Rete studentesca per la Palestina Napoli: “Basta bugie, basta complicità tra Italia ed Israele”
Condividiamo la presa di parola della Rete studentesca per la Palestina – Napoli sulla contestazione a Molinari e sulla canea mediatica che si è sviluppata in questi giorni.
Oggi abbiamo raccontato la nostra verità ai giornalisti e alle giornaliste che hanno voluto ascoltarci.
Una verità scomoda, perché da ieri le accuse sono state tante, diverse, a senso unico: noi saremmo gli antidemocratici, noi saremmo i fascisti e gli antisemiti.
Crediamo fermamente di non avere tolto a nessuno il diritto di parola: Maurizio Molinari è il direttore di la Repubblica, che tutti i giorni trova ampio spazio per omettere, tagliare e ricucire le informazioni e diffondere fake news sul genocidio in Palestina.
L’indisposizione all’ascolto e al dialogo sono state dimostrate da Molinari e Lorito, rettore della Federico II, che hanno deciso di non presentarsi all’iniziativa, nè di mostrarsi a noi per ascoltare le motivazioni del nostro dissenso.
Avremmo voluto sapere di più sulla mancanza di espressione, da parte di Maurizio Molinari rispetto alle dimissioni di Raffaele Oriani, giornalista de La Repubblica, che ha deciso di lasciare il giornale, denunciando la complicità del giornale con il genocidio in Palestina, non solo tramite la narrazione dichiaratamente filosionista, ma anche tramite accordi politici.
Il messaggio che abbiamo mandato è chiaro: vogliamo un sapere libero, fuori dalle dinamiche di propaganda sionista e bellica.
Stamattina ricevere il comunicato degli studenti e delle studentesse di Pisa, che non più tardi di poche settimane fa hanno conosciuto la violenza di un reparto celere solo per essere scesə in piazza a protestare, ci ha fatto riflettere.
Come mai nel nostro caso, di studenti e studentesse bloccate dalla Digos all’interno della propria università non è scattato il medesimo meccanismo di solidarietà?
Quelli a cui è tolto spazio siamo noi, ricevendo al posto del dialogo democratico – tanto evocato dal direttore, al quale ci sarebbe da chiedere come mai sul suo giornale vieti sistematicamente la presa di parola a favore del popolo palestinese – schiaffi, calci, spintoni da parte della Digos, nei nostri luoghi di formazione.
Noi conosciamo la verità e adesso chi ci legge la sa a sua volta.
Siamo e saremo sempre al fianco del popolo palestinese e continueremo ad opporci a chiunque provi a togliere legittimità alla sua esistenza e resistenza.
COMUNICATO DI SOLIDARIETÀ ALLA RETE STUDENTESCA PER LA PALESTINA – NAPOLI
Il Centro Culturale Handala Ali, Unione Democratica Arabo Palestinese, Giovani Palestinesi d’Italia e Movimento Studenti Palestinesi esprimono la propria condivisione e solidarietà nei confronti della contestazione messa in atto ieri dalla Rete studentesca per la Palestina-Napoli da studenti, attivisti e solidali con la causa del popolo palestinese in occasione della conferenza “Il ruolo della cultura nel contesto di un Mediterraneo conteso”, organizzata dall’università Federico II con la partecipazione del direttore di “La Repubblica” Maurizio Molinari, oltre che con quella del rettore della stessa università, Matteo Lorito.
La protesta ha avuto lo scopo di denunciare la connivenza del mondo della stampa e delle istituzioni accademiche italiane con i bombardamenti a tappeto condotti ormai da oltre più di sei mesi dall’esercito israeliano su Gaza: una campagna militare che, con trentaduemila morti, settantacinquemila feriti e i quasi due milioni di sfollati cacciati dalle loro case e dalla loro terra, ha assunto agli occhi del mondo, della Corte internazionale di giustizia dell’Aia e dell’ampia parte dell’opinione pubblica nello stesso Occidente il carattere di un genocidio – lo sterminio, con le bombe, le esecuzioni sommarie, per affamamento o per mancanza di cure mediche.
Di questo avremmo voluto parlare e riteniamo sia necessario parlare in questo momento: della disumanizzazione quotidiana della popolazione palestinese, che consente di ignorare le violenze che essa sta subendo, di ridimensionarle, spingerle ‘in fondo alla pagina’, relativizzarle e giustificarle.
Tale è infatti la narrazione che i principali organi di ‘informazione’ in questo paese, a partire proprio da Repubblica e dalle altre testate “mainstream” – e in generale in Occidente – stanno trasmettendo, con omissioni, deformazioni e forzature sempre più vistose, nel disperato tentativo di occultare la portata e le proporzioni immani dei crimini condotti dallo Stato di Israele, di ‘rimuovere’ la natura coloniale dell’occupazione israeliana e con questa i crimini passati e presenti di cui il colonialismo occidentale è responsabile.
È la stessa narrazione a senso unico – volta a escludere le ragioni degli oppressi – che porta a criminalizzare la Resistenza palestinese, dimenticando volutamente che le stesse norme internazionali sanciscono il diritto di un popolo di resistere all’occupante con ogni mezzo necessario.
A ciò si affianca la complicità che manifestano vasti settori della ricerca scientifica e del mondo accademico italiano, che continuano a stringere accordi di cooperazione con istituzioni israeliane direttamente coinvolte con le politiche di occupazione e sterminio – a partire dalla vergognosa presenza dei rettori delle università campane nel comitato scientifico di Med-Or, la fondazione del gruppo Leonardo, direttamente impegnata nel rifornimento di armi all’esercito israeliano.
Teniamo a ribadire che, differentemente da quanto sostenuto da Molinari e rilanciato dai principali organi di stampa, da esponenti politici di governo e di opposizione sino allo stesso comunicato del presidente della Repubblica, sono stati gli stessi organizzatori dell’incontro a escludere in modo chiaro ogni discussione, già a partire dalla formula scelta insieme con l’università: quella di un dibattito finto, ‘blindato’, chiuso alla libera partecipazione degli studenti, con l’accesso alla sala presidiato sin dalla mattina da agenti di polizia che ancora un volta hanno cercato di allontanare con spinte e calci studentesse e studenti che intendevano esprimere il loro dissenso nei confronti dell’iniziativa.
Poi, di fronte alla presenza di chi quel dissenso era deciso comunque ad esprimerlo, il direttore di Repubblica ha annullato l’incontro e scelto la via della criminalizzazione giornalistica, manifestando la stessa insofferenza alla critica e alla contestazione che in altre recenti occasioni ha portato al pestaggio di studenti e attivisti.
Si è cercato di mettere in scena l’ennesimo atto di una campagna di normalizzazione mediatica del genocidio in corso, ciò che più preme alla classe dirigente di questo paese.
Di fronte a tutto questo, insieme a studenti e attivisti, abbiamo rivendicato un’università che sia luogo di confronto reale e produzione di un sapere libero dalla complicità con l’occupazione sionista, con le politiche di guerra e di oppressione.
Infine, leggendo il comunicato nel quale il capo dello Stato manifesta la sua solidarietà nei confronti del direttore di “Repubblica”, ci chiediamo dove sia la solidarietà nei confronti delle atroci sofferenze della popolazione palestinese; perché continui a ignorare le responsabilità delle istituzioni italiane, di cui è garante, nella mattanza in atto; come sia possibile, infine, non vedere che gli studenti e le studentesse che ieri hanno manifestato a Napoli sono gli stessi che a Pisa, Firenze, Torino hanno sfidato la repressione e la “intolleranza” di quelle stesse istituzioni.
Centro Culturale Handala Ali – مركز حنظله علي الثقافي
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