InfoAut
Immagine di copertina per il post

La Palestina è sotto attacco! Appello urgente alla solidarietà internazionale

 

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha rilasciato questo appello alla solidarietà internazionale il 20 giugno. Da quel momento centinaia di palestinesi sono stati arrestati durante incursioni di massa, 20 palestinesi sono stati uccisi dai soldati occupanti e dai coloni [al momento in cui questo articolo viene pubblicato le vittime sono almeno 35], tra cui il piccolo martire Mohammad Abu Khdeir, bruciato vivo dai coloni. Alcuni lavoratori palestinesi sono stati investiti e uccisi dai coloni e ci sono stati 9 caduti negli attacchi aerei su Gaza il 7 luglio. Le forze di occupazione continuano a invadere e attaccare le città palestinesi, i villaggi e i campi profughi in tutte le aree della Palestina. Gaza è sotto pesante bombardamento da parte dell’aviazione occupante. La situazione è sempre più critica.

Il popolo palestinese sta resistendo con forza – le masse scendono in piazza e si scontrano con l’occupante su tutto il territorio della Palestina storica. A Gerusalemme e in Cisgiordania si sollevano i giovani per affrontare il terrore imposto dai coloni e l’invasione militare e smantellare il progetto di metropolitana leggera dei coloni. L’eroica resistenza a Gaza intensifica la lotta armata. I Palestinesi in esilio e in diaspora manifestano nelle strade dei campi profughi e delle città di tutto il mondo. Ribadiamo il nostro invito e sollecitiamo l’azione di tutto il mondo. La Palestina è sotto attacco – e la Palestina sta resistendo, sulla strada dell’Intifada. E’ il momento di agire!


Ovunque le strade sono piene di jeep e veicoli blindati e di soldati armati per uccidere, i cieli pieni di elicotteri Apache e F-16 che minacciano di far piovere morte sulla nostra gente. La scorsa settimana le forze di occupazione hanno intensificato la loro guerra contro il popolo palestinese, ecco una lista dei crimini:

  • – l’uccisione proprio oggi del ragazzo di 13 anni Mahmoud Jihad Dudeen a Dura fuori da Al-Khalil, colpito al petto, l’uccisione di Ahmad Sabarin, 20 anni, del campo profughi Jalazone;

  • – la sparatoria e il ferimento di numerosi palestinesi in tutta la Cisgiordania e Gaza, tra cui il ferimento dei giovani palestinesi Yazan Yacoub, 17 anni al torace, nel campo profughi di Qalandiya e di Amir Sa’dy Saleh, anche lui 17 anni, a Jenin;

  • – le invasioni massicce e le razzie, l’invio di migliaia di soldati di occupazione ad al-Khalil, Ramallah, Nablus, Jenin, Betlemme, Gerusalemme, Qalqilya, l’area di Salfit e l’assedio delle città, dei villaggi e dei campi profughi, che sono stati particolarmente presi di mira con invasioni di massa e violenti attacchi;

  • – le violente invasioni di case e gli arresti di massa di centinaia di palestinesi tra cui studenti, attivisti, parlamentari, leader politici e la presa di mira di ex prigionieri politici per ri-arrestarli e molestarli, compresa la cattura di 51 ex prigionieri liberati nello scambio di prigionieri del 2011 e un fallito tentativo di arrestare Samer Issawi, ex prigioniero in sciopero della fame.

  • – la demolizione di case palestinesi, lasciando sempre più famiglie senza casa;

  • – la violenza crescente e dilagante dei coloni e gli attacchi contro i palestinesi e le terre palestinesi in tutta la Cisgiordania;

  • – il bombardamento e distruzione di Gaza da parte di aerei da guerra dell’occupazione;

  • – la chiusura, il coprifuoco, i posti di blocco e le restrizioni di movimento imposti ai palestinesi;

  • – l’invasione dell’Università di Birzeit e gli arresti di studenti, assedi di varie organizzazioni della società civile e anche associazioni di beneficenza.

Questa brutale violenza da parte dello stato coloniale di apartheid razzista, delle sue forze armate e dei suoi coloni è in aumento giorno dopo giorno. La tortura dei prigionieri palestinesi è ormai ufficialmente sanzionata e il sangue palestinese scorre per le strade di Gaza e della Cisgiordania, e la gioventù palestinese viene calpestata sotto le ruote delle jeep dell’esercito invasore.

Questi crimini incontrano un opprimente silenzio internazionale e una totale complicità. I palestinesi continuano a resistere, a protestare, a vivere, a lottare, nonostante l’aggressione che minaccia la loro esistenza quotidianamente, nonostante la complicità e il tradimento di funzionari dell’Autorità Palestinese che continuano a impegnarsi nella cooperazione di sicurezza con l’occupante, che sta conducendo una guerra ai campi profughi, alle città e ai villaggi palestinesi. 

                           

Gli Stati Uniti, il Canada e l’Unione Europea hanno continuato a procedere come se nulla fosse e non hanno sollevato un singolo grido di protesta o di preoccupazione – al contrario, gli Stati Uniti continuano a spedire ogni giorno 10 milioni di dollari di aiuti per lo più militari verso lo stato di occupazione. È chiaro come siano partner a pieno dell’occupazione nella guerra in corso contro il popolo palestinese.

In un gesto particolarmente assurdo e offensivo lo stato di occupazione è stato eletto vice-presidente della quarta commissione delle Nazioni Unite – presentando i problemi della decolonizzazione e dei diritti dei rifugiati palestinesi, che l’occupante stesso ha negato negli ultimi 66 anni – mentre allo stesso tempo è impegnato in questo assalto coloniale, brutale e totale alle vite palestinesi.

La perpetrazione di tutto questo non può essere consentita in totale silenzio. Poco è stato ascoltato da parte dei mass media internazionali. Le organizzazioni internazionali che cercano di difendere i diritti umani – in particolare il Comitato Internazionale della Croce Rossa che testimonia quotidiane violazioni contro i prigionieri palestinesi – devono parlare e terminare il loro dannoso silenzio. La voce del popolo deve essere ascoltata.

Per l’ennesima volta è ora che i movimenti popolari del mondo scendano in piazza per esprimere la loro solidarietà con la Palestina e chiedere la fine della complicità in corso dei funzionari internazionali e il supporto verso l’occupante. I palestinesi stanno resistendo – ma l’immagine della gente in solidarietà proveniente da tutto il mondo, in piedi accanto a loro, sarà incoraggiante e darà forza al popolo palestinese, nella sua lotta contro un occupante crudele.

Vi invitiamo ad agire ora, oggi, con urgenza per sostenere il popolo palestinese sotto attacco. Il silenzio deve finire:

  1. Intensifichiamo il boicottaggio! L’arma critica di isolamento internazionale degli occupanti deve essere intensificata. Boicotta “Israele” a livello culturale, accademico ed economico. Esporre e colpire le corporazioni – come G4S – la cui tecnologia viene utilizzata per la guerra contro il popolo palestinese.

  2. Scendete nelle strade! Marciate, manifestate, rompete il silenzio negli spazi pubblici per chiedere la fine di questi attacchi. Parlamenti e governi devono essere ritenuti responsabili per la loro complicità.

  3. Occupate e fate chiudere i consolati e le ambasciate dell’occupazione. Queste ambasciate e consolati stanno liberamente operando in tutto il mondo, mentre i palestinesi stanno soffrendo arresti di massa, il coprifuoco, la chiusura e le uccisioni. Non dovremmo lasciare che lo stato di occupazione continui ad agire indisturbato per il mondo.

La solidarietà dei popoli del mondo con la Palestina e le nostre lotte collettive per affrontare il sionismo e l’imperialismo sono sempre stati una fonte di forza, mentre affrontiamo il brutale occupante. Questa è una situazione di emergenza. E’ ora di agire!

Da Palestina Rossa

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

attacco soldaticisgiordaniaidfisraelepalestinasolidarietastriscia di gaza

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vertice Nato: servili o complici?

Entro il 2035 la spesa militare dei 32 paesi della Nato dovrà raggiungere il 5% del PIL.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: bilancio delle due manifestazioni nazionali di sabato 21 giugno contro guerra, riarmo e genocidio

Sabato 21 giugno, a Roma, si sono svolte due manifestazioni nazionali contro la guerra, il riarmo e il genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: le loro armi, i loro profitti, i nostri morti

Più di 4.000 persone hanno manifestato e portato avanti delle azioni contro l’Air Show di Parigi, il commercio della morte e a sostegno della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA bombardano l’Iran, ogni maschera è caduta

Ieri notte gli USA hanno bombardato tre siti nucleari in Iran, quello di Fordo, di Isfahan e di Natanz ufficializzando di fatto l’entrata in guerra al fianco di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: media e organizzazioni documenteranno con una Missione di Osservazione la persecuzione politica a Eloxochitlán

Si tratta della prima missione di osservazione a Eloxochitlán che sorge “come una risposta urgente” alla violenza politica e giudiziaria contro la popolazione

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Difendere Anan, Alì e Mansour significa difendere la resistenza del popolo palestinese

Udienze ed iniziative all’Aquila Il 25, 26, 27 giugno si terranno al tribunale dell’Aquila tre udienze consecutive del processo ad Anan, Alì e Mansour, tre palestinesi accusati di proselitismo e finanziamento del terrorismo, contemporaneamente si terranno alcune giornate di mobilitazione. La corte ha intenzione di arrivare alla sentenza entro il 10 luglio. Le iniziative proposte […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

l’Occidente che uccide:retoriche vuote per giustificare l’ingiustificabile.

L’idea che si possa “difendere la civiltà” a suon di bombe e crimini di guerra è il paradosso fondativo del progetto coloniale. E oggi è il cuore della propaganda bellica israeliana, e di chi la sostiene in Occidente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello a mobilitarsi contro il salone del Bourget a Parigi.

Dal 16 al 22 giugno 2025, presso il centro espositivo di Le Bourget, a nord di Parigi, si terrà il 55° Salone internazionale dell’aria di Parigi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

MAGA vs neocons: la coalizione trumpiana si spacca sulla guerra all’Iran

Qualcosa di interessante sta accadendo all’interno della coalizione che ha portato alla vittoria Donald Trump: la tentazione di entrare in guerra direttamente contro l’Iran al fianco di Israele sta creando scompiglio.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Montichiari: cancellato il volo con i missili in transito.

Vittoria per lavoratrici e lavoratori. Revocato lo sciopero.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Chi importa in Europa il gas di Israele?

Le guerre di Israele si nutrono anche di gas: quello estratto dai giacimenti offshore di Tamar, Leviathan, Karish e Tanin (questi ultimi contesi con il Libano), e in previsione anche di quello sottratto ai palestinesi nei mari di fronte a Gaza. di Collettivo Gastivists, da ECOR Network Come è noto, nell’autunno 2023 il Ministero dell’Energia […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Una resa dei conti coloniale: come la guerra di Israele contro l’Iran riapre vecchie ferite

Riprendiamo di seguito questo articolo di Soumaya Ghannoushi, apparso su Effimera. Condividiamo in gran parte quanto scritto nel testo e nell’introduzione di Effimera, ci teniamo a sottolineare per quanto riguarda il nostro punto di vista che sicuramente quello del multipolarismo rappresenta un orizzonte del desiderio tra le masse del sud del mondo (ed anche qui […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ma quale “imperialismo iraniano”?

Per un attimo ci siamo illusi/e che di fronte a fatti di questa portata la priorità fosse quella di capire come opporsi, dal nostro lato di mondo, al caos sistemico che Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti, sta portando sulla regione.