PALAZZO NUOVO OCCUPATO!PALESTINA LIBERA, PALESTINA CHE RESISTE!
Riportiamo il comunicato degli studenti e studentesse per la Palestina, mobilitatesi in questi giorni a Torino, e che rilancia sul futuro affinché si continui a organizzare un fronte concreto di solidarietà con la resistenza palestinese.
Mercoledì pomeriggio a seguito di un’assemblea partecipata da centinaia di studentesse e studenti dell’Università di Torino abbiamo deciso di occupare l’Ateneo contro la complicità del Governo Meloni e dell’istituzione universitaria al massacro che sta avvenendo in Palestina ad opera dell’entità sionista. Concluso il momento assembleare che all’unanimità ha stabilito il blocco della didattica, siamo partiti in corteo dentro le mura di Palazzo Nuovo bloccando le lezioni e proclamando l’occupazione, unendoci così all’appello fatto dall’Università di Birzeit. Abbiamo anche esposto dalla cima della Mole Antonelliana uno striscione per il “cessate il fuoco” mentre una delegazione di studenti ha bloccato per circa un’ora l’entrata del Museo del Cinema. La sera poi, concluso l’incontro che ha visto in dialogo con centinaia di studenti la storica militante della resistenza palestinese Leila Khaled, abbiamo fatto un breve corteo spontaneo nei pressi di Palazzo Nuovo. Rispondiamo così non solo all’indifferenza che i luoghi del sapere hanno dimostrato nei confronti dello sterminio del popolo palestinese, ma anche alle responsabilità specifiche che hanno. Nel corso del tempo gli atenei hanno sottoscritto accordi di ricerca e sviluppo con aziende produttrici di armamenti che riforniscono tutti gli scenari di guerra e oggi si arricchiscono vendendo a Israele gli armamenti con cui sta massacrando i palestinesi. Oltre gli accordi, all’industria bellica è concesso ogni spazio per proporsi agli studenti e fare recruiting. Non possiamo tollerare che nell’università pubblica si effettui ricerca volta al massacro dei popoli, non permetteremo alle università di rendersi ulteriormente complici di quanto sta avvenendo.
Oggi [venerdì 17 novembre, ndr] siamo scesi in piazza con un nutrito spezzone universitario partito dall’occupazione per partecipare al corteo studentesco indetto contro la riforma Valditara. Il copione è sempre lo stesso: la polizia ha tentato di impedire il tranquillo svolgimento della manifestazione bloccando gli studenti su Corso Vittorio, la determinazione però anche questa volta ha pagato e anticipando le mosse della controparte siamo riusciti ad arrivare in Piazza Castello passando da improvvisati passaggi di fortuna come il parcheggio sotterraneo che collega Porta Nuova con la piazza. Su corso Vittorio gli studenti hanno imbrattato di rosso i cartonati di Meloni e Netanyahu che si stringono la mano, poi una volta raggiunta la Regione abbiamo bruciato la bandiera israeliana perchè respingiamo la legittimità di uno stato impiantato illegittimamente nel mezzo del Medio Oriente per destabilizzare la zona e imporre interessi occidentali attraverso il colonialismo e le armi, a maggior ragione in questo momento. Nel percorso abbiamo avuto il piacere di incrociare alcuni manifesti elettorali di Maurizio Marrone e chiaramente ci è sembrato un assist perfetto per ricordare che un mese fa circa a causa dell’incontro a porte chiuse che tale consigliere avrebbe voluto fare indisturbatamente dentro gli spazi del Campus, siamo stati picchiati dalla celere per permettere a 4 fascisti contati di poter uscire con tanto di scorta.
Da più di un mese assistiamo all’intensificazione del genocidio ai danni del popolo palestinese. Solo a Gaza sono più di 14.000 le persone uccise per mano dell’esercito israeliano di cui 2600 studentesse e studenti di vario ordine e grado. Al tempo stesso sono state bombardate più di 212 scuole che attualmente fungevano come rifugio per le persone sfollate in seguito ai bombardamenti. Questa barbarie non inizia il 7 ottobre ma ha alle spalle 75 anni di colonizzazione e segregazione portati avanti in barba agli accordi e al diritto internazionale. Il governo italiano ha espresso fin da subito il suo sostegno incondizionato allo stato di Israele, ignorando gli innumerevoli crimini di guerra perpetrati, al punto da non votare la risoluzione Onu per un cessate il fuoco a Gaza.
Le università si sono allineate all’esecutivo Meloni, difendendo tutti gli accordi in atto con aziende e atenei israeliani e censurando ogni voce a sostegno del Popolo Palestinese. Come comunità universitaria tutta dobbiamo agire concretamente per fermare il massacro in corso, per una Palestina libera e per la fine dell’occupazione israeliana. Lottiamo per un immediato cessate il fuoco, per l’impegno internazionale nell’invio di aiuti umanitari e per l’effettivo ingresso di questi come primo strumento di tutela del popolo palestinese.
Dall’Università di Torino pretendiamo:
• la rescissione di ogni accordo accademico con gli atenei israeliani;
• stop alla ricerca in ambito bellico;
• spazi liberi dalla censura.
La nostra lotta continua verso il 29 novembre, quando ci mobiliteremo contro il posizionamento della prima pietra della Cittadella dell’Aereospazio di corso Marche, ennesima opera ad uso bellico compartecipata dalle nostre università con la presenza di Leonardo, Thales Alenia e NATO.
Non c’è pace sotto occupazione: con la Palestina fino alla vittoria!
-Studenti per la Palestina-
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