InfoAut
Immagine di copertina per il post

Il fantasma dell’euro

di Galapagos

Il sogno di una Unione  europea basata su una moneta unica ha ricevuto un colpo pesantissimo: le  dimissisoni del tedesco Jurgen Stark dal board Bce per dissensi sulla  politica di sostegno, cioè acquisto di titoli del debito pubblico  spagnolo e italiano, da parte della banca di Francoforte. Le dimissioni  di Stark seguono di pochi mesi quelle di Weber dalla presidenza della  Bundesbank. Anche lui era in disaccardo con la politica della Merkel. In  Germania la coerenza non manca. Tuttavia la crisi che si è aperta è  durissima e conferma che con il solo euro non si costruisce una Unione  europea. Ora potrebbe accadere di tutto perché i prossimi mesi nelle maggiori economie ci sarà una ricaduta nella recessione o quantomeno in  un periodo prolungato di stagnazione.

Lo spettro di un raffreddamento  delle economie sta facendo riemergere le paure e gli egoismi nazionali.  Anche nella potente Germania per la quale l’Ocse prevede nei prossimi  trimestri una caduta del Pil. Paradossalmente Berlino pagherà le  conseguenze delle politiche restrittive imposte a altri paesi come  condizione per non farli fallire. Si tratta, come nel caso della Grecia, di condizioni capestro che stanno distruggendo il tessuto socio  economico del paese. Verrebbe da dire che siamo di  fronte a una legge del contrappasso se non fosse che la questione è  molto seria e coinvolge direttamete l’Italia che rischia – come ha dichiarato ieri un banchiere di gran nome – di diventare una Grecia 2  per colpa di un governo inesistente e incapace.

Le responsabilità  della Germania sono enormi: con il suo comportamento ha ritardato in passato l’approvazione degli aiuti alla Grecia e quando questi sono  stati varati è stato chiaro che a beneficiarne sarebbero state la banche  tedesche e inglesi, ma non la popolazione e l’economia ellenica. Ma le  colpe non sono mai individuali: la posizione tedesca è stata sposata –  con alcuni distinguo – da tutti i paesi dell’euro. Si sono persi mesi di  tempo in inutili discussioni sulla impraticabilità del default della  Grecia (avrebbe colpito le banche creditrici e non gli operai di  Wolsburg) e perfino sulla rinegoziazione del debito che secondo le tre monopoliste mondiali del rating sarebbe stato equivalente a un default,  con ricadute sulle banche che avevano assicurato quel debito pubblico.

La  Grecia è un paese di enormi contraddizioni cioè con una terrificante  distribuzione del reddito e con l’assenza di una adeguata struttura  produttiva. Questo significa che è un perfetto mercato di sbocco per  merci estere. Anche per questo motivo si è lavorato per costringere Atene a rimanere nell’euro: un ritorno alla dracma con conseguente  svalutazione avrebbe di fatto bloccato le importazioni nel paese. La  nascita dell’euro era stata salutata come l’abbattimento (economico) del  muro di Berlino. Oggi quel muro è stato ricostruito, ancora più alto e  invalicabile per i popoli.

Da Il Manifesto

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

bcecrisidebitoeuropagermaniaitaliaspagna

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Non ci sarebbe mai stata una fase due, il cessate il fuoco era la strategia

Il cessate il fuoco, come i negoziati, sono diventati un altro campo di battaglia in cui Tel Aviv temporeggia e Washington ne scrive l’esito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cile: le grandi possibilità del nazi Kast di essere presidente

Il primo turno delle elezioni presidenziali in Cile di ieri sono terminate in modo triste e prevedibile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: corteo “Show Israel Red Card” contro la partita della vergogna tra Virtus e Maccabi Tel Aviv

Ieri, venerdì 21 novembre, corteo a Bologna contro la partita della vergogna, quella di basket tra Virtus e Maccabi Tel Aviv prevista alle 20.30 al PalaDozza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: il trionfo di un popolo che non rinuncia alla sua sovranità

Nel referendum del 16 novembre il popolo ecuadoriano ha detto NO

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il Giappone ai tempi del neogoverno nazionalista della Premier Sanae Takaichi

A livello internazionale, una delle prime mosse della Takaichi è stata aprire un profondo scontro diplomatico con Pechino

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medici per i diritti umani denuncia uccisioni prigionieri di Gaza nelle carceri israeliane

Il nuovo rapporto diffuso da Medici per i diritti umani-Israele (Phri) apre uno squarcio ulteriore su un sistema detentivo che negli ultimi due anni ha raggiunto un livello di letalità senza precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

«La cosa più importante è salvare il maggior numero possibile di vite umane e infrastrutture in Ucraina»

Maidan illustra quindi i principali dilemmi dei movimenti e delle mobilitazioni globali: la classe operaia ha una capacità molto limitata di organizzarsi, di articolare gli interessi di classe e di fornire almeno una leadership nazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia, a Gabes respirare è diventato un atto di resistenza

Abbiamo tradotto questo articolo di inkyfada.media che racconta la vicenda di Gabes, un paese in Tunisia dove da mesi continuano proteste significative a causa di un polo chimico che mette a rischio la salute della popolazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: Assemblea Popolare del coordinamento cittadino Torino per Gaza

Pubblichiamo il comunicato di invito all’assemblea popolare di Torino per Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: “Show Israel the Red Card”. Il 21 novembre la manifestazione contro la partita di basket Virtus-Maccabi Tel Aviv

Venerdì 21 novembre a Bologna è prevista la partita di basket di Eurolega tra Virtus e Maccabi Tel Aviv, la cui curva è nota per le sue idee suprematiste e razziste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi e gas :l’Europa sempre piu’ dipendente dagli U.S.A.

A ottobre, per la prima volta, un singolo Paese gli USA ha esportato oltre 10 milioni di tonnellate metriche (mmt) di gas liquefatto, il 70% delle quali verso l’Europa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Continuano le piazze per la Palestina e nella notte nuovo abbordaggio della Flottilla

Ieri, 7 ottobre, in particolare in due città italiane, Torino e Bologna, si sono tenuti appuntamenti per continuare la mobilitazione in solidarietà alla Palestina. Entrambe le piazze sono state vietate dalle rispettive questure in quanto considerate “inopportune”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Pensare l’Europa oggi: spazi e soggetti delle lotte in tempo di guerra

Come agiamo dentro questo quadro e che cosa vuol dire opporsi alla guerra e al riarmo in questa situazione?

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

‘Nessun paradiso senza Gaza’: intervista esclusiva di Palestine Chronicle al rivoluzionario libanese Georges Abdallah

Traduciamo da The Palestine Chronicole questa lucida e approfondita intervista del 13 agosto 2025, a Georges Abdallah.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Robert Ferro – Dove va l’Europa? Crisi e riarmo nel cuore dell’Unione

Dal welfare al warfare, dall’automotive al carroarmato, dall’«Inno alla gioia» di Beethoven alla «Marcia imperiale» di Dart Fener. Nel cambio di tema che fa da sfondo all’Europa, l’imperialismo colpisce ancora. 

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Spagna. Sei attiviste condannate a tre anni di carcere, insorgono i sindacati

Cinque attiviste e un attivista sindacali sono entrati nel carcere di Villabona per scontare una condanna a tre anni e mezzo di reclusione. È accaduto ieri a Gijon, nella regione settentrionale spagnola delle Asturie.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

E’ uno sporco lavoro / 1: ma qualcuno deve pur farlo…

Almeno per una volta l’alter ego dell’ispettore Stephan Derrick, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, ha lasciato da parte l’ipocrisia con cui da tempo l’Europa maschera le sue posizioni dichiarando che «Israele sta facendo il lavoro sporco anche per noi». di Sandro Moiso, da Carmilla Una frase che più che dai dialoghi della serie televisiva che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vertice Nato: servili o complici?

Entro il 2035 la spesa militare dei 32 paesi della Nato dovrà raggiungere il 5% del PIL.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Montichiari: cancellato il volo con i missili in transito.

Vittoria per lavoratrici e lavoratori. Revocato lo sciopero.