InfoAut
Immagine di copertina per il post

In Iran aumenta il malessere e montano la rabbia e le proteste

||||

“Il Khuzestan ha sete”. Da dieci giorni la popolazione della più ricca delle province iraniane — sebbene per paradosso quella in cui le persone vivono in condizioni peggiori — protesta a causa della crisi idrica. Dimostrazione di come la mancanza d’acqua sia già un argomento alla base di equilibri (geo)politici, e tanto più lo sarà nei prossimi anni con il peggiorare degli effetti del cambiamento climatico.

Ma seppur innescate da eventi diversi, le proteste in Iran si presentano con cadenza ciclica e affondano le loro radici nelle medesime cause: forti diseguaglianze sociali, mancanza di servizi e libertà di espressione, stagnazione economica e assenza di prospettive. Oggi a fare da detonatore sono la crisi sanitaria, unita a quella idrica ed energetica. A moltiplicare il malcontento, però, c’è la percezione di un sistema politico-economico caratterizzato da una corruzione dilagante, preoccupato solo a garantire la propria sopravvivenza. Alcuni giorni fa l’ultra conservatore Raisi si è insediato alla presidenza della repubblica islamica portando con sè i propri trascorsi sanguinari: la condanna a morte di centinaia di oppositori marxisti e di sinistra, di donne attiviste per i diritti umani. Che scenari si aprono? Di tutto questo parliamo con Patrizia Fiocchetti che ci presenta anche il suo ultimo libro Cosa c’è dopo il mare.

{mp3remote}https://archive.org/download/ror-210805_1100-1204-iran/ror-210805_1100-1204-iran.ogg{/mp3remote}

Da Radio Onda Rossa

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

iran

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: Barnier come primo ministro, il figlio del RN e del macronismo

Macron voleva concludere il suo mandato governando con l’estrema destra. È con questo obiettivo che ha inaspettatamente lanciato uno scioglimento d’emergenza prima dell’estate.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: “Aysenur, attivista ISM, è stata uccisa a sangue freddo”

Le Nazioni Unite hanno chiesto “un’inchiesta approfondita” sull’uccisione per mano israeliana di Aysenur Ezgi Eygi, 26enne attivista statunitense dell’International Solidarity Movement

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hezbollah lancia la “prima fase” di attacchi di rappresaglia contro Israele dopo l’assassinio del comandante Shukr

Il gruppo libanese Hezbollah ha annunciato domenica di aver lanciato centinaia di razzi e droni in profondità in Israele come parte della “prima fase” della sua risposta all’assassinio del suo comandante senior Fouad Shukr da parte di Tel Aviv.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Spettri di Working Class, il classico strumento repubblicano per vincere le presidenziali

Paul Samuelson, per quanto sia stato un genio della astrazione economica e della regolazione dei mercati, ci ha lasciato modelli matematici di efficienza delle transazioni di borsa che, nella realtà, si sono paradossalmente rivelati soprattutto strumenti ideologici. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Irlanda: intervista a Danny Morrison, segretario del Bobby Sands Trust

Radio Onda d’Urto intervista Danny Morrison, 71 anni, nato e cresciuto a Belfast, figura storica del movimento repubblicano irlandese e protagonista di diverse fasi cruciali della storia dei Troubles.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le armi uccidono anche se non sparano

Le guerre ci hanno catapultato nel vortice di una furiosa corsa al riarmo globale, come non accadeva da prima dell’89 del ‘900.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cronaca da Beirut: “Magari una guerra potrebbe ridurre la pressione su Gaza”

Durante la scorsa settimana, i jet israeliani hanno sorvolato il Libano a bassa quota, un costante promemoria della minaccia di guerra imminente. “Se vogliono fare guerra contro di noi, così sia. Forse potrebbe ridurre la pressione su Gaza,” dice mia madre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bangladesh: il riscatto di una generazione

Ripubblichiamo il contributo del Collettivo Universitario Autonomo – Torino in merito alle rivolte in Bangladesh. Un punto di vista e una riflessione sulla componente giovanile e il carattere studentesco delle mobilitazioni.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Governo blindato, piazze aperte

Il Dl infrastrutture è stato approvato in tempi rapidissimi da un parlamento silente e complice, a colpi di fiducia. Il commissario straordinario Sessa ha quindi l’ok definitivo da Camera e Senato per aprire la “contabilità speciale”: 20 milioni di euro per il 2024, sui 520 complessivi, con un cronoprogramma di 10 anni di lavori.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Guerra in Medio Oriente: non è un se, ma un quando

Chi vuole un ampliamento del conflitto? Chi vuole trasformare la carneficina di Gaza in una guerra regionale?

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attacco iraniano a Israele: quali conseguenze per il Libano?

Lo Stato ebraico potrebbe intensificare la lotta contro Hezbollah, ma secondo gli esperti una guerra aperta sul territorio libanese è improbabile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’obiettivo finale di Netanyahu e le ambizioni regionali dell’estrema destra israeliana

Gli eventi degli ultimi giorni suggeriscono che potremmo vedere prendere forma l’obiettivo finale di Israele. Gli obiettivi del governo di estrema destra di Netanyahu non si limitano a Gaza: vuole conquistare tutta la Palestina e iniziare una guerra anche con Hezbollah e l’Iran.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Raid israeliano a Damasco: un quadro degli attori e delle strategie nel conflitto in Medio Oriente.

Proviamo a dare un quadro del clamoroso attacco dell’esercito israeliano contro la sede consolare iraniana nella città di Damasco (Siria), avvenuto lunedì 1 aprile, a cui ha fatto seguito l’attacco israeliano contro i convogli umanitari della WCK del 2 aprile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medio Oriente: il governo israeliano cerca l’allargamento del conflitto coinvolgendo Libano ed Iran

L’omicidio mirato di Saleh Al-Arouri, alto dirigente di Hamas, a Beirut e l’attentato che è avvenuto in Iran durante la manifestazione per il generale Soleimani, con almeno 95 vittime, parlano chiaro rispetto alla stategia del governo di Netanyahu: la destabilizzazione del Medio Oriente al fine di coinvolgere USA ed UE in un conflitto regionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: si intensificano su tutti i fronti gli attacchi degli stati-nazione contro la rivoluzione confederale

Sebbene il movimento rivoluzionario per la libertà attivo in Kurdistan sia costantemente sotto la minaccia non soltanto della Turchia, ma di tutti gli stati-nazione capitalisti dell’area, i movimenti di truppe che negli ultimi giorni si stanno verificando su tutti i lati di questo accerchiamento, uniti all’intensificarsi, di settimana in settimana, degli attacchi, su più fronti, fanno temere un’ulteriore escalation e devono essere seguiti con attenzione per diversi motivi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La popolazione di Rojhilat è in sciopero generale per l’anniversario dell’omicidio di Jina Mahsa Amini

La popolazione di Rojhilat partecipa allo sciopero generale nel primo anniversario dell’uccisione di Jina Mahsa Amini sotto la custodia della cosiddetta polizia morale di Teheran.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Iran: quasi quattro mesi di rivolta contro il regime

La violenza del regime iraniano non riesce a fermare le proteste, che continuano ad essere estese in tutto il paese e coinvolgono 282 città e tutte le 31 province del paese.