La necropolitica in Brasile e in Argentina, differenze e similitudini
Una conversazione radio su coronavirus e quarantena, politiche sociali ed economiche, mobilitazioni e femminismi nei due paesi a confronto
di Susanna De Guio e Fiammetta Bonfigli da Radio BlackOut
In questo primo appuntamento di corrispondenze sudamericane abbiamo sentito Susi, dall’Argentina e Fiammetta, dal Brasile.
Entrambi i paesi affrontano delle condizioni politiche e/o economiche particolarmente drammatiche, se l’Argentina è stata costretta a dichiarare nuovamente default, e il lockdown rende le condizioni di vita sempre più critiche, in Brasile lo scenario è a dir poco surreale: connivenza e complicità del governo con emergenti gruppi neonazisti, profondo disprezzo per minoranze etniche e popoli nativi, omicidi di stato, ascesa di posizioni sociali ultraconservatrici e, immancabilmente, politiche economiche ultraliberiste.
Partendo da alcuni nuclei tematici (Covid-19 e lockdown, politiche sociali ed economiche, questioni di genere) per dare l’input all’analisi, abbiamo poi lasciato che le interlocutrici mettessero autonomamente a confronto i due paesi per incrociare delle prospettive dall’interno e ottenere una resa più nitida del contesto.
Ne è scaturito un interessante dialogo da cui emergono simili problematiche con sviluppi spesso diversi e conseguenze comunque drammatiche; si è cominciato ovviamente dalla pandemia, che in entrambi i casi ha visto un’escalation di militarizzazione.
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Di conseguenza, a fronte delle repressioni e dei sistemi di coercizione si è passati a raccontare delle mobilitazioni, ma anche dello sfruttamento da parte del governo – in particolare di quello nazista di Bolsonaro – di sfruttare l’occasione per trasformare il paese in un incubo iper-liberista, con la devastazione dell’ambiente, la deforestazione (comune a entrambi i paesi) e l’aiuto ai latifondisti e agli allevatori, con il consueto corollario di attacco ai nativi.
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Esistono poi addirittura video che documentano l’assenza di scrupoli e lo stato spione. L’unica speranza rimane la vivacità della lotta femminista in paesi dove l’aborto non esiste, è sotto attacco, i femminicidi in epoca di quarantena sono moltiplicati e il movimento delle donne è uno dei pochi appigli per sperare di arginare il machismo, l’autoritarismo, il patriarcato, il militarismo.
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