InfoAut
Immagine di copertina per il post

Palestina: chi approfitta del coronavirus?

||||

In un articolo pubblicato dal giornale israeliano Israel Hayom si legge che la  pandemia da coronavirus, pur comportando nel futuro maggiori rischi, più instabilità nella regione e difficoltà nel commercio mondiale, offrirà nuove opportunità a Israele. Infatti il Ministero per gli Affari Esteri israeliano ”prevede un aumento della domanda mondiale di prodotti di alta tecnologia, soprattutto nell’ambito della gestione e della sorveglianza a distanza. Questo potrebbe essere un affare per Israele, che dispone di un settore di alta tecnologia molto sviluppato.”

Israele è, infatti, tra i primi al mondo nella produzione e fornitura di prodotti per l’intelligenza artificiale applicata a sorveglianza e controllo, di videocamere smart e macchine biometriche da usare nei checkpoint, di termoscan da installare in aeroporti e stazioni, di applicazioni robotiche da usare in ogni tipo di emergenza e di droni progettati ad hoc per i cordoni sanitari.

La robotica e altri sistemi di controllo a distanza sono sviluppati in Cina e paesi limitrofi, ma non altrettanto in occidente, salvo che negli Stati Uniti, e in altre parti del mondo, dove quindi Israele prevede di poter fare lauti affari in futuro.

Questo tipo di tecnologia è realizzata da varie aziende israeliane ed usata da anni dai suoi apparati militari e di intelligence per tracciare e seguire ogni movimento della popolazione palestinese sia nei territori occupati della Cisgiordania che dentro Gaza e nel mondo. È anche attraverso l’uso delle applicazioni più raffinate che Israele riesce a programmare assassini mirati in Palestina e altrove.

Una delle compagnie più note è il Gruppo NSO, che produce un malware denominato Pegasus che, inserito nel telefono cellulare dei soggetti target, ne estrae qualsiasi informazione privata, immagini, registrazioni, password, mail etc. Questo sistema viene venduto solo ai governi ed è stato usato, secondo diverse denunce anche di Amnesty International,  contro giornalisti e attivisti, e, secondo il dissidente saudita Omar Abdulaziz, rifugiato in Canada,  per tracciare Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente che sarebbe stato ucciso su ordine del principe dell’Arabia Saudita Ibn Bin Salman.

L’uso di una versione adattata del malware della NSO è stato proposto dal Ministro della Difesa Naftali Bennett per tracciare la popolazione in seguito alla pandemia da Covid-17. Il sistema assegna ad ogni individuo un grado infettivo che va da 1 a 10, lo localizza in tempo reale e lo può seguire nei suoi spostamenti e nei suoi contatti. La proposta ha destato preoccupazioni perfino in Israele, con il Procuratore generale che si era opposto. Tuttavia, N.Bennett insiste perché la NSO sia coinvolta nel tracciamento e l’impresa sta presentando i suoi prodotti ai governi di molti paesi nel mondo come soluzione al contenimento del virus.

Degno di nota è che sia lo Shin Bet, l’agenzia di sicurezza israeliana per gli affari interni, non il Ministero della sanità, a gestire il controllo e il tracciamento di tutta la popolazione, iniziato senza che, peraltro, vi sia stato alcun passaggio parlamentare. La Corte Suprema israeliana ha posto il blocco sul controverso programma fino a quando non ci sarà una legge che lo autorizzi, anche se permette al programma di continuare mentre si discute in parlamento. In una intervista al sito israeliano YNetNews, Edward Snowden si è detto sorpreso che nessuno in Israele sollevi la questione.

Queste tecnologie sono state sviluppate e migliorate attraverso l’uso e la sperimentazione sui palestinesi, sui quali sono applicate in modo ancora più invasivo e permettono ai militari israeliani di controllare completamente la loro vita, estrapolando dati ben oltre quello che è necessario per il controllo dell’infezione. Per affermazione degli stessi militari israeliani le informazioni estratte sono usate negli interrogatori dei prigionieri politici palestinesi, per operare ricatti, per creare divisioni nella società palestinese e per reclutare spie.

Vendere una applicazione testata sui palestinesi costituisce un importante “marchio di qualità” come per tutte le armi e le tecnologie militari che Israele vende in tutto il mondo, invariabilmente col marchio di qualità loro conferito dall’essere state sperimentate con successo sulle cavie palestinesi.

L’Unione Europea e i suoi governi, con cui ci sono stati incontri sul tema, sono consapevoli di tutto ciò, ma potrebbero adottarla, col pretesto dell’epidemia, dando così ad Israele la possibilità di controllare chiunque e ovunque. Non solo, l’eccellenza israeliana nella produzione di sistemi di controllo per attività di tracciamento e sicurezza, molto apprezzate dai governi di tutto il mondo, contribuisce a normalizzare i crimini commessi sistematicamente da Israele e a conferirgli l’impunità di cui gode.

L’occasione per mostrare alla comunità internazionale i risultati raggiunti nella robotica, nel controllo a distanza, nell’intelligenza artificiale, nelle nanotecnologie, nella biometrica, nei riconoscimenti facciali, nelle tecniche cibernetiche e nell’uso duale, civile e militare, di tali applicazioni, sarà la iHLS Inno Tech Expo, a Tel Aviv, il 18-19 novembre 2020, virus permettendo.

Nel frattempo, mentre l’epidemia si espande, i Palestinesi sono tracciati, abbandonati a sé stessi e soggetti a continue vessazioni da parte dei coloni nei Territori Occupati. Qui, militari e coloni sfruttano la situazione di emergenza ed isolamento per aumentare le loro violenze contro i palestinesi, imprigionando perfino i bambini, che, rinchiusi in celle affollate ed in pessime condizioni igieniche, sono esposti al contagio. 

Ora il Muro dell’Apartheid e i reticolati sono diventati porosi al passaggio dei palestinesi, giacché per sostituire i lavoratori israeliani in quarantena servono i palestinesi dei Territori Occupati che vengono messi al lavoro senza alcuna protezione. Se ne libera tuttavia Israele, ai primi potenziali sintomi di infezione, senza peraltro fare alcuna verifica sanitaria, scaricandoli come sacchi di patate vicino al confine.

Per non parlare di Gaza, dove i servizi sanitari non sono mai stati ricostituiti davvero dopo i ripetuti bombardamenti israeliani, dove non esiste possibilità di distanziamento a causa della densità della popolazione, dove in breve tempo si sono esaurite le scorte di tamponi e reagenti per verificare i contagi nell’unico vecchio laboratorio adatto a questo scopo, visto l’assedio che dura da oltre 12 anni.

Anziché togliere il blocco e permettere il normale transito di beni e merci, comprese medicinali e attrezzature ospedaliere, Israele approfitta della situazione per aumentare il controllo sugli abitanti di Gaza. È di pochi giorni fa l’annuncio che a Gaza dovrebbe essere installato un laboratorio per testare Covid-19 in situazioni di emergenza grazie alla partnership tra la compagnia cinese BGI specializzata nel sequenziare genomi e la compagnia israeliana AID Genomics che produce tecnologie ad uso sanitario. Entrambe avrebbero ottenuto il beneplacito sia delle autorità israeliane che di quelle palestinesi. Il laboratorio, se installato, sarebbe in grado di processare fino a 3.000 test al giorno. Da Gaza non sono pervenute conferme.

Di certo molti stanno lucrando su questa tragedia, mentre diverse presunte eccellenze si stanno rivelando mediocri improvvisazioni. Forse anche questo caso è da riferire alla solita propaganda di Israele per rinforzare la sua immagine nel mondo.

Gruppo di lavoro Embargo Militare BDS Italia

Da Palestina Rossa

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

CORONAVIRUSisraelepalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ci stanno preparando alla guerra. E lo fanno contro di noi

Se militarizzano la società e ci chiamano nemici, la risposta è una sola: disertare la loro guerra, sottrarsi alla paura, spezzare il linguaggio che la legittima, difendere lo spazio vivo del dissenso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Venezuela: gli Stati Uniti rivendicano un atto di pirateria nei Caraibi

“Bene, lo teniamo, suppongo”, ha affermato Donald Trump dopo essere stato consultato dai giornalisti sull’uso del greggio della petroliera sequestrata di fronte alle coste del Venezuela.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Regione Sardegna apre all’ampliamento della fabbrica di bombe RWM

La fabbrica RWM da anni attiva in Sardegna in una porzione di territorio, il Sulcis, di proprietà della tedesca Rheinmetall, vedrà molto probabilmente il via libera per il suo ampliamento.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il fumo di Gaza oscura le fiamme della Cisgiordania: il Progetto Coloniale reso permanente

Mentre gli occhi internazionali sono puntati su Gaza, Tel Aviv sta portando avanti la sua più aggressiva campagna di Pulizia Etnica e furto di terre nella Cisgiordania Occupata dal 1948.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ucraina, prof Carpi: “Gli accordi veri saranno saranno sugli interessi riguardanti la futura ricostruzione”

“Ho poca fiducia che l’Europa possa effettivamente svolgere un ruolo di mediazione; gli europei stanno procedendo in ordine abbastanza sparso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contro la falsa “pace” – Manifestazione regionale piemontese

In Palestina la Pace di Trump non è mai esistita, sono state oltre 400 le violazioni della tregua compiute da Israele

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torturato Marwan Barghouti

Il noto prigioniero politico palestinese Marwan Barghouti è stato aggredito brutalmente dalle guardie carcerarie israeliane, secondo le informazioni trasmesse alla sua famiglia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: oltre 10 mila violazioni dalla tregua da parte di Israele

In queste settimane si sono verificati nuovi bombardamenti in Libano, in particolare nel sud, mentre si registrano droni che sorvolano la zona e che hanno lanciato esplosivi in diverse città come nel caso di Aitaroun, con la scusa di voler colpire Hezbollah.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Germania: “Non siamo carne da cannone”, sciopero studentesco contro il servizio militare. Il Bundestag approva la leva

Nuova giornata di sciopero contro il servizio militare da parte di studenti e studentesse tedeschi, mentre si votava nelle aule del Bundestag la riforma della leva del governo di Friedrich Merz.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi e appalti: l’Italia mantiene aperto il canale con l’industria militare israeliana

Nonostante la campagna di sterminio contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato continuano ad equipaggiare i propri reparti di pronto intervento rifornendosi presso le più importanti aziende israeliane.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Appello di docenti, ricercatori e ricercatrici universitarie per la liberazione di Mohamed Shahin

Riportiamo l’appello di docenti, ricercatori e ricercatrici per la liberazione di Mohamed Shahin, per firmare a questo link.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Investimenti israeliani sui progetti delle grandi rinnovabili in Italia

Diamo il via all’inchiesta collettiva sugli investimenti israeliani sui progetti delle grandi rinnovabili che abbiamo deciso di iniziare durante la “Due giorni a difesa dell’Appennino” a Villore, di cui qui si può leggere un resoconto e le indicazioni per collaborare a questo lavoro.