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“Sobran Razones!” I mille motivi del #23F spagnolo

 

Potrebbe essere questa la frase che cerca di riassumere lo spirito con cui centinaia di migliaia di persone stanno attraversando in queste ore oltre cinquanta città della Spagna, sostenute anche da decine di presidi di solidarietà negli angoli più disparati del globo.

Una proliferazione gigantesca di manifestazioni sta superando le aspettative di qualsiasi sciopero generale tradizionale, e che allude a una strutturazione nuova della forma – sciopero che si fa anche forma di ricomposizione sociale.

A 3 anni dal fenomeno aggregativo dell’indignazione di massa riversatosi nelle acampadas, si denota subito quanto i nodi sociali, alimentati e supportati dalle tecnologie digitali e dotati di un elevato livello cognitivo, si siano non solo moltiplicati, ma pure ingranditi, acquisendo talora forme in divenire di istituzionalità autonoma che interagiscono tra loro su più livelli,e cercano di apporre resistenza all’innesco dei meccanismi di governance dell’austerity, sul doppio binario della lotta contro l’applicazione delle misure da un lato e della lotta alla strutturazione delle reti di corruzione che avviluppano il mercato e regolano i rapporti sociali funzionalmente alla conservazione dei poteri forti, soprattutto nelle metropoli.

Una mobilitazione, questa del #23F, straordinaria nella sua capacità di coinvolgimento quanto nella preparazione, con piazze gremite da oltre un mese.

Particolare menzione merita a proposito il radicalizzarsi delle lotte contro gli sfratti. Sebbene il numero sia purtroppo altissimo e non accenni a diminuire, sempre più ingiunzioni stanno venendo bloccate, quando non revocate, grazie alla militanza attiva di centinaia di persone che in tutto il Paese si stanno mobilitando nella campagna #StopDesahucios.

Così, in Galizia come in Catalogna, per citare i casi più eclatanti, blocchi stradali e persone incordonate si frappongono generosamente alla polizia per impedire sfratti per morosità ordinati a danni di anziani e donne sole. L’azione su più livelli, da quello del presidio e della monitorazione permanente nei quartieri, all’agitazione comunicativa, fino a battaglie farraginose sul piano legale, caratterizzano questa tipologia di lotta, interconnessa a quella della Plataforma Afectados por la Hipòteca, giunta provocatoriamente a presentare delle mozioni nel Parlamento.. quel Parlamento (Congreso) che auspicabilmente verrà circondato una volta di più dalla sommatoria di “mareas” e organizzazioni anti-crisi, anti-austerity, anti-corruzione. La consapevolezza che proprio questi tre nodi, crisi-austerity-corruzione siano sistematicamente connessi e non semplicemente eludibili con un “fare pulizia” internamente alla rappresentanza eminentemente politica, è il trait-d’union che allude a un ulteriore inasprimento della lotta, dentro le piazze come nei nodi della riproduzione sociale.

 

H 18

Nella sola Madrid stanno in questo momento confluendo verso la Plaza del Neptuno, le “Mareas” dei settori sociali maggiormente sotto attacco e gli spezzoni studenteschi e filo-sindacali. Anche i minatori asturiani sono accorsi nella capitale, come fecero la scorsa estate quando vennero accolti in maniera trionfale a Puerta del Sol da decine di migliaia di persone.

Anche a Barcellona “las ramblas” si presentano già gremite di manifestanti.

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