Il Salone del Libro viene bloccato per la sua complicità al sionismo: la vittoria della mobilitazione per la Palestina!
Riportiamo il testo di analisi e commento alla giornata di sabato al Salone del Libro elaborato dal Collettivo Universitario Autonomo di Torino.
Sabato pomeriggio, con il coordinamento Torino per Gaza ci siamo dati appuntamento a ridosso della metro Lingotto per raggiungere il Salone del Libro. Nel fitto programma dell’evento culturale più rappresentativo della nostra città, abbiamo trovato diverse personalità intellettuali che sono state invitate al Salone per avallare la propaganda sionista. Così come è stato steso un tappeto rosso di benvenuto ai rappresentanti del governo Meloni che stanno praticando una politica di guerra totale in linea con le direttive atlantiche, sostenendo dentro questo quadro il genocidio del popolo palestinese attraverso la legittimazione politica di Israele in Italia e nel mondo, l’invio di forniture all’esercito israeliano (configurandosi come il terzo esportatore mondiale di armi al governo Netanyahu) e le collaborazioni nel campo della ricerca e della formazione finalizzate al controllo della società, la persecuzione politica, l’assedio, la depredazione delle risorse necessarie all’esistenza e il colonialismo.
Permettere, a chi rappresenta uno Stato genocida, di andare in giro per eventi di lustro a raccontare falsità storiche, significa rafforzare Israele e validare il suo operato. Allo stesso modo lasciare sfilare silenziosamente le istituzioni del Governo su questi palcoscenici sarebbe un’ipocrisia, un’occasione mancata per presentare il conto delle loro responsabilità rispetto al genocidio palestinese e la guerra che impera a macchia d’olio in tutto il mondo.
La manifestazione ha espresso la volontà di entrare al Salone portando dentro i colori della Palestina e le ragioni che ci spingono a sostenere la Resistenza palestinese, per inquadrare oggi il focus sull’imminente invasione via terra di Rafah che rappresenta il punto più alto della violenza raggiungibile dalla guerra genocidiaria israeliana contro la popolazione della Striscia. A 76 anni dalla prima Nakba, questo scenario rende tremendamente attuale la definizione di catastrofe e ci impone un’urgente mobilitazione permanente per il risultato minimo e immediato dell’embargo militare allo Stato genocida israeliano.
Sabato, ancora una volta, hanno tentato di impedire il diritto alla manifestazione a chi esprime posizioni e interessi opposti a quelli del potere politico statale e delle istituzioni finanziarie; all’interno di un evento pubblico, attraverso numerosi cordoni di polizia che hanno reagito bloccando le porte a manganellate; leggiamo questi come i soliti deboli metodi di cui il potere si serve quando non riesce a vincere sul campo della politica, in questa maniera immaginano magari di isolarci, di spaventarci forse… così non è stato e così non sarà fintantoché ci posizioneremo dalla parte giusta della Storia, “con la S maiuscola” (cit.). . Sono stati diversi e determinati i tentativi di penetrare all’interno, e altrettante le cariche ricevute, il parapiglia ha impedito il regolare svolgimento degli eventi del Salone e contemporaneamente i lavoratori e le lavoratrici hanno incrociato le braccia e chiuso gli stand in solidarietà a chi è stato impedito di entrare. Zerocalcare, il Duka e Christian Raimo, accompagnati da altri lavoratori del Salone sono usciti a portare il loro sostegno al presidio, dopo che la polizia ha tentato di fermarli all’interno. Le attività del Salone sono state destabilizzate al punto che i promotori si sono trovati costretti a fare entrare una delegazione dei manifestanti per farli parlare con un’assemblea spontanea di lavoratori e solidali che si era formata sulla porta.
Nella giornata di domenica la situazione non è stata più tranquilla per gli organizzatori del Salone che hanno dovuto confrontarsi con repentini cambi di programma dettati dai fatti del giorno precedente. La scrittrice Valeria Fonte ha annullato la presentazione del suo libro per lasciare spazio ad un’assemblea pro Palestina a cui hanno aderito centinaia di persone, dando luogo a lunghe file per entrare nel padiglione che ha ospitato l’assemblea; molte case editrici hanno chiuso lo stand per aderire al momento di confronto, rilanciato al contempo da molti ospiti del Salone. Visitatori e scrittrici che portano con sé simboli palestinesi vengono identificati dalla polizia che, impaurita, sequestra anche qualche bandiera.
La mobilitazione è stata un successo, la prossima volta ci penseranno due volte prima di tenerci fuori da un evento cittadino e comunque sapranno che, per loro, il costo da pagare sarà alto!
Questa vittoria politica ci ha dato forza e determinazione per dare vita all’INTIFADA STUDENTESCA anche nella nostra città e a partire dalla giornata di oggi, lunedì 13 maggio, occupiamo e blocchiamo le facoltà universitarie di Unito, del Politecnico e di Fisica verso il grande momento di mobilitazione che ci sarà sabato 18 maggio!
Contro la loro censura, la loro violenza e la loro complicità non facciamo passi indietro, la lotta per la Palestina Libera è solo all’inizio; abbiamo promesso fino alla Vittoria e così Sarà!
Intifada pure qua!
Qui puoi entrare nel canale telegram per unirti all’acampada per la Palestina delle università torinesi.
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