InfoAut
Immagine di copertina per il post

Nazione Mapuche: Pronunciamento del Coordinamento Arauco Malleco, “Le fiamme sono del capitale, le vite dei popoli oppressi”

Kiñe (uno): Gli ultimi incendi forestali che hanno devastato il Ngulumapu (territorio abitato dai mapuche ad ovest della cordigliera delle Ande, ndt) e altre zone di quello che attualmente chiamano Cile, non sono altro che una delle espressioni criminali del modello forestale, che anno dopo anno mostra la sua vera faccia: le conseguenze degli investimenti dei ricchi e delle transnazionali, le pagano le comunità e i settori impoveriti. Ma gli incendi non sono gli unici risultati delle imprese forestali nel nostro territorio: la desertificazione, le siccità, la contaminazione, la riduzione delle terre delle comunità, la cooptazione politica delle famiglie e delle persone vulnerabili, tra gli altri, sono alcuni dei problemi che ha arrecato questo modello di morte.

Epu (due): Deve essere chiaro che questo modello depredatore e crudele si fonda sull’usurpazione di terre mapuche, quelle che storicamente sono state utilizzate per gli interessi delle classi dominanti. Nel caso forestale, sono state terre accaparrate da capitali internazionali a bassi prezzi durante la dittatura, i quali cercarono la sovvenzione dello stato per produrre monocolture di pini ed eucalipti. È per questo la nostra persistente denuncia che lo stato è stato il principale alleato delle imprese forestali nell’incentivare i loro capitali, assicurare la loro produzione e mantenerli come settori di potere in collaborazione con i governi di turno.

Küla (tre): In relazione a quanto sopra dobbiamo domandarci perché non si cambia il modello capitalista, estrattivista e depredatore che impongono le forestali? E perché tutti i governi come lacchè hanno assunto i dettami dei gruppi economici? La risposta la troviamo nuovamente nella governance neoliberale di cui si è fatta carico l’amministrazione di Boric, il quale ha mantenuto la repressione nel Wallmapu per assicurare l’accumulazione di capitale nel settore forestale, aumentando le esportazioni di cellulosa e, con questo, la persistenza di un capitalismo coloniale nel nostro territorio.

Meli (quattro): È per quanto sopra, come parte del movimento mapuche autonomista ci siamo dichiarati nemici acerrimi delle forestali. Le abbiamo sempre combattute, attaccando in diverse occasioni i loro nuclei produttivi, ma mai causando incendi che si prendono le vite umane di settori impoveriti e men che mai che colpiscono la nostra stessa gente. È inconcepibile avere delle responsabilità nel momento in cui le nostre comunità vivono circondate dalle imprese forestali e la sopravvivenza è assolutamente dura in questa realtà. Gli incendi hanno chiaramente dei responsabili identificati; sono la Forestal Mininco, la Forestal Arauco e la CORMA, queste tre con la complicità dei governi di turno che non hanno mai fatto nulla per mitigare gli impatti ambientali ed ecologici dell’estrattivismo forestale, creando le condizioni ogni volta di più favorevoli a questi mega incendi. È la loro smisurata ambizione che sta dietro a queste fiamme e, per riempire le loro tasche, hanno dimostrato che non gli importa la vita umana né quella ambientale.

Come CAM, organizzazione che fa parte del movimento mapuche che lotta per la ricostruzione nazionale, facciamo appello a continuare a combattere le forestali e la loro cultura di morte e devastazione.

Il nostro più profondo dolore per le perdite subite dagli oppressi a seguito di queste fiamme, sappiano che li comprendiamo profondamente, giacché la nostra gente ha vissuto per decenni circondata dalle imprese forestali e dalle loro conseguenze.

Ma i popoli oppressi devono smettere di subire gli impatti dei potenti. È per questo che ci impegniamo a continuare in una lotta senza quartiere contro le imprese forestali fino a raggiungere la loro definitiva espulsione, questa è l’unica alternativa per vivere con dignità e per la ricostruzione del nostro itrofil mongen (tutto quello che esiste), la base della nostra società mapuche.

¡¡Weuwaiñ!! ¡¡Marrichiweu!!

(Vinceremo!! Dieci volte vinceremo!!)

COORDINAMENTO ARAUCO MALLECO – CAM

07 febbraio 2023

8 febbraio 2023

Resumen Latinoamericano

Traduzione di Comitato Carlos Fonseca

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

capitalismoESTRATTIVISMOincendiomapuche

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Federico II di Napoli: assemblea di massa in solidarietà con il popolo palestinese

Napoli venerdi 12 aprile, h 11.30. Dopo aver impedito al direttore di Repubblica Molinari di portare avanti la sua propaganda guerrafondaia, dopo aver occupato il rettorato, gli studenti della Federico II hanno costretto ad un tavolo il rettore Lorito.  L’aula Conforti della facoltà di Giurisprudenza è stracolma, parliamo almeno di 500 persone.  L’intervento d’apertura da […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le elezioni USA: non solo uno scontro tra un “rimbambito” e un “delinquente”

Dopo il Super Tuesday del 5 marzo, la partita delle primarie presidenziali negli Stati Uniti si è chiusa con lo scontato risultato della vittoria di Biden da un lato e di Trump dall’altro, che quest’estate verranno incoronati quali candidati per la corsa del novembre 2024 nelle Conventions dei rispettivi partiti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: non ci sarà paesaggio dopo la trasformazione

In un recente comunicato, l’Assemblea Comunitaria di Puente Maderas, Municipio de San Blas Atempa, Oaxaca, intitolato significativamente “Non ci sarà paesaggio dopo la trasformazione”, ribadisce il suo rifiuto fondato e il suo impegno di resistenza alla megaopera del Corridoio Interoceanico dell’Istmo di Tehuantepec.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’obiettivo finale di Netanyahu e le ambizioni regionali dell’estrema destra israeliana

Gli eventi degli ultimi giorni suggeriscono che potremmo vedere prendere forma l’obiettivo finale di Israele. Gli obiettivi del governo di estrema destra di Netanyahu non si limitano a Gaza: vuole conquistare tutta la Palestina e iniziare una guerra anche con Hezbollah e l’Iran.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Napoli: cariche alla manifestazione contro il concerto “in onore” dei 75 anni della NATO. 10 gli attivisti feriti

Scontri e feriti alla manifestazione contro la Nato e le politiche di guerra, 10 i manifestanti feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sudamerica: crisi diplomatica dopo l’assalto della polizia ecuadoregna all’ambasciata del Messico a Quito.

Il presidente messicano Obrador ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con l’Ecuador, dopo che la polizia ha fatto irruzione nell’ambasciata messicana a Quito per arrestare l’ex vicepresidente Jorge Glas, legato all’ex presidente Correa, da tempo rifugiatosi in Europa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Raid israeliano a Damasco: un quadro degli attori e delle strategie nel conflitto in Medio Oriente.

Proviamo a dare un quadro del clamoroso attacco dell’esercito israeliano contro la sede consolare iraniana nella città di Damasco (Siria), avvenuto lunedì 1 aprile, a cui ha fatto seguito l’attacco israeliano contro i convogli umanitari della WCK del 2 aprile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tribunale della libertà conferma gli arresti per Anan, Alì e Mansour

L’Italia conferma la propria collaborazione con il progetto israeliano di repressione della resistenza palestinese. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Alcune valutazioni post elezioni in Turchia.

Con Murat Cinar facciamo il punto sulle condizioni delle elezioni in Turchia e gli scontri tra popolazione e forze dell’ordine nei giorni immediatamente successivi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turchia: Erdogan tenta di delegittimare la vittoria di Dem nel sud-est del paese. Manifestazioni e scontri

Proseguono i tentativi del sultano Erdogan e del suo partito AKP di delegittimare i risultati espressi nel voto per le elezioni amministrative del fine settimana.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Perù volta le spalle agli accordi climatici. I soldi e le lobby vincono ancora

Il Congresso della Repubblica del Perù, con il consenso del Ministero dell’Energia e delle Miniere (Minem), ha abrogato la legge che fissava un termine per la rimozione dei minatori illegali dal REINFO, il registro ufficiale delle attività minerarie nazionali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi: verso il libero mercato?

L’intento è ben celato, ma evidente: smantellare la legge n. 185 del 1990, quella che introdusse in Italia “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”.

Immagine di copertina per il post
Culture

Alle radici della Rivoluzione industriale: la schiavitù

E’ considerato come uno dei più noti storici dei Caraibi, insieme a Cyril Lionel Robert James, soprattutto per il suo libro intitolato “Capitalismo e schiavitù”, appena pubblicato in Italia da Meltemi editore.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Paese Mapuche: la Via Istituzionale v/s Resistenza e Controllo Territoriale

Sotto uno stato capitalista e coloniale è impossibile garantire i diritti fondamentali dei popoli originari.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Argentina: voci, facce e comunità che dicono “no” all’attività mineraria del litio

“La rotta del litio: voci dell’acqua”, è il libro di Camila Parodi e Susi Maresca.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Resistenza, repressione e lotta contro il Mountain Valley Pipeline a sei anni di distanza in Appalachia

Da oltre sei anni, gli abitanti degli Appalachi conducono una campagna non-stop di azioni dirette per fermare la costruzione dell’oleodotto Mountain Valley Pipeline (MVP), il cui progetto è in ritardo “di sei anni sulla tabella di marcia e di circa mezzo miliardo di dollari sul budget”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Al via a Davos il meeting dei super ricchi del mondo: “I vostri sono affari di guerra, crisi sociale e climatica”

Al via la kermesse dei super ricchi mondiali presso l’esclusiva località sciistica di Davos, in Svizzera.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Paese Mapuche: il CAM in Sciopero della Fame dice che “Non ci può essere dialogo con militarizzazione, prigionieri politici e senza la restituzione delle terre”

Dal 13 novembre sono in sciopero della fame i prigionieri politici mapuche del CAM (Coordinamento Arauco-Malleco) reclusi nel CCP Biobío di Concepción, Ernesto Llaitul, Esteban Henríquez, Ricardo Delgado Reinao e Nicolás Alcamán, per chiedere l’annullamento della sentenza di condanna a più di 15 anni di reclusione che pesa su di loro.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il Decreto Crescita e il calcio ordoliberale

La mancata proroga del Decreto Crescita per la Serie A serve solo a dimostrare che il libero mercato del calcio non è tale

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La dittatura mineraria in tempi di democrazia elettorale

Le politiche estrattiviste hanno attraversato la “democrazia” argentina sotto tutti i governi, indipendentemente dal segno politico.