La crisi-truffa: tra criminalizzazione e deterrenza in Spagna
Si ricorre a una vecchia strategia ben conosciuta negli USA, per la quale i poveri vengono colpevolizzati del loro status di disoccupati e senza casa propria. Chi non ha un impiego è un ‘parassita’, chi si mobilita è un ‘terrorista’. Si crea una linea divisoria tra la classe media ‘per bene’, capace di mantenere i propri affari, e la classe media ormai declassata che sta incontrando gli stessi problemi prima confinati al precariato: migliaia di famiglie e giovani disoccupati che mettono a rischio la ‘pace’ della classe medio-alta, il vero bacino elettorale del PP e del PSOE. I disoccupati, gli ‘indignados’, coloro che ricorrono al piccolo furto, alla compravendita “illegale” o al dettaglio si trovano attualmente sotto un duro attacco mediatico. Questa strategia è volta a cancellare le tracce delle motivazioni politiche ed economiche che portano sempre più persone a compiere tali atti e a convertire la “crisi-truffa” in un problema di ordine pubblico. Sono state annunciate riforme contro i piccoli furti così come contro le mobilitazioni. Qualsiasi furto sarà un delitto a prescindere dalla quantità sottratta (per ora è delitto nel caso che si superino i 400 euro), se l’autore lo esegue senza sapere ‘il lucro illecito che ne potrebbe derivare’; come se rubare per riuscire a mangiare possa essere considerato lucro e non invece un atto portato dalla disperazione. Ad esempio, chi si “fa’ su” un borsellino commetterà un delitto indipendentemente che ci siano tre o mille euro. Si creeranno tipologie penali speciali e aggravate per alcune forme di furto e appropriazioni indebite. Si adotteranno misure cautelari immediate, inclusa la prigione provvisoria,nei casi recidivi. Nessuna voce politica ha tematizzato il problema della corruzione, e per le grandi frodi riguardo appalti, opere “pubbliche” e fondi depositati all’estero è in cantiere l’amnistia fiscale.
Per chi si rivolta o mobilita, si considererà come attentato contro l’autorità la resistenza attiva o passiva di fronte alle operazioni delle forze dell’ordine, come diventa delitto specifico entrare o ostacolare l’accesso ad edifici pubblici e privati. Per esempio, impedire l’entrata ad un edificio bancario per denunciare uno sgombero, chiamare un concentramento davanti alla segreteria di una facoltà o permanere in una piazza oltre quanto stabilito da appositi ordinamenti comunali saranno considerati reati specifici. Eloquente la dichiarazione del Ministro degli Interni, J.Fernàndez Diaz: chi convoca concentramenti tramite Internet che alterino “gravemente l’ordine pubblico” sarà reo di “coinvolgimenti in organizzazione criminale”. Un chiaro messaggio indirizzato al movimento 15M e a qualsiasi organizzazione attraverso le reti sociali.
Il controllo delle strade è appannaggio dei settori più radicali della destra, sia a livello politico che mediatico. Vogliono approfittare della situazione congiunturale per aumentare il loro peso politico. Ma riempire i tribunali con casi di piccola entità e masse di attivisti è la cosa peggiore che potrebbe succedere al goffo sistema giudiziario spagnolo. Sperperare risorse pubbliche in questioni penali ‘minori’, e contemporaneamente andare avanti con lo smantellamento dell’educazione e dei servizi, pare essere il programma minimo di gestione della crisi-truffa in salsa iberica.
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