InfoAut
Immagine di copertina per il post

Libertè – Egalitè – Marine Le Pen

Il 2015 che doveva essere l’anno del successo elettorale delle nuove “sinistre”, a partire dalla spinta greca dell’esecutivo Tsipras, viene nei fatti sempre più caratterizzarsi come quello dello sfondamento delle neodestre populiste e nazionaliste. Non si può leggere se non in questa chiave la vittoria al primo turno delle regionali francesi del Front National di Marine Le Pen, capace di incrementare ulteriormente i già importati risultati ottenuti nelle scorse tornate per imporsi a primo partito di Francia.

Il partito della figlia di Jean-Marie viaggia intorno al 30% dei consensi, superando sia l’Ump di Sarkozy fermo al 27% che i socialisti incapaci di oltrepassare la soglia del 23%. Il Front National è così in testa in 6 delle 13 regioni interessate dal voto, capace di vincere la battaglia con Hollande riguardo a chi avrebbe usufruito del post-13 novembre e soprattutto in grado di disarticolare i richiami all’unità della Republique contro ogni forza “estrema” portati avanti dal Partito Socialista.

A trionfare è anche la politica di rinnovamento comunicativo del partito, con l’emergere di facce nuove come la nipote della Le Pen, Marion, e l’allontanamento più simbolico che reale del pioniere Jean-Marie dal partito. Vince il mix di apertura e tradizionalismo del nuovo FN, che da un lato approfitta della crisi e dell’allarme terrorismo per scatenarsi contro immigrazione e disoccupazione, per poi dall’altro aprire su temi un tempo tabù come i matrimoni gay e contemporaneamente liberarsi del passato più imbarazzante del partito per procedere nel percorso di de-diabolisation del partito.

E’ proprio il possibile scontro tra linee politiche di Marine e Marion il dubbio reale sul futuro del Front National, ma al momento le due hanno dimostrato di poter svolgere un ruolo complementare nell’affermazione del partito. A fare il resto hanno pensato, oltre che i fatti di cronaca parigini capaci di dare forza alla retorica anti-immigrazione del FN,  l’impronta sempre più neoliberista e securitaria del Partito Socialista e il passato compromesso dalla mala gestione del paese della destra “repubblicana” di Sarkozy.

A differenza del recente passato, sarà difficile che il ballottaggio porti a clamorosi stravolgimenti della situazione e quindi dell’affermazione finale in diverse contesti regionali del FN. Lo stesso ex premier francese, conscio del fatto che una “alliance” classica con il PS avrebbe fatto nient’altro che il gioco della Le Pen, rifiuta il tradizionale fronte repubblicano per non perdere consensi a destra, mentre il PS si è ritirato da diverse competizioni regionali proprio per convogliare il proprio voto verso Sarkò. Nel ballottaggio che si terrà fra due settimane sembra profilarsi dunque uno scontro tra Sarkozy e Le Pen, competizione che riflette lo spostamento a destra dell’elettorato francese e la definitiva scomparsa di qualsivoglia prospettiva di “sinistra” all’interno dello scacchiere transalpino.

A trionfare sul fronte nostrano è Matteo Salvini, che vede nell’affermazione della Le Pen un traino alla politica condotta nel nostro paese: il ducetto leghista si è pubblicamente speso in elogi al FN, parlando di modello vincente da replicare nel nostro paese. Le Pen che ringrazia l’alleato leghista, augurandogli la stessa fortuna nel nostro paese, dando ulteriore slancio al progetto salvinista che in stile lepenista moderno coniuga richiami indipendenza con retorica all’insegna della xenofobia, sulle orme di quanto proposto da teorici russi come Alexander Dugin sempre più ispiratori di ampie fette della nuova destra europea.

Un’Unione Europea decisamente di fronte al baratro dal punto di vista politico. Saltato di fatto Schengen, con i processi di unificazione validi solamente dal punto di vista della finanza e degli interessi delle banche, l’UE è sempre più un pasticcio geopolitico dove spinte divergenti di interessi nazionali contribuiscono alla disintegrazione di ogni tipo di progetto comune. Stati Uniti e Russia gongolano, mentre l’Europa come entità politica unitaria si disintegra sotto i colpi delle conseguenze di anni di politiche improntate unicamente a pauperizzazione sociale ed austerità.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

elezioniFrancialepenparigi

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele e Turchia premono sulla Siria del Sud-Ovest e del Nord-Est

In queste giornate di repentini cambiamenti vogliamo fare il punto con Eliana Riva, caporedattrice del giornale di informazione Pagine Esteri, rispetto a due elementi di particolare pressione sul territorio siriano, ossia Israele da un lato e la Turchia dall’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kobane pronta a resistere all’imminente invasione guidata dalla Turchia

Le Forze Democratiche Siriane (SDF), martedì, hanno lanciato un duro monito contro l’imminente invasione di Kobane da parte della Turchia. Sottolineando la storica resistenza della città, le SDF hanno giurato di difenderla insieme al suo popolo, facendo appello alla solidarietà internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la Turchia ammassa le truppe al confine e bombarda Kobane

Siria. La Turchia continua ad ammassare truppe al confine per invadere con le sue milizie jihadiste la città di Kobane, simbolo della lotta anti-Isis e della rivoluzione confederale del nord-est siriano. Da questo martedì 17 dicembre in corso anche bombardamenti di artiglieria sulla città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la sfida di una ricostruzione indipendente dagli interessi imperialisti

Abbiamo posto alcune questioni a Yussef Boussoumah, co-fondatore del Partito degli Indigeni della Repubblica insieme a Houria Bouteldja e ora voce importante all’interno del media di informazione indipendente Parole d’Honneur a partire dalla caduta del regime di Bachar Al Assad in Siria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La fine di Assad e l’inizio del califfato all’ombra di Ankara scompongono il mosaico siriano

La repentina caduta del regime alauita degli Assad riporta alla luce le fratture della Siria postcoloniale, frutto malsano dell’accordo Sykes Picot del 1916 fra Francia e Gran Bretagna, che ha diviso in modo arbitrario i territori che appartenevano all’impero ottomano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA minacciano la Siria: via le sanzioni solo se Damasco abbandonerà Teheran

Caduta Aleppo, si combatte intorno a Hama. Ieri migliaia di miliziani di Ha’yat Tahrir al Sham (Hts) e di altre formazioni jihadiste appoggiate dalla Turchia hanno ripreso ad avanzare verso la città un tempo roccaforte dell’islamismo sunnita. Incontrano la resistenza delle forze governative che sembrano aver in parte ricompattato i ranghi dopo il crollo ad […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Oltre 800 banche europee investono 371 miliardi di euro in aziende che sostengono gli insediamenti illegali in Cisgiordania

La Coalizione Don’t Buy Into Occupation nomina 58 aziende e 822 istituti finanziari europei complici dell’illegale impresa di insediamenti colonici di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: jihadisti filo-turchi entrano ad Aleppo. Attacata anche la regione curda di Shehba

In Siria a partire dal 27 novembre, milizie jihadiste legate alla Turchia hanno lanciato un’offensiva dalla regione di Idlib e raggiungendo i quartieri occidentali di Aleppo. Come sottolinea ai nostri microfoni Jacopo Bindi, dell’Accademia della Modernità Democratica, l’Esercito nazionale siriano, responsabile di attacchi nella regione di Shehba, è strettamente legato ad Ankara. Questo gruppo, che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Una fragile (sanguinosa) tregua

Alle 10 di questa [ieri] mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Entra ufficialmente in vigore il cessate il fuoco tra Libano e Israele

Riprendiamo l’articolo di InfoPal: Beirut. Il cessate il fuoco israeliano con il Libano è entrato ufficialmente in vigore mercoledì alle 4:00 del mattino (ora locale). Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato martedì sera che il suo governo ha approvato un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano, dopo settimane di colloqui […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Gli Stati Uniti verso le elezioni: guerre e guerra civile

Manca poco più di una settimana alle elezioni negli Stati Uniti e nonostante i pronostici regna l’incertezza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: “oltremare” sempre inquieto

Dalla Martinica alla Nuova Caledonia, i “territori d’oltre mare” sono percorsi da proteste e ribellioni. A cui il governo francese risponde con il copri-fuoco e la repressione

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: Barnier come primo ministro, il figlio del RN e del macronismo

Macron voleva concludere il suo mandato governando con l’estrema destra. È con questo obiettivo che ha inaspettatamente lanciato uno scioglimento d’emergenza prima dell’estate.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Francia: migliaia in corteo a difesa delle risorse idriche. Lancio di lacrimogeni da parte della polizia che vieta le manifestazioni

Movimenti e organizzazioni di base sono impegnati da ieri mattina in Francia in una mobilitazione internazionale lanciata da Soulevementes de la Terre e Bassines Non Merci in difesa della terra e delle risorse idriche, contro la costruzione di mega-bacini idrici nell’area di Poitou, nell’ovest del paese. Migliaia di persone in corteo. La polizia, anche a […]

Immagine di copertina per il post
Traduzioni

Un suspiro de alivio, nada más

Más que la victoria a medias de la izquierda en Francia, lo que realmente podemos celebrar es la derrota de la Agrupación Nacional de Le Pen. Una derrota clara, una buena noticia a corto plazo pero que, después de haber suspirado de alivio, nos obliga a hacernos unas cuantas preguntas

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Un sospiro di sollievo, nient’altro

Più che la vittoria dimezzata, per quanto in parte sorprendente, della sinistra in Francia ciò che c’è possiamo festeggiare è la sconfitta del Rassemblement National. Una sconfitta chiara, ed una buona notizia nel breve termine, ma che, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, ci costringe a porci diverse domande.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Elezioni in Francia: a che punto è la notte

Le elezioni francesi hanno confermato l’ascesa della destra del Rassemblement National e la fine del regno incontrastato della Macronie.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Tav segna il campo anche nella Francia in campagna elettorale.

Nel contesto di crisi di governo in Francia, dopo le dimissioni di Macron e lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale che ha portato a chiamare nuove elezioni, il tema del tav si pone ancora una volta come campo di battaglia.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Nanterre: marcia per Nahel e contro l’impunità della polizia.

Di seguito l’appello del Fronte Unito per l’Immigrazione e i Quartieri Popolari per chiamare alla marcia di sabato 29 giugno a Nanterre per fare giustizia per Nahel Merzouk e tutti i giovani uccisi dalla polizia nei quartieri popolari.