InfoAut
Immagine di copertina per il post

Un giornalista palestinese: i media occidentali “ipocriti e razzisti” consentono i crimini di guerra israeliani a Gaza

MEMO. I media occidentali hanno perso ogni parvenza di neutralità e sono diventati “parte del problema” quando si tratta dei crimini di guerra in corso di Israele contro i Palestinesi nella Striscia di Gaza, secondo un giornalista palestinese, riferisce l’Agenzia Anadolu.

“I media occidentali consentono a Israele di commettere questi crimini di guerra e massacri di Palestinesi perché si rifiutano di coprire ciò che sta realmente accadendo sul campo”, ha detto Ahmed Alnaouq, un giornalista palestinese con sede a Londra ad Anadolu.

“È molto forte e chiaro che i media occidentali ora sono ipocriti quando si tratta di questa guerra a Gaza”.

Più di 23 membri della famiglia di Alnaouq  sono stati uccisi nel continuo attacco israeliano contro Gaza, tra questi suo padre, i fratelli, le sorelle e 14 nipoti.

Per lui, i media occidentali sono “partner” nei crimini di Israele.

I media occidentali: complici dei crimini di guerra israeliani.

“I media occidentali hanno un lavoro. Il loro compito è riportare le notizie come avvengono e non stanno facendo il loro lavoro”, ha detto.

“Anche la comunità internazionale ha la responsabilità di impedire a Israele di commettere queste atrocità contro il popolo palestinese ma, sfortunatamente, non sta facendo il suo lavoro”.

Ha anche criticato i media occidentali per la loro apatia nei confronti dell’implacabile uccisione di giornalisti a Gaza, dove almeno 142 operatori dei media sono stati uccisi durante gli attacchi israeliani dallo scorso ottobre.

I media occidentali non si preoccupano dei loro colleghi palestinesi a causa della loro “identità” e del “colore della pelle”.

“Se questa uccisione di massa di giornalisti fosse avvenuta in un altro paese, se non fossero stati Palestinesi, avremmo assistito alla protesta di tutti i media occidentali”, ha aggiunto.

“Purtroppo, solo perché sono palestinesi, al mondo non importa molto. Questa è una tragedia. I media occidentali sono razzisti”.

Israele non riuscirà a mettere a tacere i giornalisti palestinesi.

Israele sta affrontando un caso di genocidio davanti alla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) per il suo attacco contro Gaza, che ha ucciso oltre 34.600 Palestinesi, la stragrande maggioranza erano donne e bambini, e ne ha feriti circa 77.900.

Ne ha sfollato milioni, circa l’85 per cento della popolazione, lasciandoli ad affrontare la carestia e una grave carenza di assistenza medica e altri beni essenziali.

Gli attacchi israeliani hanno anche devastato vaste aree dell’enclave assediata, distruggendo ogni cosa, dalle abitazioni alle strutture mediche, agli istituti scolastici e ogni tipo di infrastruttura civica.

Questi sono i crimini che Israele vuole in qualche modo nascondere con i suoi “assassinii” di giornalisti, ma non ci riuscirà, ha affermato Alnaouq.

“Quando uccidi un giornalista in Palestina, altre 100 persone vorranno diventare un giornalista”, ha spiegato.

I Palestinesi e il popolo di Gaza si sono appoggiati da tempo a “giornalisti cittadini che si fanno carico di registrare ciò che sta accadendo… e di condividerlo con il mondo”.

Nonostante tutte le atrocità di Israele, queste persone continueranno a farlo perché la considerano una “responsabilità morale, etica e professionale” che faranno di tutto per soddisfare, ha aggiunto.

Traduzione per InfoPal di Edy Meroli

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

ASSEDIO DI GAZAisraelemediapalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: corteo “Show Israel Red Card” contro la partita della vergogna tra Virtus e Maccabi Tel Aviv

Ieri, venerdì 21 novembre, corteo a Bologna contro la partita della vergogna, quella di basket tra Virtus e Maccabi Tel Aviv prevista alle 20.30 al PalaDozza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: il trionfo di un popolo che non rinuncia alla sua sovranità

Nel referendum del 16 novembre il popolo ecuadoriano ha detto NO

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il Giappone ai tempi del neogoverno nazionalista della Premier Sanae Takaichi

A livello internazionale, una delle prime mosse della Takaichi è stata aprire un profondo scontro diplomatico con Pechino

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medici per i diritti umani denuncia uccisioni prigionieri di Gaza nelle carceri israeliane

Il nuovo rapporto diffuso da Medici per i diritti umani-Israele (Phri) apre uno squarcio ulteriore su un sistema detentivo che negli ultimi due anni ha raggiunto un livello di letalità senza precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

«La cosa più importante è salvare il maggior numero possibile di vite umane e infrastrutture in Ucraina»

Maidan illustra quindi i principali dilemmi dei movimenti e delle mobilitazioni globali: la classe operaia ha una capacità molto limitata di organizzarsi, di articolare gli interessi di classe e di fornire almeno una leadership nazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia, a Gabes respirare è diventato un atto di resistenza

Abbiamo tradotto questo articolo di inkyfada.media che racconta la vicenda di Gabes, un paese in Tunisia dove da mesi continuano proteste significative a causa di un polo chimico che mette a rischio la salute della popolazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: Assemblea Popolare del coordinamento cittadino Torino per Gaza

Pubblichiamo il comunicato di invito all’assemblea popolare di Torino per Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: “Show Israel the Red Card”. Il 21 novembre la manifestazione contro la partita di basket Virtus-Maccabi Tel Aviv

Venerdì 21 novembre a Bologna è prevista la partita di basket di Eurolega tra Virtus e Maccabi Tel Aviv, la cui curva è nota per le sue idee suprematiste e razziste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cameri: manifestazione contro Leonardo e le fabbriche di morte del governo italiano

Il Coordinamento Novara per la Palestina e altre realtà locali hanno organizzato per sabato 15 novembre una manifestazione che partirà dal centro città di Cameri per poi giungere sino alla base militare di Cameri in provincia di Novara composta dall’aeroporto militare e da due stabilimenti Leonardo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele sta costruendo un “muro per l’accaparramento delle terre” nel sud del Libano meridionale mentre continuano gli attacchi aerei

Immagini di un muro in costruzione da parte dell’esercito israeliano nei pressi di postazioni occupate nel sud del Libano sono circolate online, mentre continua la pressione per disarmare Hezbollah

Immagine di copertina per il post
Bisogni

E’ ancora il momento di bloccare tutto!

Il 28 novembre sarà sciopero generale, coordiniamoci in tutte le città, in tutte le provincie, in tutti i paesi per bloccare ancora una volta in maniera effettiva tutto il territorio nazionale.

Immagine di copertina per il post
Formazione

HUB DI PACE: il piano coloniale delle università pisane a Gaza

I tre atenei di Pisa – l’Università, la Scuola Normale Superiore e la Scuola superiore Sant’Anna – riuniti con l’arcivescovo nell’aula Magna storica della Sapienza, come un cerbero a quattro teste.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Fogli di via da Ronchi: la rappresaglia per il corteo del 13 settembre scorso

In una fase in cui il movimento per la Palestina ha attenuato la sua mobilitazione e pressione, la macchina burocratico-repressiva continua a funzionare a pieno ritmo.

Immagine di copertina per il post
Culture

“No Comment”: i Kneecap tornano a colpire con Banksy

Dalla Belfast ribelle al cuore dell’establishment londinese, i Kneecap tornano a colpire.