisino, che qualcosa nella catena di comando non aveva funzionato e che le disposizioni dall’alto non prevedevano la violenta repressione che poi nei fatti si scatenò in piazza.

Più di 40 alti funzionari furono “mandati in pre-pensionamento”, altri ancora trasferiti ad altre mansioni. Una frattura interna al Ministero degli Interni che il 31 gennaio  si manifestò con l’ingresso di più di 3000 uomini dentro il ministero stesso, senza che alcun dispositivo di sicurezza li bloccasse al punto che riuscirono a raggiungere le stanze del ministro minacciandolo e rubandogli occhiali, computer e giacca… nel “mistero” Rajhi riuscì a fuggire. In seguito, una serie di disposizioni per l’avvicendamento dei governatori indicati dal ministro furono semplicemente disattese lasciando sulle poltrone gli uomini dell’RCD.

A quel punto arrivano le dimissioni, non prima però che la popolarità di questo ministro, ritratto in alcune locandine con il corpo di superman, non crebbe al punto di… intimorire un po’ tutti i protagonisti della scena politica post-Ben Ali, nei palazzi ed in un certo senso anche alcuni attori della piazza… in una fase delicata come quella che la popolarità si concentri tutta su un solo uomo e per giunta ministro degli interni, e che rivolgendosi al popolo in dialetto tunisino (come solo l’anziano despota Bourguiba faceva) annunciasse l’arresto del vecchio Ministro degli Interni Rafik Haj Kacem per qualcuno era troppo e per altri rendeva quanto meno questa figura decisamente controversa.

Nelle piazze in continua agitazione di Tunisi non si faceva altro che parlare delle sue dimissioni e della sua successiva nomina a Presidente  della Commissione Superiore dei Diritto dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali fino a quando ieri, intorno alle 22h, su facebook inizia a circolare un video in cui l’ex Ministro degli Interni dichiara, durante un incontro con due giornalisti,  che ogni suo tentativo di “purgare” il ministero e i governatorati di certi uomini chiave è sempre stato contrastato da il governo stesso presieduto secondo Rajhi da un bugiardo! Ma non finisce qui!

Nella conversazione aggiunge della possibilità di un colpo di stato e della ripresa completa del potere da parte dell’RCD durante le prossime elezioni grazie ad ingenti finanziamenti esteri e all’appoggio del Generale Ammar, che addirittura durante una visita in Qatar avrebbe incontrato il vecchio tiranno Ben Ali! Ciò è bastato perchè in pochi minuti il video rimbalzasse su migliaia e migliaia di account facebook e fosse commentato e ripubblicato un po’ ovunque tra blog e siti di informazione indipendente e non solo… facendo alzare la tensione ad altissimo livello.

Questa mattina infatti oltre allo sciopero dei giudici e dei magistrati che ha visto il 100% delle adesioni, sono iniziate nuove manifestazioni che reclamano la caduta del governo e rilanciano lo slogan “degage” puntando contro l’RCD. Secondo alcune fonti sono in corso manifestazioni a Sidi Bouzid, Gafsa, Kesserine, Soussa, Sfax e in queste ore torna a riempirsi anche l’Avenue Bourguiba di Tunisi dove davanti al teatro comunale stanno affluendo gruppi di manifestanti.

E’ la prima volta che, da quando è stato cacciato Ben Ali, l’esercito viene tirato in ballo nell’opinione pubblica non più come garante neutrale della sicurezza del popolo tunisino ma come protagonista attivo delle operazioni reazionarie in corso per rubare la rivoluzione e assicurare anche in Tunisia che “tutto cambi per cui nulla cambi”.

Per domani è stata lanciata una giornata di mobilitazione generale ed ancora non abbiamo elementi per valutare come reagirà l’esercito e il governo (che per ora tace) a questa ripresa dell’iniziativa sostenuta dalle gravissime dichiarazioni dell’ex-ministro degli interni che nei fatti danno ragione al movimento rivoluzionario tunisino, almeno per quanto riguarda il perdurare del regime, dei suoi dispositivi e dei suoi uomini nella Tunisia post-Ben Ali.

E’ certo però che gli effetti prodotti da questo video stanno rimettendo faccia a faccia tutti i protagonisti della storia attuale della Tunisia che potrebbe nelle prossime ore o giorni conoscere nuove svolte radicali in un senso o nell’altro, dalla piazza o dal pallazo, o forse ormai è il caso di aggiungere anche dall’esercito…

E’ stata diffusa in questo momento la notizia per cui il video con l’ex Ministro degli Interni è stato diffuso tramite un’operazione hacker che è riuscita ad entrare nell’archivio di un’agenzia di stampa, tramite, secondo un comunicato dell’agenzia stessa, l’ausilio di una stagista e che il materiale diffuso non prevedeva secondo gli accordi tra i giornalisti e Rajhi la pubblicazione.


Seguiranno aggiornamenti…


il video diffuso dopo un hackeraggio in cui  Farhat Rajhi parla dei tentativi di un colpo di Stato

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