Israele: caccia al killer del colono
L’ala militare di Hamas ha rivendicato l’agguato di ieri nei pressi dell’insediamento di Dolev. Intanto non si ha notizia di progressi nell’indagini per l’incendio alla Chiesa della Moltiplicazione
E’ stato rivendicato dalla “Brigata Marwan Qawasmeh e Amir Abu Eisha”, parte dell’ala militare del movimento islamico Hamas, l’agguato compiuto ieri da un palestinese nei pressi dell’insediamento ebraico di Dolev, tra Ramallah e Nablus, in cui è rimasto ucciso un colono, Danny Gonen, 25 anni, ed un altro è stato ferito. Il braccio armato di Hamas ha descritto l’attacco come una “vendetta” per la recente uccisione di alcuni palestinesi compiuta dall’esercito israeliano in Cisgiordania. La rivendicazione è stata riferita dal sito Palestinian Information Center, vicino ad Hamas.
La cellula responsabile dell’agguato a danno del colono porta il nome di Marwan Qawasmeh e Ami Abu Eisha, i due palestinesi di Hamas uccisi dai militari lo scorso 23 settembre a Hebron e accusati da Israele di essere gli autori del rapimento e uccisione di tre ragazzi ebree avvenuti un anno fa in Cisgiordania.
Nelle ultime ore l’esercito israeliano ha rastrellato la zona dell’agguato, schierando ingenti forze nei pressi dei villaggi palestinesi di Deir Istya e Ras Karkar, dove sono state effettuate perquisizioni. Controlli sono in corso anche in altre località palestinesi vicine dove, secondo Israele, potrebbe essersi rifugiato l’attentatore.
Non si ha notizia invece di sviluppi nelle indagini e di fermi effettuati dalle autorità israeliane dopo l’incendio doloso di due giorni fa nella chiesa della Moltiplicazione dei pani e dei pesci di Tabgha, in Galilea, (lago di Tiberiade). La mano responsabile del rogo, nel quale sono rimaste leggermente ferite due persone, appartiene con ogni responsabilità ad estremisti di destra israeliani del cosiddetto “Price Tag” (Prezzo da pagare) che negli ultimi anni hanno compiuto numerosi attacchi contro moschee e chiese e una scuola di Gerusalemme dove studiano insieme ebrei e palestinesi.
La polizia, dopo l’incendio, aveva fermato una quindicina di giovani coloni – studenti di un istituto considerato un “laboratorio” della destra nazionalista-religiosa – che si trovavano nei pressi della Chiesa. Ma i fermati sono stati liberati subito dopo e nelle ultime 48 ore non si si è saputo di nuovi sviluppi nelle indagini. ”Si è trattato di un atto violento di individui intolleranti e senza scrupoli”, ha denunciato ieri l’Assemblea dei vescovi cattolici in Terra Santa invocando l’impegno di tutti i leader religiosi. I deputati della Lista Araba Unita al parlamento hanno chiesto le dimissioni del capo della polizia e l’inserimento delle organizzazioni della destra più estrema nell’elenco dei gruppi terroristici.
Fonte: Nena News
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