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KENOSHA: la rabbia esplode dopo la violenza della polizia

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Il movimento Black Lives Matter scende in strada a Kenosha dopo la brutale aggressione di due poliziotti ai danni di un ventinovenne di colore.

La notizia ha fatto il giro del mondo in pochi minuti, a partire dai filmati che mostrano come Jacob Blake sia stato colpito ripetutamente alle spalle da una raffica di proiettili esplosi dall’agente di polizia sotto gli occhi dei suoi figli all’interno dell’auto su cui lo stesso Jacob si apprestava a salire, come ha dichiarato il suo avvocato, dopo aver sedato una lite familiare.

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In seguito all’uscita dei filmati di questa brutale aggressione molti manifestanti sono scesi in strada per il terzo giorno di seguito violando così il coprifuoco, ed è in questo contesto che un miliziano suprematista armato ha aperto il fuoco sui manifestanti uccidendone due e successivamente rifugiandosi dietro le linee della polizia.

La scorsa notte è costata la vita a due manifestanti che si sono ritrovati davanti al fucile puntato di Kyle Rittenhouse, il tutto è avvenuto a meno di un isolato di distanza dalle auto della polizia che sostavano a lampeggianti accesi, il tiratore della milizia che sostiene Blue Lives Matter ha comunicato con la polizia prima della sparatoria, accettando bottiglie d’acqua e ottenendo un rinforzo positivo da parte degli agenti.

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La tensione si rialza quindi, anche a causa del cambio di zona in cui doveva svolgersi il comizio del sindaco della città, da prima in un parco, ma poi spostato all’ultimo momento in un edificio chiuso, forse per paura di contestazioni. I manifestanti hanno tentato di introdursi comunque nel locale dove avrebbe dovuto parlare il sindaco e la risposta violenta della polizia non si è fatta attendere con spray urticanti e arresti.

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 Il padre di Jacob ha rilasciato in seguito un’intervista ad un giornale, nelle sue parole leggiamo rabbia e disperazione di un padre che vede ora il figlio bloccato, probabilmente, per il resto della vita su una carrozzina a causa di una violenza poliziesca, “otto buchi”…” Cosa giustifica tutti questi spari? – chiede Jacob Blake Senior – Cosa giustifica averlo fatto davanti ai miei nipoti?”. Anche la sorella di Jacob si è espressa collocando quanto successo nel razzismo sistematico che colpisce gli afroamericani negli USA: “Non sono triste. Non sono dispiaciuta. Sono arrabbiata. E sono stanca. Non ho pianto nemmeno una volta. Ho smesso di piangere anni fa. Sono diventata insensibile. Ho visto la polizia uccidere persone come me per anni. La polizia ci uccideva da ben prima della mia nascita, ci uccide da sempre. Non sono triste, non voglio la vostra pietà, voglio un cambiamento.”

 

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