In migliaia marciano a Rio con i professori in lotta
La folla ha intonato cori significativi, tra cui: “La nostra forza non ha il tempo per essere fermata”,”Non basta la repressione, questo Governo cadrà”. Slogan diretti contro il Governo dello stato confederale di Rio,il governo di Cabral, per una manifestazione che ha confermato ancora una volta che le tensione sociali emerse nei mesi scorsi sono lungi dall’essere sopite.
Durante questi giorni i professori hanno cominciato a dar vita a forme di sciopero che non si limitavano solo a reclamare maggiore garanzie salariali contro i tagli e la dismissione del settore educativo. A corrente alternata, molti di loro si trovano in stato di agitazione da oltre cinquanta giorni (sia a Rio che a San Paolo),senza che il Governo abbia concesso minime garanzie per migliorare le condizioni contrattuali. La mancanza di risposte ha portato i professori ad andare oltre la disertazione dal posto di lavoro,sino a praticare forme di lotta quali l’occupazione della piazza di fronte alla Giunta Municioale,dalla quale sono stati sgomberati. La disponibilità alla piazza è stata accolta favorevolmente dai movimenti sociali che hanno aumentato il loro sostegno alla lotta.
Non è casuale difatti la presenza di numerosi striscioni nel corteo che denunciavano quanto le richieste della popolazione locale fossero rimaste inascoltate, in particolare riguardo al rifiuto governativo di destinare i fondi elargiti per le grandi opere (in odor di speculazione)per Mondiali di calcio e Olimpiadi ad altri interventi per migliorare Sanità,trasporti e istruzione sempre più cari, travalicando così la dimensione puramente vertenziale che inizialmente veniva attribuita alla protesta dall’apparato mediatico.
La manifestazione di stanotte vedeva una partecipazione variegata che andava al di là di professori e studenti. Le prime fila dei giovani delle periferie, che portavano scudi per difendersi e maschere al volto, hanno puntato verso i palazzi del potere locale, il palazzo della Giunta Municipale, assaltato con molotov. La polizia è intervenuta solo dopo mezzora, riuscendo a disperdere la folla; alcune banche, come il Banco do Brasil, sono state date a fuoco.
Vetture della polizia sono state ribaltate durante l’indietreggiamento e alcune filiali di multinazionali sono state letteralmente assaltate (in primis i MacDonalds). Anche a San Paolo si è svolta contemporaneamente una manifestazione in solidarietà ai professori,dai numeri meno significativi di quella di Rio. All’unanimità delle condanne mediatiche di fronte agli episodi a conclusione della manifestazione, fanno da contraltare le immagini di un tessuto sociale ampio che accetta la presenza dei giovani delle periferie e dei loro atteggiamenti incompatibili e di rifiuto radicale dell’esistente.
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