InfoAut
Immagine di copertina per il post

Pugno durissimo dello stato spagnolo contro il Govern Catalano; scatta l’ora di blocchi e mobilitazioni

|||||

Come predetto dai media generalisti spagnoli filo-monarchici, si è optato da parte degli organi supremi dello Stato di usare il pugno duro contro i politici catalani e catalanisti accusati di sedizione, ribellione e malversazione, e mostrarlo ai governanti del continente europeo e del pianeta.

In Catalogna intanto è scattata la mobilitazione di protesta; dopo le decine di migliaia di persone in piazza ieri, dalle prime ore del mattino diverse strade e autostrade sono state bloccate a Barcellona e in altri centri catalani. Molte delle iniziative messe in campo vedono la partecipazione dei Comitati territoriali di difesa del Referendum, poi della Repubblica.
Avallato l’uso dell’ articolo 155, si va ben oltre, curvando de facto la legalità in nome di una istigazione alla ribellione ritenuta altamente opinabile se non del tutto fuorviante da costituzionalisti catalani e spagnoli.

Spiccato contemporaneamente nella giornata di ieri il mandato di cattura internazionale per Puidgemont e i consiglieri che lo hanno accompagnato a Bruxelles e che sono tornati a testimoniare a Madrid. L’internazionalizzazione del caso- Puigdemont è al centro di contrastanti dichiarazioni politiche in queste ore, con ministri del governo belga che hanno criticato l’accanimento giuridico contro gli esponenti indipendentisti , e il primo ministro che al contempo chiede di evitare i commenti sull’ affaire catalano.
La giudice Lamela ieri ha ordinato che gli otto ministri indipendentisti siano separati e detenuti in cinque prigioni diverse. Sette, perchè il consigliere Santi-Vila è stato liberato sotto pagamento di una cauzione.
Il vice-presidente Oriol Junqueras e i consiglieri Raül Romeva, Jordi Turull, Josep Rull, Dolors Bassa, Carles Mundó, Meritxell Borràs e Joaquim Forn sono in prigione preventiva per avere compiuto il loro mandato che ha avviato l’iter procedurale per la proclamazione della Repubblica Catalana, mai riconosciuta internazionalmente .
L’unico ad aver avuto possibilità di uscire dalla condizione di prigionia è Santi Vila, che si era dimesso il giorno prima della votazione sulla Dichiarazione di Indipendenza del 27 Ottobre al Parlament, non con poco disappunto da parte della base del suo partito, il PdeCat. Il suo avvocato ha già depositato i 50mila euro di cauzione imposti dalla giudice per poter sottrarsi alle misure cautelari. Jordi Sanchez e Jordi Cuixart permangono in carcere già da una ventina di giorni, rei per lo Stato di sedizione relativamente all’opposizione di piazza del 20 Settembre scorso, giornata dei bliz della polizia spagnola nelle sedi dell’ Assemblea Nazionale Catalana, della CUP, e del Centro dei Media e delle telecomunicazioni della regione, culminati con quattordici arresti.

Al centro della querelle sui funzionamenti stra-ordinari dei Tribunali spagnoli, la Audencia Nacional, tribunale-chiave da 40 anni nella regolazione dei conflitti politici che hanno infiammato il paese. Un tribunale del tutto slegato dal controllo di enti terzi, che si avvale di poter processare qualunque spagnolo a prescindere dalla distanza in cui esso si trova. E che obbliga gli accusati a dover tenere deposizioni e dibattimenti sempre nella sua sede di Madrid, in aule inaccessibili al pubblico se non ai funzionari e agli staff legali richiesti in sede processuali. Ne deriva una continua disputa sulla legittimità legale e giudiziaria di quest’organo, centrale nell’arresto di centinaia di persone legate alla formazione politica dell’ ETA, così come dei conflitti di matrice anarco-insurrezionale in Galizia, Catalogna, e non solo. Ne emerge, soprattutto in rapporto legato alla conflittualità dei Paesi Baschi nei decenni scorsi, la totale arbitrarietà di condanne avvenute seppur con mancanza e omissione di prove. Uno strumento fortemente politico legato a doppio filo con gli Interni, e tornato in auge nell’ ambito dei processi legati al terrorismo di matrice jihadista negli ultimi anni. E’ stato in sintesi uno dei motivi di duro confronto politico tra governo centrale e istituzioni e partiti dei Paesi Baschi. Ora torna ad essere elemento decisionale autoritario dello statalismo spagnolo all’interno della crisi catalana.

Frattanto, le formazioni politiche catalane in questi giorni si sono mosse per capire le strategie da approntare e affinare in vista della tornata elettorale del 21 Dicembre imposta dal colpo di mano di Madrid. Se da una parte la destra unionista si interroga sulle possibilità di maggiore controllo delle emittenti comunicative pubbliche regionali, e lanciano moniti sulla reiterazione dell’ articolo 155 in caso di vittoria indipendentista, i partiti di JuntXSi e la Cup si sono ritrovati tra l’incudine e il martello, propendendo per la linea elettoralista. Chissà che a loro si affianchi, oltre che nelle mobilitazioni, la formazione di Podem, bacchettata ed espulsa da Iglesias, di fatto in frattura aperta e ostile da Catalunya en Comù e dalle dichiarazioni all’insegna dell’equidistanza istituzionale della Colau.
Ci si chiede ora se e come sostanziare le elezioni amministrative regionali indette dal Governo (tramite l’applicazione dell’articolo 155): alla necessità di una vittoria schiacciante del fronte indipendentista che gli ridia nuova linfa legittimatrice contro i paletti costituzionali, giuridici e repressivi imposti da Madrid, come mandare messaggi alle oligarchie europee, che paiono fare blocco monolitico a fianco della monarchia e del Parlamento spagnolo (nessuno escluso)? Tramite una continua mobilitazione che appaia democratica nel senso estetico di marca statunitense degli ultimi anni (tanti cartelli, strenua mediatizzazione) a cui accompagnare un rallentamento a livello amministrativo locale e dei servizi pubblici o, come in tanti dei ceti subalterni chiedono con maggiore insistenza, con scioperi incisivi e che mandino segnali di contrapposizione al mondo della finanza?

Uno sciopero bianco parrebbe scattare a momenti nei settori della pubblica amministrazione catalana all’interno del contesto di mobilitazione che porterà alla manifestazione di domenica spinta con protagonismo dell’ ANC e di Omnium per la liberazione dei prigionieri politici e il rispetto della volontà popolare. I contenuti più espliciti saranno resi noti questo pomeriggio.

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

REFERENDUM INDIPENDENZA CATALUNYAspagna

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Li hanno uccisi senza che muovessero un muscolo”: Esecuzioni sommarie, fame e sfollamenti forzati da parte dell’esercito israeliano nel Nord di Gaza

La squadra sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato strazianti episodi di uccisioni sommarie ed esecuzioni extragiudiziali di civili da parte di soldati israeliani, eseguite senza alcuna giustificazione. Fonte: English version Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 17 novembre 2024Immagine di copertina: Il fumo si alza da un edificio residenziale dopo un attacco israeliano a Beit […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nuova Zelanda: migliaia di indigeni Maori assediano il Parlamento

Dopo poco più di una settimana, la marcia lanciata dal popolo Maori in difesa dei propri diritti è arrivata a Wellington.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele: manifestazione regionale a Torino

Nella giornata di sabato 5000 persone provenienti da tutto il Piemonte si sono radunate a Torino per dare vita ad un ricco e partecipato corteo regionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupata la Leonardo spa dall’Intifada Studentesca a Torino

Ieri come Intifada studentesca abbiamo occupato la sede della Leonardo Spa! In 50 siamo entratə all’interno dello stabilimento mentre altre 50 persone bloccavano l’ingresso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La coreografia pro-Palestina degli ultras del PSG è diventata un vero e proprio caso politico

Riprendiamo l’articolo di Calcio e Rivoluzione, che mette in luce il caso politico nato intorno alla coreografia pro-Palestina messa in scena dagli ultras del PSG durante una partita di Champions League. Questo episodio ha scatenato reazioni accese da parte delle autorità francesi e aperto un dibattito sul rapporto tra politica e sport, evidenziando come certi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Netanyahu si nasconde in un bunker sotterraneo per paura degli attacchi dei droni

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe lavorato da una “camera blindata sotterranea” per paura di subire attacchi drone di rappresaglia da parte dei movimenti di resistenza regionali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La vergognosa narrazione occidentale mostra nuovamente il significato di informazione di guerra

Venerdì 9 novembre i militari dell’IDF (ricordiamo che in Israele è presente la leva obbligatoria) e tifosi del Macabi Tel Aviv hanno strappato e bruciato bandiere palestinesi dai balconi olandesi, insultato e aggredito persone e giornalisti, inneggiato alla morte degli arabi e dei bambini palestinesi per ore nel centro cittadino e fischiato il minuto di silenzio ai morti di Valencia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Amerika Trump again

Fin dalle prime ore dall’inizio dello spoglio, la vittoria elettorale di Trump si stagliava netta, ben oltre le previsioni di chi scommetteva sulla sua rielezione, macinando stato in bilico dopo stato in bilico, mentre Fox News si sbilanciava a dichiarare la vittoria in anticipo su tutte le testate nazionali del mainstream media a stelle e strisce. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele! Contro l’Occidente genocida, colonizzatore e guerrafondaio! Resistenza fino alla vittoria!

Di seguito pubblichiamo l’appello per la manifestazione regionale di sabato 16 novembre che si terrà a Torino.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Valencia: disastro climatico, lotta di classe e governance di estrema destra

158 morti. È questo il bilancio provvisorio delle imponenti inondazioni che hanno colpito la regione di Valencia, in Spagna, il 29 ottobre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Amnistia in Catalogna, prosegue il dibattito

In Spagna è stata respinta l’attesa legge sull’amnistia per gli attivisti indipendentisti catalani e per le persone coinvolte nel referendum dell’ottobre 2017.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Scontri in centro a Madrid, l’ennesima manifestazione di una destra ipocrita e disperata

“Chi può fare qualcosa, la faccia” diceva qualche giorno fa José María Aznar, ex premier e leader spirituale del Partito popolare (Pp). Il messaggio è stato rilanciato da altri rappresentanti politici e mediatici della destra ed estrema destra spagnola —se nel paese iberico è ancora possibile fare questa distinzione— e ha spronato centinaia di persone […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Spagna: un’agricoltura che consideri l’acqua come un bene comune

L’inquinamento e la scarsità dell’acqua derivanti dal cambiamento climatico ostacolano le prospettive delle generazioni attuali e future.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Spagna: smascherato un sesto agente di polizia sotto copertura nei movimenti

In 15 mesi, un totale di sei agenti di polizia sotto copertura sono stati identificati nei movimenti sociali in Spagna e Catalogna. L’ultimo poliziotto è stato scoperto dopo un’operazione di infiltrazione che è durata nove anni…

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Spagna, elezioni: avanti il PP, ma di misura. In calo i fascisti di VOX. PSOE e SUMAR tengono. Nessuno ha la maggioranza assoluta

Alle elezioni politiche in Spagna vince il Partido popular, ma di misura. La destra non sfonda. Contro i pronostici, i socialisti del Psoe, guidati dal premier uscente Sanchez, tengono. In calo, invece, la destra fascista e sovranista di Vox.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Una poliziotta si è infiltrata per tre anni nei movimenti popolari a Girona

L’ufficiale del Corpo di Polizia Nazionale spagnolo Maria I.T. è la quarta spia scoperta nella classe del 2019. La sua missione di spionaggio si è concentrata sull’indipendentismo, l’antirazzismo e il movimento per la casa.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Spagna, alla polizia piacciono le palestre popolari. Per infiltrarsi

Identificata un’agente infiltrata nei movimenti di Madrid. Si aggiunge alla lista di poliziotti infiltrati a Barcellona e Valencia di Ter Garcìa da PopOff Quotidiano Mavi, come si è saputo, ha contattato La Animosa per la prima volta il 5 novembre 2022 per proporle di organizzare un evento legato alla giustizia climatica. All’epoca, l’assemblea del centro […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lo sciopero nazionale delle lavoratrici di Inditex in Spagna: “È una scintilla in espansione”

In Spagna, la multinazionale Inditex (Zara, Bershka, Pull and Bear ecc) sta vivendo un acceso conflitto lavorativo al suo interno, da quando, lo scorso dicembre, un gruppo di lavoratrici ha organizzato uno sciopero molto partecipato che ha portato ad un aumento significativo dei loro stipendi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Euskal Herria. Manifestazione di massa per chiedere che il ritorno a casa dei prigionieri politici baschi diventi realtà

Sotto lo slogan “Etxera bidea gertu” e dopo due anni di mobilitazioni decentralizzate nei villaggi a causa della pandemia, Sare e Bake Bidea hanno riunito decine di migliaia di persone a Bilbao in difesa dei diritti dei prigionieri baschi.