InfoAut
Immagine di copertina per il post

Il proposito di Erdogan per il 2016: neutralizzare il PKK

Secondo i calcoli snocciolati da Ankara nel 2015 sarebbero stati uccisi 3.100 combattenti kurdi tra Turchia e nord Iraq, dove è in corso da mesi una campagna di raid aerei contro il Pkk: «Quest’anno 3.100 terroristi sono stati neutralizzati dentro e fuori il paese», ha detto il presidente Erdogan nella conferenza stampa di fine anno, durante la quale l’attenzione dei media si è concentrata più che altro nell’elogio del sistema presidenziale della Germania di Hitler, modello – per Erdogan – per il futuro della Turchia.
Che il presidente abbia sfruttato a proprio favore la lotta globale al terrorismo dell’Isis per colpire il movimento di liberazione kurdo non è una novità. E continua a farlo per nascondere la debolezza dell’intervento contro lo Stato Islamico, target solo per pochi giorni: «Non possiamo concentrare le nostre risorse contro l’Isis a causa del Pkk», ha detto la scorsa settimana un funzionario del governo. La realtà – dicono i kurdi – è un’altra: l’obiettivo di Ankara sono loro, non l’Isis. Lo ha ribadito indirettamente il premier turco Davutoglu che ha promesso per il 2016 «il proseguimento dell’operazione anti-Pkk» per sradicarlo dalle zone urbane.
Una politica che va a definite anche la strategia regionale della Turchia, in particolare in Siria e Iraq. Con le truppe ancora nella base militare peshmerga di Bashiqa, nonostante le proteste di Baghdad, Ankara rafforza i rapporti con il Kurdistan iracheno del presidente Barzani, il cui obiettivo dichiarato è uno Stato kurdo indipendente nei soli confini iracheni, lasciando fuori gli storici territori siriani, turchi e iraniani. Alla collaborazione militare si affianca quella economica, già radicata dalla presenza capillare di compagnie turche. Al centro restano le risorse energetiche che dalla scorsa estate Erbil vende bypassando il governo centrale di Baghdad: il 9 febbraio l’azienda nazionale turca Turkish Pipeline Corporation lancerà l’appalto per la costruzione della conduttura di Sirnak, che integrerà la produzione di gas naturale del Kurdistan iracheno nella rete di distribuzione della Turchia. Quasi 200 km di gasdotto che dal 2018 trasferirà 20 miliardi di metri cubi di gas l’anno.
Insieme all’accordo con Israele per la costruzione di una conduttura simile, Ankara cerca così di svicolare i danni provocati dalla guerra fredda in corso con la Russia che, con sanzioni economiche, minaccia di lasciare a secco la Turchia, che copre ogni anno con Mosca il 55-60% del proprio fabbisogno energetico.
A pagare lo scotto della politica regionale turca è l’unità nazionale dell’Iraq che spera di trovare nuovo slancio con l’operazione di Ramadi (dove ieri l’esercito iracheno ha liberato intere famiglie e altri quartieri dalle ultime sacche di islamisti presenti) e la prossima su Mosul. Stesso destino per il movimento kurdo siriano, impegnato da oltre un anno nella difesa di Rojava dall’offensiva dello Stato Islamico. Nonostante la liberazione di ampie aree di territorio a nord est, i kurdi siriani subiscono ancora la minaccia Isis: gli islamisti hanno rivendicato il doppio attacco di mercoledì contro due ristoranti nella città kurda di Qamishli. L’ennesima strage: 16 morti e 35 feriti nel quartiere cristiano di Shiyahi.
Dallo scorso anno la Turchia boicotta apertamente le operazioni di difesa messe in piedi dalle Ypg, le Unità di Difesa Popolari a Rojava. Che però hanno trovato alleati ben più potenti: Russia e Stati uniti stanno cooperando con i kurdi siriani e la nuova formazione Forze Democratiche, formata da kurdi, assiri, arabi e turkmeni. Armi e raid aerei in cambio di informazioni di intelligence e di un fronte di contenimento dell’Isis molto più efficace di quello delle opposizioni moderate siriane. Ieri il gruppo ha ripreso i villaggi di Tanab e Tat Mrash, nel distretto nord occidentale di Aleppo, dopo duri scontri con i qaedisti di al-Nusra e Ahrar al Sham. Altre due comunità al confine con la Turchia che non nasconde il timore di un corridoio kurdo lungo la frontiera.
La causa kurda viene sfruttata politicamente soprattutto da Mosca in chiave anti-Erdogan: chiaro esempio è l’incontro tra il leader dell’Hdp, partito turco di sinistra pro-kurdo, e il ministro degli Esteri Lavrov la scorsa settimana. L’Hdp resta spina nel fianco: domenica scorsa, insieme alla federazione di gruppi kurdi Dtk (Democratic Society Congress), ha fatto appello alla creazione di una regione autonoma kurda che possa auto-governarsi.

 

di Chiara Cruciati – Il Manifesto

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

conflittoerdoganpkkturchia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bombardamenti israeliani contro il Libano: 5 morti, tra cui l’Alto comandante di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabaei

Beirut-InfoPal. Il ministero della Salute Pubblica libanese ha diffuso il bilancio ufficiale dell’attacco israeliano senza precedenti contro un’area residenziale alla periferia sud di Beirut, domenica 23 novembre: cinque morti e 28 feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso il 28 novembre: i comitati sardi chiamano alla mobilitazione

Diffondiamo l’appello uscito dalla rete Pratobello24 che invita tutti i comitati che lottano contro la speculazione energetica a unirsi allo sciopero e alla mobilitazione del 28 novembre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Non ci sarebbe mai stata una fase due, il cessate il fuoco era la strategia

Il cessate il fuoco, come i negoziati, sono diventati un altro campo di battaglia in cui Tel Aviv temporeggia e Washington ne scrive l’esito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cile: le grandi possibilità del nazi Kast di essere presidente

Il primo turno delle elezioni presidenziali in Cile di ieri sono terminate in modo triste e prevedibile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: corteo “Show Israel Red Card” contro la partita della vergogna tra Virtus e Maccabi Tel Aviv

Ieri, venerdì 21 novembre, corteo a Bologna contro la partita della vergogna, quella di basket tra Virtus e Maccabi Tel Aviv prevista alle 20.30 al PalaDozza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: il trionfo di un popolo che non rinuncia alla sua sovranità

Nel referendum del 16 novembre il popolo ecuadoriano ha detto NO

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il Giappone ai tempi del neogoverno nazionalista della Premier Sanae Takaichi

A livello internazionale, una delle prime mosse della Takaichi è stata aprire un profondo scontro diplomatico con Pechino

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medici per i diritti umani denuncia uccisioni prigionieri di Gaza nelle carceri israeliane

Il nuovo rapporto diffuso da Medici per i diritti umani-Israele (Phri) apre uno squarcio ulteriore su un sistema detentivo che negli ultimi due anni ha raggiunto un livello di letalità senza precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

«La cosa più importante è salvare il maggior numero possibile di vite umane e infrastrutture in Ucraina»

Maidan illustra quindi i principali dilemmi dei movimenti e delle mobilitazioni globali: la classe operaia ha una capacità molto limitata di organizzarsi, di articolare gli interessi di classe e di fornire almeno una leadership nazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia, a Gabes respirare è diventato un atto di resistenza

Abbiamo tradotto questo articolo di inkyfada.media che racconta la vicenda di Gabes, un paese in Tunisia dove da mesi continuano proteste significative a causa di un polo chimico che mette a rischio la salute della popolazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Anche con l’avvenuto scioglimento del Pkk, la fine del conflitto curdo-turco appare lontana

Nonostante il PKK si sia auto-dissolto con il XII Congresso, da parte di Ankara non si assiste a comportamenti speculari.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Pkk annunciato lo scioglimento della struttura organizzativa e la fine della lotta armata

Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, il Pkk, ha annunciato di avere tenuto a inizio maggio il 12/mo congresso, che ha deciso di sciogliere la struttura organizzativa e porre fine alla lotta armata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Collaborazione tra industrie delle armi italiane e turche: lunedì mobilitazione a Torino contro il “Forum Turchia”

Lunedì 12 maggio a Torino si terrà il forum “Turchia: un hub verso il futuro”, promosso dalla Camera di Commercio con l’obiettivo dichiarato di “rafforzare la cooperazione economica” tra Italia e Turchia nei settori dell’aerospazio, dell’automotive e della digitalizzazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turchia: l’arresto di Imamoglu scatena nuove proteste contro Erdogan

In Turchia sono scoppiate massicce proteste dopo che le autorità giudiziarie – all’interno di una vasta operazione contro centinaia di persone –  hanno arrestato Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul, pochi giorni prima che venisse scelto come candidato del partito di opposizione laico CHP alle presidenziali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

PKK: rispetteremo l’appello del leader Öcalan, dichiariamo il cessate il fuoco

Il Comitato esecutivo del PKK ha dichiarato in un comunicato: “Siamo d’accordo con il contenuto dell’appello del leader Öcalan” e dichiariamo un cessate il fuoco a partire da oggi. Tradotto da ANF Il Comitato esecutivo del PKK ha dichiarato in un comunicato: “Siamo d’accordo con il contenuto dell’appello del leader Öcalan così com’è, e dichiariamo […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: appello storico di Ocalan. “Tutti i gruppi devono deporre le armi e il PKK deve sciogliersi”

cL’atteso appello del leader e cofondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, Abdullah Ocalan, è stato diffuso oggi pomeriggio, giovedì 27 febbraio 2025, ma senza l’atteso video-messaggio, evidentemente bloccato da Ankara. A parlare quindi deputate-i del partito della sinistra curda e turca Dem che si sono recati recata sull’isola-carcere di Imrali, dove Ocalan è detenuto da 26 anni. […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Intervista esclusiva all’Accademia della Modernità Democratica e Foza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del Partito di Unione Democratica (PYD)

Abbiamo avuto l’occasione di realizzare questa intervista all’Accademia della Modernità Democratica con al suo interno un contributo (citato tra virgolette) di Forza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del PYD..

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

TURCHIA: IL LEADER DEL PKK OCALAN INCONTRA PER LA SECONDA VOLTA UNA DELEGAZIONE DI DEM

Riprendiamo da Radio Onda D’urto: Dopo anni di completo isolamento, nel giro di poche settimane una delegazione del partito della sinistra curda e turca Dem, terza forza del Parlamento turco, ha potuto incontrare oggi, mercoledì 22 gennaio e per la seconda volta Abdullah Ocalan, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan – Pkk, imprigionato dal […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’escalation di Erdogan contro il Rojava

La Turchia e le milizie islamiste filo-turche, in particolare l’Esercito nazionale siriano (SNA), stanno sfruttando lo spostamento di potere a Damasco per colpire le aree di autogoverno controllate dai curdi nella Siria settentrionale e orientale. Ankara giustifica queste azioni sostenendo che i gruppi che operano nella regione, in particolare le Unità di difesa popolare curde […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Malpensa: bloccati i check-in di Turkish Airlines in solidarietà con il Rojava. Violenze contro i manifestanti

Ieri mattina, 9 gennaio 2025, in risposta ai continui attacchi della Turchia alla Amministrazione Autonoma Democratica del Nord Est della Siria (Rojava, DAANES), molti giovani hanno bloccano il check-in del volo a Milano Malpensa.