InfoAut
Immagine di copertina per il post

Turchia, verso il voto

Scritto per Peace Reporter da Luca Bellusci

Giunge anche per la Turchia il tempo delle elezioni politiche, fissate per il 12 giugno prossimo. Alla vigilia della tornata elettorale, che quasi con certezza decreterà la vittoria dell’attuale governo guidato dal partito filo-islamico dell’Akp, nel Paese si percepisce una rinnovata tensione riguardante la questione curda.

La bomba esplosa a Istanbul pochi giorni fa, indica come la situazione sia tutt’altro che sotto controllo, con il forte rischio che degeneri dopo le elezioni. Le prossime consultazioni elettorali saranno decisive per l’attuale governo dell’Akp, che secondo i pronostici dovrebbe attestarsi intorno al 45-50 per cento dei voti. La vera rivelazione di queste elezioni con molta probabilità sarà però legata al partito repubblicano del Chp, che potrebbe aumentare il proprio elettorato raggiungendo il 30 per cento dei voti. Un segnale di come in Turchia si stia formando un’opposizione capace di convogliare le aspirazioni di una parte della società che non si riconosce nell’attuale governo Erdogan e nelle sue auspicate riforme in nome di un islamismo moderato.

La campagna elettorale è in una fase concitata e i leader dei due principali partiti sono in tour per tutto il Paese con la missione di conquistare il maggior numero di voti. Storicamente l’Akp ha sempre contato su di un bacino elettorale rappresentato dalle “tigri dell’Anatolia”: quelle provincie del sud-est turco che in questi anni sono riuscite ad accrescere il loro peso economico e politico grazie al fenomeno del “calvinismo islamico”, tanto caro al premier Erdogan e al presidente Gul. Il partito del Chp, invece, ha sempre avuto le sue roccaforti nella parte sud-ovest del Paese, con Izmir in testa. Le due compagini politiche, per cercare di aumentare il proprio peso all’interno del prossimo Majles turco, ora si scontrano su temi come sicurezza e avanzamento nel processo democratico, con un occhio di riguardo alla questione curda.

Il periodo pre-elettorale è stato contraddistino da numerose manifestazioni di protesta in tutto il Paese: ci sono stati numerosi scontri tra manifestanti curdi e la polizia. Istanbul, Dyiarbakir, Batman, Bingol sono solo alcune delle città dove si sono verificati i maggiori disordini. Inoltre, si è verificato un sistematico attacco agli uffici rappresentativi del Bdp (partito filo-curdo), come a Istanbul, Kocaeli e Bursa. Anche per questi motivi, il tour di Erdogan nelle provincie a maggioranza curda è stato piuttosto fallimentare, se si considera la bassa affluenza nei suoi comizi. Inoltre, sono state completamente disattese le richieste avanzate da numerosi politici curdi, tra cui Osman Baydemir e Leyla Zana, per un riconoscimento formale, sia sul piano dei diritti civili sia per un maggiore coinvolgimento della loro rappresentanza politica, durante la campagna elettorale.

Erdogan ha più volte affermato durante i suoi comizi che non esiste una “questione curda” in Turchia bensì esistono cittadini curdi turchi. Questa presa di posizione lascia intendere come il nuovo approccio dell’Akp nei confronti della minoranza sia basato sul concetto di “inclusione passiva”, delegittimando le richieste di autonomia su base etnica attraverso una politica populista e retorica, intrisa di religione e nazionalismo. Anche il diretto avversario Kemal Kiliçdaroglu ha sostenuto, in un comizio nella città di Van, come l’unico partito in grado di affrontare al meglio la questione curda sia il Chp, escludendo di fatto ogni tentativo di alleanza con il Bdp.

Per quanto riguarda il tema della sicurezza, la questione legata al Pkk è di centrale importanza per varie ragioni. Nel corso delle elezioni dal 2002 al 2009, nazionali e amministrative, il gruppo armato ha sempre avuto un ruolo decisivo nel difendere gli interessi della rappresentanza politica curda dagli innumerevoli tentativi, soprattutto da parte dell’Akp, di conquistare consensi grazie a promesse di riforma e apertura verso la minoranza etnica.

La disillusione nei confronti del partito di Erdogan ha dato nuovo slancio al partito filo-curdo del Bdp, che sta registrando numerose adesioni ma che con molta probabilità non riuscirà a superare la soglia di sbarramento per entrare nel prossimo parlamento. Intanto, dal carcere di Imrali, il leader del Pkk Abdullah Ochalan ha rilasciato un comunicato con il quale ha avvertito il governo turco che se non sarà affrontata seriamente la questione curda, “ci sarà una rivolta popolare che porterà a disordini in tutto il paese”; l’ultima data utile per questa riconciliazione è stata fissata al 15 di giugno, tre giorni dopo le elezioni. Quali saranno le conseguenze, è difficile prevederlo.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

curdielezioniturchia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato delle realtà palestinesi italiane

Roma, 4 ottobre 2025, un milione in piazza per la Palestina libera e la sua Resistenza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hamas accetta parte dell’accordo. Trump chiede a Israele il cessate il fuoco

Hamas ha risposto al piano del presidente Usa Donald Trump sul futuro di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: 473 i componenti della Global Sumud Flotilla rapiti. Continua il viaggio della Thousand Madleens to Gaza

Sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla rapiti in acque internazionali dalle forze occupanti dell’esercito israeliano dopo l’assalto alle imbarcazioni iniziato la sera di mercoledì 1 ottobre 2025 a meno di 70 miglia da Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Feroce repressione sui pensionati davanti al Congresso ha fatto 20 feriti

I manifestanti stavano sul marciapiede quando le forze di sicurezza federali sono passate all’attacco. Denunciano l’uso di un nuovo gas irritante, più potente di quelli precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccando tutto – E’ sciopero generale

Oltre 100 manifestazioni in tutta Italia. Nonostante le intimidazioni del governo le piazze si sono riempite ovunque. Superati ampiamente i numeri del 22 ottobre in molte città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giorni di protesta in Marocco

Dal 25 settembre sono in corso una serie di mobilitazioni nelle città più grandi del Marocco, da Tangeri fino ad Agadir.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccata la Global Sumud Flottila: aggiornamenti dalle piazze di tutta Italia

Dalle 20.30 di ieri sera circa è iniziato l’abbordaggio da parte delle navi militari dell’IDF nei confronti delle imbarcazioni della Global Sumud Flottilla.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele attacca la Flotilla. In mattinata ancora diverse navi in marcia verso Gaza

Ieri sera sono iniziate le operazioni di abbordaggio della Global Sumud Flotilla da parte dell’esercito israeliano. Ad ora solo venti navi sono state intercettate, le altre sono ancora in navigazione verso le coste di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il Madagascar si ribella per l’accesso all’acqua e all’elettricità: 22 morti, il governo si dimette

«Chiediamo al Presidente di dimettersi entro 72 ore». È questa la richiesta senza compromessi formulata il 30 settembre da un manifestante della «Gen Z»

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Molte parole sul Board of Peace, il genocidio continua

Michele Giorgio, Giornalista de Il manifesto e di Pagine Esteri, nel giorno in cui gli occhi in Italia sono tutti puntati sulla Global Sumud Flottilla, racconta come questa iniziativa internazionale e internazionalista accenda speranze sebbene flebili nei Territori.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Anche con l’avvenuto scioglimento del Pkk, la fine del conflitto curdo-turco appare lontana

Nonostante il PKK si sia auto-dissolto con il XII Congresso, da parte di Ankara non si assiste a comportamenti speculari.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Pkk annunciato lo scioglimento della struttura organizzativa e la fine della lotta armata

Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, il Pkk, ha annunciato di avere tenuto a inizio maggio il 12/mo congresso, che ha deciso di sciogliere la struttura organizzativa e porre fine alla lotta armata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Collaborazione tra industrie delle armi italiane e turche: lunedì mobilitazione a Torino contro il “Forum Turchia”

Lunedì 12 maggio a Torino si terrà il forum “Turchia: un hub verso il futuro”, promosso dalla Camera di Commercio con l’obiettivo dichiarato di “rafforzare la cooperazione economica” tra Italia e Turchia nei settori dell’aerospazio, dell’automotive e della digitalizzazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turchia: l’arresto di Imamoglu scatena nuove proteste contro Erdogan

In Turchia sono scoppiate massicce proteste dopo che le autorità giudiziarie – all’interno di una vasta operazione contro centinaia di persone –  hanno arrestato Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul, pochi giorni prima che venisse scelto come candidato del partito di opposizione laico CHP alle presidenziali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

PKK: rispetteremo l’appello del leader Öcalan, dichiariamo il cessate il fuoco

Il Comitato esecutivo del PKK ha dichiarato in un comunicato: “Siamo d’accordo con il contenuto dell’appello del leader Öcalan” e dichiariamo un cessate il fuoco a partire da oggi. Tradotto da ANF Il Comitato esecutivo del PKK ha dichiarato in un comunicato: “Siamo d’accordo con il contenuto dell’appello del leader Öcalan così com’è, e dichiariamo […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: appello storico di Ocalan. “Tutti i gruppi devono deporre le armi e il PKK deve sciogliersi”

cL’atteso appello del leader e cofondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, Abdullah Ocalan, è stato diffuso oggi pomeriggio, giovedì 27 febbraio 2025, ma senza l’atteso video-messaggio, evidentemente bloccato da Ankara. A parlare quindi deputate-i del partito della sinistra curda e turca Dem che si sono recati recata sull’isola-carcere di Imrali, dove Ocalan è detenuto da 26 anni. […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Elezioni in Germania: esiste un “male minore”?

La Germania si avvia verso un nuovo governo di grosse koalition tra CDU-CSU e socialisti, tra i vincenti e gli sconfitti di questa tornata elettorale. AfD si afferma come secondo partito, ma non conquista abbastanza voti da rendere impraticabile un governo senza il partito di estrema destra. Le esternazioni di Musk ed il progetto MEGA […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Intervista esclusiva all’Accademia della Modernità Democratica e Foza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del Partito di Unione Democratica (PYD)

Abbiamo avuto l’occasione di realizzare questa intervista all’Accademia della Modernità Democratica con al suo interno un contributo (citato tra virgolette) di Forza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del PYD..

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

TURCHIA: IL LEADER DEL PKK OCALAN INCONTRA PER LA SECONDA VOLTA UNA DELEGAZIONE DI DEM

Riprendiamo da Radio Onda D’urto: Dopo anni di completo isolamento, nel giro di poche settimane una delegazione del partito della sinistra curda e turca Dem, terza forza del Parlamento turco, ha potuto incontrare oggi, mercoledì 22 gennaio e per la seconda volta Abdullah Ocalan, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan – Pkk, imprigionato dal […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’escalation di Erdogan contro il Rojava

La Turchia e le milizie islamiste filo-turche, in particolare l’Esercito nazionale siriano (SNA), stanno sfruttando lo spostamento di potere a Damasco per colpire le aree di autogoverno controllate dai curdi nella Siria settentrionale e orientale. Ankara giustifica queste azioni sostenendo che i gruppi che operano nella regione, in particolare le Unità di difesa popolare curde […]