InfoAut
Immagine di copertina per il post

Libano, la longa manus saudita

Re Abdallah dona 3 miliardi di dollari all’esercito di Beirut. Obiettivo, controllare le scelte politiche e il ruolo di Hezbollah nel conflitto siriano.

L’ennesima manifestazione dell’ingerenza saudita negli affari libanesi, fattasi sempre più stringente dopo la discesa in campo delle truppe di Hezbollah a fianco dell’esercito di Assad. L’obiettivo non troppo velato del regime wahhabita è infatti quello riuscire a creare attraverso la formazione di un governo di propria scelta le condizioni politiche tali da poter spingere le truppe del Partito di Dio a ritirarsi dal campo di battaglia siriano.
Già nel marzo scorso un tentativo in tal senso era stato fatto promuovendo la nomina di Talal Salman a primo ministro in sostituzione del dimissionario Najib Miqati. In autunno, indiscrezioni davano la garanzia del controllo sul Libano come conditio sine qua non pretesa dall’Arabia Saudita per la sua partecipazione ai colloqui di Ginevra II.

Le pressioni saudite non sono per adesso riuscite a mutare in maniera significativa i rapporti di forza tra gli schieramenti dell’8 e del 14 Marzo, le cui divergenze sulla legge elettorale e sui termini intorno a cui costruire il nuovo governo per condurre il Libano alle elezioni presidenziali e la cui infinita lotta per il potere, hanno gettato il Paese in un impasse istituzionale dal quale non sembra esserci via d’uscita.

Da un lato un 14 Marzo intenzionato a prendere il controllo del Paese puntando soprattutto sulla delegittimazione di Hezbollah, dall’altro un 8 Marzo intenzionato a non cedere sulla formula “popolo-esercito-resistenza” intorno alla quale ha costruito la propria legittimazione. Al centro Jumblatt e il suo Partito Socialista Progressista, che dopo un ennesimo riavvicinamento al 14 Marzo in primavera giocando un ruolo di primo piano nella scelta di Salman, ha fatto un passo indietro per le recrudescenze confessionali che stanno animando il conflitto siriano, potenzialmente pericolose per la comunità drusa di cui è storico leader di riferimento.
L’ingente donazione dell’Arabia Saudita potrebbe tuttavia avere un peso diverso. La necessità di formare un governo entro il termine stabilito del 25 marzo per evitare lo spauracchio del rinvio delle elezioni e l’oggettivo bisogno di liquidità delle forze armate messe sempre più alla prova dai riflussi del conflitto siriano, dalle pressioni islamiste e dalle nuove tensioni al confine con Israele potrebbero infatti verosimilmente tentare il Presidente Sulaiman ad accettare la soluzione del governo tecnico promossa da mesi dalla coalizione guidata da Hariri, alleato di ferro di re Abdallah.
Una soluzione che se da un lato porrebbe fine all’impasse, dall’altro farebbe uscire il Libano da quella neutralità formale rispetto al conflitto siriano grazie alla quale è finora riuscita ad evitare il collasso. Un rischio che in questa fase non può permettersi di correre. 
Di Rossana Tufaro per Nena News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

esercitolibano

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra la base del Tuscania al CISAM con il genocidio in corso in Sudan?

In Sudan si consuma un massacro che il mondo continua a ignorare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Milei-Trump hanno vinto e si sono tenuti la colonia

Il governo libertario ha imposto la paura della debacle e ha vinto nelle elezioni legislative.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina libera, Taranto libera

Riceviamo e pubblichiamo da Taranto per la Palestina: Il porto di Taranto non è complice di genocidio: i nostri mari sono luoghi di liberazione! Domani, la nostra comunità e il nostro territorio torneranno in piazza per ribadire la solidarietà politica alla resistenza palestinese. Taranto rifiuta di essere zona di guerra e complice del genocidio: non […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza è Rio de Janeiro. Gaza è il mondo intero

Non ci sono parole sufficienti per descrivere l’orrore che ci provoca il massacro di oltre 130 giovani neri, poveri, uccisi dalla polizia di Rio de Janeiro, con la scusa di combattere il narcotraffico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I “potenti attacchi” su Gaza ordinati da Netanyahu hanno ucciso 100 palestinesi

I palestinesi uccisi ieri dai raid aerei israeliani sono un centinaio, tra cui 24 bambini, decine i feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Monza: martedì 4 novembre corteo “contro la guerra e chi la produce”

Martedì 4 novembre a Monza la Rete Lotte Sociali Monza e Brianza e i Collettivi studenteschi di Monza hanno organizzato un corteo “Contro la guerra e chi la produce “.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra Leonardo con il genocidio a Gaza?

Gianni Alioti, ricercatore di The Weapon Watch – Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, ha scritto per Pressenza un approfondimento, con notizie inedite, sulle responsabilità di Leonardo nel genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: continuano gli attacchi israeliani nonostante la tregua del novembre 2024. Due persone uccise

Ancora bombardamenti israeliani nel sud del Libano, nonostante l’accordo di tregua concordato nel novembre 2024.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Coloni lanciano attacchi coordinati contro agricoltori e terreni della Cisgiordania

Cisgiordania. Negli ultimi giorni, gruppi di coloni hanno lanciato una serie di attacchi coordinati contro agricoltori e terreni agricoli palestinesi a Betlemme, al-Khalil/Hebron e nella Valle del Giordano settentrionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupazioni e proteste per la Palestina: gli aggiornamenti da Napoli, Torino e Verona

Proseguono le mobilitazioni in solidarietà con il popolo palestinese.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La società della resistenza e la liberazione degli oppressi. La lunga storia di Hezbollah

Appena il governo di Beirut ha deciso il disarmo di Hezbollah, immediatamente nella capitale sono scoppiate proteste e cortei, non solo opera del partito sciita, ma di molti altri partiti e semplici cittadini.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Georges Ibrahim Abdallah uscirà di prigione il 25 luglio, dopo 41 anni di reclusione

Abbiamo tradotto questo testo apparso su ContreAttaque in seguito alla notizia della decisione di fare uscire dal carcere Georges Ibrahim Abdallah dopo 41 anni di reclusione ingiusta, simbolo della persecuzione e dell’attacco da parte di Stati Uniti e Israele in primis e, di conseguenza della totale complicità di uno Stato europeo come la Francia, nei confronti di un militante anti-imperialista, rivoluzionario marxista libanese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Missioni militari 2025. Carta bianca per la guerra

“Sono attualmente in corso 39 missioni e operazioni internazionali, per una consistenza media di 7.750 unità, un contingente massimo autorizzato pari a 12.100 unità, e un onere finanziario complessivo che ammonta a 1,48 miliardi, divisi tra 980 milioni per il 2025 e 500 milioni per il 2026”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la sfida di una ricostruzione indipendente dagli interessi imperialisti

Abbiamo posto alcune questioni a Yussef Boussoumah, co-fondatore del Partito degli Indigeni della Repubblica insieme a Houria Bouteldja e ora voce importante all’interno del media di informazione indipendente Parole d’Honneur a partire dalla caduta del regime di Bachar Al Assad in Siria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Una fragile (sanguinosa) tregua

Alle 10 di questa [ieri] mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I giornalisti israeliani si uniscono al Genocidio trasmesso in diretta

Un noto giornalista israeliano ha recentemente fatto saltare in aria una casa in Libano come parte di un servizio giornalistico mentre era al seguito dell’esercito.