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Un altro omicidio di polizia a Los Angeles, proteste per la morte di Andres Guardado

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Il 18 giugno scorso la polizia di Los Angeles ha assassinato un ragazzino di diciotto anni, Andres Guardado, guardia giurata di origine salvadorena. Stava lavorando davanti ad una carrozzeria nella zona di Gardena, quando ha notato alcune pattuglie di poliziotti che si avvicinavano. A quel punto Andres, in preda al panico, consapevole di ciò che la polizia può fare, ha iniziato a correre. E’ cominciato un breve inseguimento finito con gli spari da parte di un agente che lo ha colpito a morte alla schiena.

“Gli agenti sono arrivati e gli hanno puntato contro le pistole, così lui ha cominciato a scappare perché aveva paura. Poi hanno aperto il fuoco e lo hanno colpito. Non c’era altro motivo per farlo” ha detto alla stampa locale Andrew Heney, proprietario dell’officina dove il 18enne lavorava. Era stato assunto per evitare che i writers facessero i loro graffiti all’esterno del locale.

Domenica 5 luglio, la comunità salvadorena, insieme a centinaia di persone, ha protestato contro l’ennesimo omicidio da parte della polizia (neanche un mese prima veniva ucciso George Floyd). Dunque il corteo si è mosso in direzione della stazione di polizia di Los Angeles, dove si trovavano gli assassini di Andres. Entrambi i lati della strada sono stati occupati da una moltitudine di bandiere del Savador mentre i manifestanti gridavano il nome del ragazzo ucciso. Poi è iniziato il lancio di bottiglie d’acqua ed una intensa battitura su una parete metallica, mentre tutti e tutte gridavano furiosamente contro gli agenti. In pochi minuti è stato anche dipinta una scritta: “ Andres riposa in pace”.

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Il padre di Andres Guardado ha pronunciato un discorso insieme alle altre famiglie che hanno subito violenza da parte della polizia, come la madre di Alex Flores: anche suo figlio fu ucciso dai poliziotti di Los Angeles.

Quando la manifestazione stava per terminare un gruppo di almeno 40 persone si è avvicinata agli agenti che puntavano le armi contro i manifestanti, gridando tutta la loro rabbia. La polizia ha subito iniziato a sparare gas lacrimogeni e bombe stordenti, ferendo molte persone. Nel frantempo sono state dipinte scritte e murales. Molti i fermi e gli arresti, ma le proteste stanno continuando, ovviamente sotto il silenzio dei media mainstream.

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