La Bolivia ripudia il neoliberismo: vince il MAS
La vittoria è netta: il MAS a quasi un anno dal colpo di Stato delle destre torna a vincere le elezioni in Bolivia. Lucho Arce, candidato del partito di Morales raggiunge il 53% con 20 punti di distacco su Carlos Mesa Gisbert (31,2%) e quaranta punti su Luis Fernando Camacho (14,1%), il primo esponente della destra ultraliberista, il secondo cattolico fondamentalista, reazionario e misogino.
Nonostante la militarizzazione del paese e l’utilizzo di diversi espedienti per tentare di gettare fumo sul risultato delle elezioni, la destra boliviana e il governo de facto guidato da Jeanine Añez hanno dovuto ammettere la sconfitta dato il grande distacco. Il clima pre-elettorale era stato un continuum di provocazioni ai leaders e ai militanti della sinistra nel tentativo di intimorirli, ma anche nei confronti degli osservatori elettorali definiti dall’ormai ex ministro Murillo “sovversivi”.
Lo stesso Murillo, imprenditore e uomo di Washington, ha trascorso diverse ore la scorsa notte, facendo pressioni sui media, sul Tribunale supremo elettorale e sui sondaggisti perché non rivelassero la vittoria del MAS, la cui semi-ufficialità è arrivata solo quattro ore dopo. Sebastián Michel, un portavoce del MAS, ha sottolineato che esisteva una strategia del governo de facto per garantire che le informazioni non fossero fornite e quindi generare un clima di violenza con l’obiettivo finale di annullare le elezioni. L’enorme ventaglio di cifre tra Arce e Mesa ha reso impossibile realizzare quanto programmato dal Dipartimento di Stato Usa, insieme all’OAS (Organization of American States), insieme al ministro del Governo di estrema destra Arturo Murillo. Pare che anche oggi sia significativa la presenza dell’esercito nelle città boliviane, ma è probabile che almeno per il momento si vada verso una “normalizzazione”.
Adesso il MAS si troverà a gestire una situazione estremamente complessa, stretto tra la dimostrazione di forza messa in piedi in quest’anno dalle destre, la necessità di produrre uno scarto nella gestione della pandemia di Coronavirus finora portata avanti dal governo de facto della Añez (soprattutto sul piano sociale) e un voto che almeno in parte è stato più contro lo sfondamento del neoliberismo e dell’intrusione statunitense nel paese che a favore del MAS. Bisognerà vedere se il partito di Morales sarà in grado di recuperare la connessione di intenti ed obbiettivi con i movimenti sociali e accantonare almeno in parte il paradigma estrattivista oppure se finirà ostaggio di un compromesso di comodo con la borghesia boliviana.
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