Il grido “Fuori Bolsonaro!” riempie un’altra volta le strade del Brasile
“Giorno di Lotta e Lutto”
Questo venerdì, in varie città del Brasile come San Paolo, Río de Janeriro, Brasilia (la capitale) e Alagoas, si è registrata una giornata di manifestazioni battezzata “Giorno di Lotta e Lutto” allo scopo di “mettere fine alla politica genocida” del presidente brasiliano Jair Bolsonaro.
In queste azioni di solidarietà e protesta, organizzate dalla Campagna di Solidarietà e dal Fuori Bolsonaro, dal Fronte Popolare e da Popolo Senza Paura del Brasile, e altri movimenti sociali, sindacati e studenti, i manifestanti al grido di “Fuori Bolsonaro” hanno chiesto al mandatario di ultradestra di lasciare la Presidenza della Repubblica.
In questo modo, si potevano vedere anche striscioni con parole d’ordine come “100 mila morti, 100 mila ragioni”, in riferimento alla quantità di perdite umane per la pandemia del nuovo coronavirus, che causa il Covid-19, e alla gestione negligente, per non dire criminale, del regime brasiliano della crisi sanitaria.
Hanno denunciato, inoltre, le storiche cifre della disoccupazione raggiunte nella nazione, che per la prima volta nella storia del Brasile, hanno portato il paese ad avere più disoccupati che occupati.
Il presidente della Centrale Unica dei Lavoratori (CUT), Sergio Nobre, ha affermato in una delle manifestazioni che molte delle morti per il Covid-19 si sarebbero potute evitare con appropriate politiche e un effettivo isolamento, e ha insistito che l’ex militare dovrebbe avere la “umiltà” di rinunciare.
Allo stesso modo, il presidente della CUT a Sergipe, Roberto Silva, ha dichiarato a sua volta che “invece di salvare vite, Bolsonaro sembra preoccuparsi di approfittare della pandemia per privatizzare tutto e distruggere i diritti del lavoro”, e che il paese sta “perdendo vite e affondando l’economia per incompetenza” della gestione omicida e irresponsabile del Governo. “Allora: Fuori Bolsonaro”, ha aggiunto.
Dopo gli USA, un altro regime governato da un uomo di ultradestra, il Brasile è il secondo paese più colpito dal coronavirus. Lo scoppio della malattia ha provocato gravi crisi sanitarie, politiche e sociali in questa nazione sudamericana, dove il popolo e un gran numero di politici hanno denunciato la gestione “ignorante” di Bolsonaro, che ha civettato con la letale malattia durante la pandemia partecipando a riunioni, andando a mangiare in strada, organizzando grigliate e assistendo ad esercitazioni di tiro.
Dopo cinque mesi, la pandemia no dà tregua e il Covid-19 si concentra nelle regioni del centro e del sud del Brasile. Dall’inizio della propagazione del virus, il Brasile ha registrato più di 2.967.000 casi di malati, dei quali 99.702 hanno perso la vita, secondo le ultime cifre.
09/08/2020
HispanTV / La Haine
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