InfoAut
Immagine di copertina per il post

Tajani non sei il benvenuto! Comunicato dell’Intifada studentesca di Polito

Ripubblichiamo il comunicato dell’Intifada studentesca di Polito

Dopo più di un anno di mobilitazioni cittadine, di mozioni in senato e di proteste studentesche, il Politecnico decide di invitare il ministro degli esteri all’inaugurazione dell’anno accademico. Lo stesso ministro che poco tempo fa stringeva la mano sorridente al criminale di guerra Netanyahu e affermava che “lo Stato palestinese non esiste”. 

Se per mesi abbiamo chiesto una presa di posizione sul genocidio, questa è stata l’ennesima conferma della complicità ideologica, oltre che reale, con la retorica sionista. 

Ieri sera dopo il talk sull’ipocrisia dell’attuale cessate il fuoco a Gaza, tenuto da Progetto Palestina, si è svolta un’assemblea tra le persone partecipanti, in cui si è deciso di restare all’interno dell’università per la notte, per prenderci quello spazio di protesta che, visti i precedenti, il giorno dopo ci sarebbe stato negato. 

Questa mattina abbiamo iniziato a rallentare i lavori molto presto, quando il cortile dell’ateneo è stato invaso da decine di agenti della digos, da allora è stata arbitrariamente vietata la circolazione negli spazi universitari a lavoratori e studenti per garantire lo svolgimento indisturbato della passerella politica. Non sono mancati spintoni e intimidazioni, a confermare la natura dispotica di un potere che si impone senza dover rendere conto a nessuno e che puntualmente si schiera contro le voci e i bisogni espressi dalla base della società.

Il cortile e i corridoi sono stati occupati da centinaia di celerini che, come al solito, si sono comportati da padroni dentro spazi che di certo non appartengono a loro; le strade limitrofe agli spazi del politecnico sono state interdette a qualunque persona che cercasse di transitare “per garantire la sicurezza del ministro”, in poche parole: un’università e una città intera possono essere paralizzati per il passaggio di un solo individuo.

Nonostante tutto il contingente di polizia, i corpi speciali, le guardie del corpo e gli artificieri, uno scaltro gruppo di studenti è riuscito ad aggirare questi blocchi e raggiungere il tetto dell’aula magna dove stava iniziando l’evento, esponendo uno striscione contro Tajani, per ricordargli che nelle nostre università non è il benvenuto. L’imprevisto ha tardato l’arrivo del ministro e cambiato il cronoprogramma stabilito dal rettore, mandando in confusione le forze dell’ordine che erano ormai convinte di avere arginato la contestazione.

La contestazione ha preso vita in due gruppi. Mentre gli studenti nel cortile principale assistevano dalle vetrate dell’aula magna l’aristocrazia di Torino abbufarsi, fuori prendeva vita un presidio partecipato anche dai precari della ricerca, in agitazione contro la riforma Bernini. In contemporanea all’interno dell’aula magna i 2 rappresentanti degli studenti di AlterPolis hanno deciso di tapparsi la bocca con dello scotch in segno di protesta e lasciare la sala, raggiungendo il presidio.

Il presidio radunatosi fuori dai cancelli del politecnico che ha bloccato l’accesso secondario dal quale avevano previsto di fare entrare ospiti e invitati, alcuni di questi invitati non sono mai riusciti ad entrare e Tajani è dovuto passare dai sotterranei, costretto a rinunciare all’ingresso trionfale che si aspettava.

Tajani e il governo italiano hanno esplicitato numerose volte la loro complicità al genocidio compiuto dallo stato israeliano mentre adesso tentano ipocritamente di intestarsi i meriti del raggiunto accordo tra il governo Netanyahu e la Resistenza palestinese, vendendosi come i ministri di una finta pace comoda solo ai governi di stampo occidentale. 

Sono note, inoltre, le posizioni sfrontate dello stato italiano che ha deliberatamente deciso di ignorare la sentenza di condanna per crimini contro l’umanità e crimini di guerra emessa della Corte Penale Internazionale, garantendo a Netanyahu l’impunità sul territorio italiano. In generale l’indirizzo politico del governo italiano è sempre stato quello di foraggiare la guerra nel Levante e in tutto il mondo, attraverso l’invio di armi e la collaborazione accademica orientata alle tecnologie belliche. 

La nostra è un’università serva, che non trova la dignità di opporsi alle istituzioni che ne stanno distruggendo l’indipendenza. È serva dell’industria bellica, che si legittima attraverso la ricerca pubblica a suon di finanziamenti, ed è serva del governo militarista, che taglia i fondi all’istruzione per dedicarli al ministero della difesa e che mira al controllo totale degli atenei sguinzagliando i servizi segreti.

In questo contesto di guerra il Politecnico diventa un luogo strategico grazie alla stretta collaborazione con aziende come Leonardo che traggono spropositati guadagni grazie alle guerre che stanno insanguinando ogni angolo della terra. 

Contestiamo Tajani in quanto rappresentante di un governo che preferisce destinare miliardi alle armi piuttosto che investire nei servizi e nella formazione. La riforma Bernini, è un esempio di questa politica: aumenta la precarizzazione della ricerca e taglia notevolmente gli stipendi di lavoratori e lavoratrici universitarie. 

Se la nostra università si prostra ai piedi di un governo autoritario e illiberale, opporsi diventa un dovere. 

Mentre a Gaza nevica, e dopo le bombe si muore di freddo, il governo italiano si fa bello sostenendo un cessate il fuoco arrivato dopo decine di migliaia di vittime e promuovendo una pace senza alcuna giustizia. 

Abbiamo detto Intifada fino alla vittoria e così dovrà essere!

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

intifada studentescaministro tajanipolitecnico

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vertice Nato: servili o complici?

Entro il 2035 la spesa militare dei 32 paesi della Nato dovrà raggiungere il 5% del PIL.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: bilancio delle due manifestazioni nazionali di sabato 21 giugno contro guerra, riarmo e genocidio

Sabato 21 giugno, a Roma, si sono svolte due manifestazioni nazionali contro la guerra, il riarmo e il genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: le loro armi, i loro profitti, i nostri morti

Più di 4.000 persone hanno manifestato e portato avanti delle azioni contro l’Air Show di Parigi, il commercio della morte e a sostegno della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA bombardano l’Iran, ogni maschera è caduta

Ieri notte gli USA hanno bombardato tre siti nucleari in Iran, quello di Fordo, di Isfahan e di Natanz ufficializzando di fatto l’entrata in guerra al fianco di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: media e organizzazioni documenteranno con una Missione di Osservazione la persecuzione politica a Eloxochitlán

Si tratta della prima missione di osservazione a Eloxochitlán che sorge “come una risposta urgente” alla violenza politica e giudiziaria contro la popolazione

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Difendere Anan, Alì e Mansour significa difendere la resistenza del popolo palestinese

Udienze ed iniziative all’Aquila Il 25, 26, 27 giugno si terranno al tribunale dell’Aquila tre udienze consecutive del processo ad Anan, Alì e Mansour, tre palestinesi accusati di proselitismo e finanziamento del terrorismo, contemporaneamente si terranno alcune giornate di mobilitazione. La corte ha intenzione di arrivare alla sentenza entro il 10 luglio. Le iniziative proposte […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

l’Occidente che uccide:retoriche vuote per giustificare l’ingiustificabile.

L’idea che si possa “difendere la civiltà” a suon di bombe e crimini di guerra è il paradosso fondativo del progetto coloniale. E oggi è il cuore della propaganda bellica israeliana, e di chi la sostiene in Occidente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello a mobilitarsi contro il salone del Bourget a Parigi.

Dal 16 al 22 giugno 2025, presso il centro espositivo di Le Bourget, a nord di Parigi, si terrà il 55° Salone internazionale dell’aria di Parigi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

MAGA vs neocons: la coalizione trumpiana si spacca sulla guerra all’Iran

Qualcosa di interessante sta accadendo all’interno della coalizione che ha portato alla vittoria Donald Trump: la tentazione di entrare in guerra direttamente contro l’Iran al fianco di Israele sta creando scompiglio.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sciopero dell’università: contro tagli, precarietà e guerra

Per avere un lavoro stabile nell’università allo stato attuale è richiesto ad ogni lavorator di sopportare tra i 15 e i 20 anni di precarietà lavorativa che costringe ad una vita precaria a 360 gradi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Decolonizzare la scienza

Dalle spedizioni dell’Ottocento al divario nella geografia dei centri di ricerca, c’è ancora un problema di colonialismo?

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La rabbia collettiva non ha bisogno di regie

Ripubblichiamo il comunicato congiunto di Polito for Palestine, Intifada Studentesca e Cua Torino

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Raggiunto l’accordo di cessate il fuoco a Gaza

L’ accordo tra la Resistenza palestinese e il governo israeliano è stato raggiunto e firmato da entrambe le parti, a darne l’annuncio è stato Trump che da oggi inizierà il suo mandato esecutivo come presidente statunitense.

Immagine di copertina per il post
Formazione

13/12: PER QUANTO VOI VI CREDIATE ASSOLTI SIETE PER SEMPRE COINVOLTI

Pubblichiamo il comunicato dell’assemblea delle scuole sul corteo di venerdì 13 Dicembre: Oggi, per la terza volta in un mese, ci siamo ripresə le strade di Torino, unendo la lotta delle scuole superiori all’Intifada studentesca delle università.Siamo scesə in piazza in occasione di uno sciopero incentrato sul boicottaggio accademico.Passando per Città Metropolitana abbiamo denunciato la […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Precari/e e studenti/e verso lo sciopero generale del 29 novembre

Mercoledì 19 una folta assemblea al Campus Einaudi ha iniziato ad articolare la partecipazione organizzata di precari e precarie della ricerca, insieme a studenti e studentesse dell’Intifada Studentesca e personale universitario, alla piazza dello sciopero generale chiamato da sindacati di base e confederali per il 29 Novembre.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Leonardo occupata: costruire una prassi per boicottare la guerra

L’Intifada ha annunciato sin dall’inizio dell’anno accademico l’intenzione di proseguire con l’azione di boicottaggio contro Israele e i suoi alleati.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Inizia l’Intifada degli studenti medi

Inizia l’intifada degli studenti medi, oggi ci siamo presi la città! Si preannunciava una grande giornata di lotta e così è stato.