InfoAut
Immagine di copertina per il post

[NOT a presidential debate] Perché non Trump di nuovo?

||||

In vista delle presidenziali statunitensi 2020 tradurremo alcuni articoli apparsi su siti e riviste “di movimento” di oltreoceano (anche con punti di vista diversi dal nostro) con delle brevi introduzioni critiche. Crediamo che sia importante provare a rendersi conto del dibattito in corso nella “left” USA, tanto nella sua difficoltà, quanto negli spunti interessanti.

Per il momento non si vede la luce in fondo al tunnel e il portato del trumpismo con le sue articolazioni sociali rimane ancora incompreso e irrisolto. La risposta allo “shock” tarda a farsi avanti se non con proposte di riforma del capitalismo come il Green New Deal che però non paiono avere al momento la forza di confrontarsi con l’armamentario del “Make America Great Again”.

Ed ora qualcosa di completamente diverso… Dopo le due precedenti traduzioni che riportavano il dibattito in corso dentro la “left” che sostiene la candidatura di Bernie Sanders se pure con posizioni diverse pubblichiamo un pezzo apparso su Platypus Affiliated Society che offre una lettura differente della fase elettorale. Platypus si propone di “esplorare i compiti improbabili ma non impossibili e il progetto della riemersione di una sinistra critica con intento sociale di emancipazione. Non vediamo l’ora di dare un contributo critico ma vitale a un possibile “ritorno a Marx” per il potenziale rinvigorimento della sinistra nei prossimi anni.” L’articolo che abbiamo tradotto firmato da Chris Cutrone offre un punto di vista abbastanza inedito in cui, provocatoriamente?, si chiede se in fondo non sia meglio la rielezione di Trump. Trump e il trumpismo vengono considerati da Cutrone come una variabile impazzita dentro l’apparato statale USA. Una variabile in grado di aumentare la confusione dentro gli assetti istituzionali USA e quindi (ne deduciamo noi) aprire contraddizioni possibili da percorrere dal basso.

 

“Nothing’s ever promised tomorrow today. . . . It hurts but it might be the only way.”

Kanye West, “Heard ‘Em Say” (2005)

“You can’t always get what you want / But if you try, sometimes you find / You get what you need.”

The Rolling Stones (1969)

Kanye West, è risaputo, accusò il presidente George W. Bush per “non interessarsi delle persone di colore”. Il signor West adesso dice che sono i Democratici a non interessarsi alle persone di colore. Ma pensa che a Trump importi davvero.

West, che ha ricevuto una laurea ad honorem dal School of the Art Institute di Chicago pochi anni fa, intende tornare da Hollywood a Chicago, che descrive come un Sunken Place (ndt.

“Il luogo metaforico in cui una persona oppressa si trova quando è diventata silenziosa o conforme alla propria oppressione.” secondo Urban Dictionary)

La moglie di West Kim Kardashian ha convinto il presidente Trump a liberare Alice Johnson dalla galera, una anziana signora di colore, e di avviare la legislazione sulla riforma della condanna della giustizia penale denominata “First Step Act”. I prigionieri sono stati rilasciati per unirsi alla forza lavoro in funzione del fatto che la domanda di lavoratori è stata notevolmente aumentata per via della ripresa economica sotto l’amministrazione Trump. La ragione di una tale riforma ora, dopo la Grande Recessione, sarà questa domanda di forza lavoro – non più la necessità di “immagazzinare” i disoccupati.

Trump affrontò e vinse le elezioni insistendo sul “lavoro, lavoro, lavoro!”, e adesso definisce il suo Partito Repubblicano come impegnato per “il diritto alla vita e alla dignità del lavoro”, che è una definizione di ciò che significa per lui “Make America Great Again”. Ora questa sarà la base per la sua rielezione nel novembre 2020, per “promesse mantenute”.

La attuale farsa dell’impeachment è davvero come Trump la chiama: i Democratici motivati dall’indignazione per la sua esposizione della loro vergognosa corruzione politica, con la famiglia Biden in primo piano. Dopo aver percosso gli infami Clinton nel 2016, sta continuando a battere questo tamburo per il 2020. Non aspettatevi che smetta. I Democratici hanno voluto chiedere l’impeachment per Trump dal momento in cui è stato eletto, anzi anche prima, ma alla fine ci sono riusciti quando li ha messi a nudo – quando ha esposto il loro candidato.

Trump ha fatto un’offerta di cooperazione bipartisan su tutto dal commercio alla riforma dell’immigrazione. E’ andato fino al punto di dire, quando si congratulava con i Democratici per la vittoria alle elezioni di midterm, che sarebbe stato potenzialmente più in grado di realizzare la propria agenda con un congresso a maggioranza democratica, perché non avrebbe più dovuto affrontare la resistenza dei Repubblicani mainstream di establishment contrari alle sue politiche. Nel suo “State of the Union Address” (ndt. l’annuale discorso del presidente) al Congresso quest’anno, Trump ha contrastato l’offerta di negoziazione e cooperazione con la minaccia di indagini. A quanto pare l’FBI, la CIA e altro personale dei servizi di sicurezza degli US che ha tentato di incriminare Trump di opposizione politica ora si sta trovando ad essere obbiettivo a sua volta di indagini. Alcuni di loro andranno probabilmente in prigione. Il bolso stato della sicurezza nazionale è sgomento e in ritirata di fronte a Trump. – Bene!

Quali sono gli argomenti contro la rielezione di Trump? Che è assolutamente insopportabile come presidente degli Stati Uniti? Che Trump dovrebbe essere fermato perché il mondo sta per finire (ndt. Letteralmente “perché il mondo sta finendo il suo tempo”, probabilmente con riferimento alla crisi ecologica)? O riguardo al tempo trascorso dai bambini separati dai genitori detenuti in condizioni atroci in spaventosi centri di detenzione per l’immigrazione, o in quello dei ghiacciai che cadono nell’oceano? Tutte queste cose continueranno senza sosta, con o senza Trump. I Democratici non possono e non vogliono fermare queste cose – né tantomeno le rallenteranno.

Qual è l’argomento per eleggere i Democratici, allora? Un Green New Deal? – Non succederà mai: Obama lo promise già nel 2008. Che loro restaureranno la “civiltà” nella vita americana? Come ce l’avevamo con Obama? In altre parole, le stesse condizioni, ma con un sorriso confortante al posto di un’irritante smorfia?

Ma i sostenitori di Trump si sono infastiditi con Obama e sono stati rassicurati dalla fiducia di Trump nell’America: il sorriso di Trump non è sarcastico; Obama lo è stato spesso. I democratici non meritano quel sogghigno?

I democratici introdurranno cure sanitarie di qualità gratuite per tutti? – Non durante questa vita!

Non lo farà neanche Trump. Ma non perché non vuole: lo vuole sicuramente; pensa che sia assurdo che il paese più ricco della storia mondiale non possa provvedere ai suoi cittadini. Ma cosa puoi fare?

L’ultima volta l’assistenza sanitaria nazionale è stata lanciata come proposta da Nixon. Ma è stato sconfitto da democratici e repubblicani. Anche Nixon ha lanciato l’UBI (Universal Basic Income) – ma è stato contrastato dai democratici, in particolare dai loro sindacati, che – giustamente – hanno affermato che i datori di lavoro lo avrebbero usato come scusa per pagare i lavoratori molto meno. L’aborto è stato legalizzato quando erano necessari meno lavoratori.

Ma quello fu un periodo diverso – prima della generale recessione economica del 1973 che portò all’ultima generazione di neoliberismo, austerità e una società di autostima difensiva e pessimismo. Ora, è probabile che ci stiamo dirigendo verso un periodo di crescita capitalistica di nuova generazione – e ottimismo. – Almeno, è possibile. Nixon e Mao concordarono sul fatto che “ciò che la sinistra propone, noi [la destra] realizziamo”.

Siamo sull’orlo di una nuova era progressista post-neoliberista, allora? Non ci contate – almeno non con i Democratici! Non lasceranno che il loro candidato alla presidenza il prossimo anno sia Bernie Sanders. – Probabilmente, non lasceranno nemmeno che sia Warren. E comunque, dopo Obama, nessuno ci crederà davvero. Anche se Bernie fosse eletto presidente, dovrebbe affrontare un partito democratico ostile tanto quanto i repubblicani al Congresso. È improbabile che la squadra di AOC (ndt. Alexandria Ocasio-Cortez) et al. continuerà a essere rieletta, per non parlare dell’espansione dei ranghi dei loro “socialisti” democratici in carica. Il DSA (Democratic Socialists of America) ha già raggiunto il picco, anche prima della miseria ingrata della ricerca di voti Democratici – non “socialisti” – nelle prossime elezioni. Il futuro non appartiene a loro, ma al segretario generale del Partito comunista cinese Xi Jinping ospitato da Trump a Mar-a-Lago. Il cambiamento climatico deve essere fermato dalla Cina.

(L’indicatore più chiaro del voto negli stati americani per Trump nel 2016 era la densità delle famiglie di militari – non a causa del patriottismo ma dell’affaticamento della guerra: Trump ha mantenuto la sua promessa di ritirarsi dagli interventi della war on terror mentre finanziava i militari, ed è il presidente della pace che Obama avrebbe dovuto essere, attirando e cercando soluzioni negoziate con tutti, dalla Corea del Nord, alla Repubblica islamica dell’Iran e ai talebani in Afghanistan; i neocon sono fuori e si riuniscono con i democratici.)

Gli argomenti contro Trump da parte dei democratici sono stati pessimistici e conservatori, diffidenti e persino sospettosi nei confronti degli elettori americani – ai quali si oppone una fiducia e ottimismo inarrestabili, basati sulla fiducia nella società americana. Trump considera coloro che votano contro di lui come in errore, ma non nemici. Mentre i democratici considerano gli elettori di Trump come nemici – deplorevoli e persino irredimibili.

I miei amici musulmani che si oppongono a Trump – metà di loro sostengono Trump – hanno detto che dopo la sua elezione nel 2016 hanno trovato i loro vicini che li guardavano in modo diverso – sospettosamente. Ma penso che (ndt. La sua elezione) li abbia spinti a guardare gli americani in modo diverso – sospettosamente. Ma è lo stesso paese che ha eletto Obama due volte.

Se l’America di Trump è davvero il posto odioso che i democratici dipingono, ad esempio nel loro LGBTQ + CNN Town Hall (ndt. Un programma televisivo in cui i candidati del Partito Democratico si confrontavano con le istanze della comunità LGBTQ), in cui i manifestanti hanno espresso l’estrema vulnerabilità delle “donne trans di colore”, allora bisogna ammettere che tale violenza è perpetrata principalmente da ricchi uomini bianchi etero tanto quanto da “uomini eterosessuali di genere cis – e donne – di colore”. – Dovremmo tenerli in prigione?

L’unica risposta dei democratici al razzismo, al sessismo e all’omofobia è licenziare le persone e metterle in prigione. – Mentre Trump li fa uscire di prigione per dargli un lavoro.

Forse il loro ottenere lavoro aiuterà noi, anche.

Quindi: perché non Trump di nuovo?

 

 

 

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

NOT A PRESIDENTIAL DEBATEtraduzionitrumpUsa

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Li hanno uccisi senza che muovessero un muscolo”: Esecuzioni sommarie, fame e sfollamenti forzati da parte dell’esercito israeliano nel Nord di Gaza

La squadra sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato strazianti episodi di uccisioni sommarie ed esecuzioni extragiudiziali di civili da parte di soldati israeliani, eseguite senza alcuna giustificazione. Fonte: English version Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 17 novembre 2024Immagine di copertina: Il fumo si alza da un edificio residenziale dopo un attacco israeliano a Beit […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nuova Zelanda: migliaia di indigeni Maori assediano il Parlamento

Dopo poco più di una settimana, la marcia lanciata dal popolo Maori in difesa dei propri diritti è arrivata a Wellington.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele: manifestazione regionale a Torino

Nella giornata di sabato 5000 persone provenienti da tutto il Piemonte si sono radunate a Torino per dare vita ad un ricco e partecipato corteo regionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupata la Leonardo spa dall’Intifada Studentesca a Torino

Ieri come Intifada studentesca abbiamo occupato la sede della Leonardo Spa! In 50 siamo entratə all’interno dello stabilimento mentre altre 50 persone bloccavano l’ingresso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La coreografia pro-Palestina degli ultras del PSG è diventata un vero e proprio caso politico

Riprendiamo l’articolo di Calcio e Rivoluzione, che mette in luce il caso politico nato intorno alla coreografia pro-Palestina messa in scena dagli ultras del PSG durante una partita di Champions League. Questo episodio ha scatenato reazioni accese da parte delle autorità francesi e aperto un dibattito sul rapporto tra politica e sport, evidenziando come certi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Netanyahu si nasconde in un bunker sotterraneo per paura degli attacchi dei droni

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe lavorato da una “camera blindata sotterranea” per paura di subire attacchi drone di rappresaglia da parte dei movimenti di resistenza regionali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La vergognosa narrazione occidentale mostra nuovamente il significato di informazione di guerra

Venerdì 9 novembre i militari dell’IDF (ricordiamo che in Israele è presente la leva obbligatoria) e tifosi del Macabi Tel Aviv hanno strappato e bruciato bandiere palestinesi dai balconi olandesi, insultato e aggredito persone e giornalisti, inneggiato alla morte degli arabi e dei bambini palestinesi per ore nel centro cittadino e fischiato il minuto di silenzio ai morti di Valencia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Amerika Trump again

Fin dalle prime ore dall’inizio dello spoglio, la vittoria elettorale di Trump si stagliava netta, ben oltre le previsioni di chi scommetteva sulla sua rielezione, macinando stato in bilico dopo stato in bilico, mentre Fox News si sbilanciava a dichiarare la vittoria in anticipo su tutte le testate nazionali del mainstream media a stelle e strisce. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele! Contro l’Occidente genocida, colonizzatore e guerrafondaio! Resistenza fino alla vittoria!

Di seguito pubblichiamo l’appello per la manifestazione regionale di sabato 16 novembre che si terrà a Torino.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ancora Trump, non stupitevi

Ad un primo sguardo superficiale queste elezioni negli Stati Uniti sono state un replay di quelle del 2016. Trump vince nonostante le previsioni dei sondaggisti più autorevoli.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il genocidio a Gaza e le elezioni USA

Gli ambienti a sinistra del Partito Democratico negli USA stanno affrontando un profondo dibattito con al centro la questione palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Elezioni USA: che paese arriva al voto del 5 novembre 2024? Intervista all’americanista Ferruccio Gambino

Usa: martedì 5 novembre 2024 il voto per le presidenziali. Ultimi fuochi di campagna elettorale, con i sondaggi danno la Harris avanti nel voto popolare su scala federale, con il 48,1% contro il 46,7% di Trump.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Gli Stati Uniti verso le elezioni: guerre e guerra civile

Manca poco più di una settimana alle elezioni negli Stati Uniti e nonostante i pronostici regna l’incertezza.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Strike in USA. Sulla conflittualità sindacale negli Stati Uniti.

Abbiamo parlato con Vincenzo Maccarrone, corrispondente del Manifesto, dell’aumento della conflittualità sindacale negli Stati Uniti

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attivisti ebrei contro il genocidio bloccano la borsa di New York

Lunedì 14 ottobre, un gruppo di attivisti del collettivo “Jewish Voices for Peace” ha preso d’assalto la Borsa di New York per chiedere la fine dei crimini commessi da Israele e il blocco delle forniture di armi allo Stato coloniale.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Portuali in sciopero negli USA

Negli Stati Uniti è in corso uno dei più grossi scioperi dei lavoratori portuali della costa est dagli anni 70.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

USA: sciopero all’azienda Boeing

Lo sciopero alla Boeing, grande azienda statunitense che produce aerei civili e militari, ha coinvolto moltissimi lavoratori nell’area di Seattle che hanno aderito allo sciopero a seguito di una negoziazione sindacale che ha disatteso diversi obiettivi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dall’Italia a Israele passando per gli USA, le armi di Leonardo consegnate a Tel Aviv

Quanto ha fatturato Leonardo S.p.A. con i cannoni utilizzati dalle unità della Marina militare israeliana per bombardare ininterrottamente dal 7 ottobre 2023 Gaza e il suo porto?