InfoAut
Immagine di copertina per il post

Un pomeriggio, una sera e una notte in piazza Tahrir

(dalla nostra corrispondente dal Cairo, Alessandra)

Venerdì 8 aprile il popolo egiziano si è ancora una volta dato appuntamento in piazza Tahrir per un presidio anti-sionista e per dire no ad ogni legame col vecchio regime di Mubarak.

In più di un milione si sono trovati nella piazza della rivoluzione per chiedere in maniera decisa l’arresto di Mubarak, la restituzione dei milioni rubati dall’ex rais al popolo egiziano, per chiedere un cambiamento radicale della vita politica del paese, per chiedere che se ne vadano tutti coloro che in passato si sono resi complici del vecchio regime.

Già dalle prime ore del mattino piazza Tahrir si è riempita di decine di migliaia di manifestanti. Subito dopo la preghiera del mezzogiorno diversi cortei sono partiti dai vari quartieri di Il Cairo, andando a riempire tutte le strade della città.

Uno dei cortei più partecipati è stato quello dell’area della sinistra rivoluzionaria degli studenti che partendo da Embaba, uno dei quartieri più poveri di Il Cairo, e sfilando davanti ai vari edifici simbolo della speculazione in città, ha fatto sentire la volontà dei giovani per un deciso cambiamento e per una totale pulizia da tutta la corruzione e dalla collaborazione con gli alleati occidentali proprie del vecchio regime.

Tutti i cortei sono infine confluiti in piazza Tahrir; nel primo pomeriggio la piazza si è riempita superando il milione di persone. Ciò che emerge dalla piazza è una delusione per le promesse non mantenute dall’elite militare che oggi guida il paese ed una fermezza popolare di voler mantener i risultati della rivoluzione e le richieste della piazza. Ciò emerge dai numerosi interventi fatti in piazza come “Mubarak deve andare in prigione, se non ci pensa il governo sarà il popolo a pensarci andandolo a prendere a Sharm el sheik e impiccandolo in piazza dopo un processo popolare!”.

Alla manifestazione ha partecipato tutto popolo egiziano, studenti e lavoratori lottano oggi accanto al movimento islamico e ai fratelli musulmani: gruppi così distanti lottano adesso fianco a fianco per scopi comuni: libertà e giustizia popolare e liberazione dei popoli arabi. La rivoluzione ha portato unità nella lotta: ad esempio in piazza si sono viste vecchie donne della comunità beduina ballare le loro musiche popolari riadattate con parole delle canzoni di lotta insieme ai giovani della rivoluzione.

Anche oggi, come in tutte le precedenti manifestazioni migliaia erano le bandiere degli altri popoli arabi in lotta e moltissimi gli interventi per l’unione di tutti i popoli arabi e non solo, per la liberazione contro l’oppressore.

Nel pomeriggio diverse migliaia di manifestanti hanno poi deciso di spostarsi verso l’ambasciata israeliana dove ad attenderli c’erano carri armati e centinaia di miliari che hanno, con la forza e con i cannoni puntati sulla folla, impedito un’irruzione nell’ambasciata.

Davanti all’ambasciata si è gridato alla liberazione della Palestina e alla distruzione dello stato sionista e, così come in piazza Tahrir, numerose bandiere israeliane e manichini raffiguranti soldati israeliani sono stati dati alle fiamme.

Il popolo egiziano si è poi dato appuntamento il 15 maggio, giorno in cui si auspica una Terza Intifada, per andare in massa al valico con Gaza per riaprire le frontiere, rompere l’assedio e attaccare lo stato israeliano che sta in questi giorni portando avanti una fortissima escalation militare su Gaza, uccidendo 18 palestinesi solo tra ieri e oggi.

Molti i momenti di tensione con l’esercito che ha arrestato numerosi manifestanti, in seguito rilasciati, che cercavano di forzare il blocco per entrare negli edifici dell’ambasciata.

Intanto ci si prepara a presidi giornalieri, ad un’altra giornata di mobilitazione di massa il prossimo venerdì e a rimanere e occupare piazza Tahrir per la notte.

La sera e la notte: LA RIVOLUZIONE NON è FINITA, ANZI…

 
La serata era partita tranquilla con comizi in piazza e concerti con canzoni di lotta della rivoluzione, in piazza a quell’ora circa 6 o 7 mila manifestanti, altri ancora davanti l’ambasciata, tutti anche tante donne, che per qui non è affatto scontato.

Verso le 2 e mezzo come sempre i militari  (stavolta dato che quella d stasera era anche stata annunciata “operazione speciale” anche con tantissima polizia,  di solito sono solo i militari – che sono meno odiati della polizia e certe volte sostenuti dalla popolazione – o polizia ma in borghese)  hanno iniziato a bloccare le strade,  poi tantissimi carrarmati sono entrati nella piazza e migliaia tra poliziotti e soldati hanno fatto irruzione.
All’inizio i manifestanti si sono improvvisati con servizi d’ordine che sembravano compatti, ma molti altri soldati sono arrivati  e hanno bloccato tutte le vie d’uscita della piazza e circondato i manifestanti. Per qualche minuto la situazione è stata calma poi i militari hanno iniziato a sparare incessantemente bombe-suono  e anche a sparare davvero.  A questo punto sono riusciti facilmente a spezzare i cordoni dei manifestanti, moltissimi sono stati arrestati e molti altri picchiati,  molti manifestanti sono a terra, non si sa ancora il numero di morti, feriti e arrestati che, forse, verranno resi pubblici solo domani,  io sono riuscita a vedere solo tanti a terra e uno pieno di sangue a cui mi hanno detto gli hanno stato sparato alla testa. Dopo un’ora e mezzo la piazza è stata presa sotto controllo dai militari, i manifestanti, fortemente diminuiti di numero per  via dei numerosissimi arrestati e feriti,  sono riusciti in parte a scappare da due vie laterali parzialmente libere.
da queste due strade, con le poche forze rimaste hanno improvvisato barricate e sassaiole (pultroppo quasi immediatamente represse violentemente) ancora ora si sentono spari e urla e si vedono miliatari marciare come scheggie impazzite da un lato all’altro della piazza.

Il sostegno per il governo militare che stava parzialmente scemando, dopo la giornata di oggi è veramente scomparso.

 

h 3.30: continuano gli spari a raffica,  in alcuni sono riusciti a resistere alle cariche della polizia e dell’esercito. Adesso gli scontri si sono spostati percorrendo Talaat Harb Street  e i ragazzi rimasti, non più di 500, sono adesso in Talaat Harb Square, tipo a mezzo chilometro da Tahrir mi hanno appena chiamato i ragazzi che si trovano li  e dicono che in più di 1000 soldati li stanno adesso circondando, stanno sparando, usando gas lacrimogeni e picchiando, poi è cascata la linea e non riesco più a rintracciarli.
h 5.30: il coprifuco dovrebbe essere finito da mezzora ma  non si riesce a uscire, davanti a ogni portone c’è una schiera di soldati. La città è completamente militarizzata, i carrarmati sono ovunque.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Egittomaghreb

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Nakba dei Bambini: come Israele sta prendendo di mira il futuro palestinese

Questa guerra non riguarda solo la morte. Si tratta di rendere la vita impossibile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: attacco sionista al CSOA La Strada

Ennesimo attacco sionista al CSOA La Strada. Questa volta più pesante degli altri perchè non essendo riusciti ad entrare nel centro sociale hanno messo un ordigno all’entrata cercando di sfondare il portone. Un quandrante di città quello di Roma  su che vede già ormai da tempo agire i sionisti della Brigata T (cosi si sono […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: cacciati i sionisti dal Campus (per la seconda volta) e boicottata la conferenza di Nathan Greppi al Salone del Libro

La giornata di ieri è stata un’altra occasione per praticare i valori dell’antisionismo e dell’antirazzismo, opponendoci ai provocatori eventi che i sionisti avevano previsto di svolgere in Università e al Salone del Libro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’imperialismo nell’era Trump

Che cos’è oggi l’imperialismo, di cui la cosiddetta “era Trump” è precipitato? Come si è trasformato, tra persistenza e discontinuità? Non sono domande scontate, di mera speculazione teorica. da Kamo Modena Ma nodo fondamentale da sciogliere per porsi all’altezza delle sfide pratiche e politiche poste da questi tempi sempre più accelerati di crisi sistemica. Per […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Trump in viaggio in Medio Oriente

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta viaggiando in Medio Oriente come annunciato da giorni incontrando diverse personalità politiche e tratteggiando la sua strategia in politica estera. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Napoli rifiuta la guerra e il riarmo: NO al summit NATO del 26 maggio

Il 26 maggio a Napoli si terrà un summit della NATO sul tema della “Sicurezza nel Mediterraneo”, i movimenti sociali cittadini hanno indetto un contro summit per ribadire la contrarietà alla guerra, l’opposizione al riarmo e al genocidio in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Addio a Pepe Mujica

Si è spento Pepe Mujica, guerrigliero tupamaro ed ex-presidente dell’Uruguay. Nato a Montevideo il 20 maggio 1935 contadino fioricoltore, José Alberto Mujica Cordano, negli anni ‘60 divenne membro della guerriglia rivoluzionaria di sinistra Movimento di Liberazione Nazionale – Tupamaros, passando per questo in galera oltre dieci anni, molti dei quali in isolamento totale, assieme ad altre […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Pkk annunciato lo scioglimento della struttura organizzativa e la fine della lotta armata

Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, il Pkk, ha annunciato di avere tenuto a inizio maggio il 12/mo congresso, che ha deciso di sciogliere la struttura organizzativa e porre fine alla lotta armata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Livorno: 2000 in corteo per la Palestina. Lunedì 12 maggio presidio al porto contro la logistica di guerra

“Stop al genocidio, Palestina Libera”, “Basta guerre, fermiamo il riarmo”. A gridarlo con forza sono stati almeno 2000 livornesi, tra cittadini comuni e associazioni, comitati anti guerra, sigle sindacali e politiche, studenti e lavoratori autonomi portuali, che sabato 10 maggio hanno partecipato in massa alla manifestazione in sostegno del popolo palestinese.  Un corteo che da […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza

Questo rapporto “Non lasceremo loro nulla” (*) affronta la distruzione del settore agricolo e delle strutture legate alla produzione alimentare durante l’assalto militare israeliano in corso sulla Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023. di Palestinian Centre for Human Rights, da ECOR Network Ciò include bombardamenti e razzie di terreni agricoli, sradicamento e bruciatura di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’Italia dimentica Regeni e la 185 e fa affari con l’Egitto

L’Italia continua a violare almeno lo spirito della legge 185 del 1990 dove si vieta l’esportazione di materiale di armamento « verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani ».

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La COP 27 dalle mille e una contraddizioni

Il messaggio principale di questa Cop è che non c’è giustizia climatica senza giustizia sociale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Missione Sirli: Francia e Egitto collaborano nella lotta al terrorismo bombardando civili

Pochi giorni fa è stata pubblicata un’inchiesta da parte di un media indipendente francese, Disclose, che rivela il coinvolgimento della Francia in azioni militari condotte dall’Egitto nei confronti di presunti trafficanti alla frontiera con la Libia. La missione, dal nome Sirli, è iniziata nel febbraio 2016 quando la Francia ha stabilito di sostenere l’Egitto di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sospeso il processo per l’omicidio di Giulio Regeni

«Gli agenti egiziani vanno informati» La terza Corte d’Assise annulla il rinvio a giudizio. Ora servirà una nuova rogatoria per chiedere l’elezione di domicilio dei quattro membri della National security. La decisione dopo una lunghissima giornata di dibattimento La terza Corte d’Assise di Roma rientra in aula alle 20.45, dopo quasi sei ore di camera […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Business first! Regeni e Zaki non contano: altra fornitura di elicotteri di Leonardo all’ Egitto

Patrick Zaki? Giulio Regeni? Non contano. Le dichiarazioni solidarietà, di indignazione per la detenzione del primo e l’omicidio del secondo non scalfiscono di un millimetro il rapporto di collaborazione tra l’Italia e l’Egitto e il business delle armi continua imperterrito (come pr altro quello del petrolio).  L’ultimo affare riguarda una partita di elicotteri operativi al 100 per cento. […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Egitto: Il ministero egiziano della repressione e dei depistaggi si addestra in Italia

Tra il 2018 e il 2019 la polizia italiana ha formato agenti egiziani. Una collaborazione con il ministero più controverso d’Egitto: quello che gestisce i servizi segreti, che ha depistato sull’omicidio di Regeni e di cui fanno parte i suoi aguzzini. E quello che ogni anno indaga, incarcera e fa sparire dissidenti veri e presunti […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

A 5 anni dalla scomparsa di Giulio Regeni

Cinque anni fa moriva Giulio Regeni, dottorando presso l’università di Cambridge dapprima rapito e poi ucciso in Egitto mentre conduceva delle ricerche sul ruolo dei sindacati autonomi nelle proteste che stavano attraversando il paese. (L’immagine tratta dalla pagina satirica Compagni Annoiati riporta la foto che Giulio aveva mandato dall’Egitto, due giorni prima di essere rapito.) […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Avere paura degli aquiloni

Da piccola passavo una parte dell’estate in Marocco, il paese d’origine dei miei genitori. Quelle settimane le ricordo con il sorriso, tanto amore e un po’ di malinconia. Passavo le mie giornale nel darb a socializzare con i coetanei della zona. Mi chiedevano come fosse l’Italia, come mai avessi un accento così strano, ridevamo, scherzavamo […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

E’ di nuovo primavera? – Gli audio del dibattito

Ieri al Centro Sociale Askatasuna si è tenuto il dibattito “E’ di nuovo primavera? – Dibattito sui nuovi conflitti sociali che attraversano il mondo arabo” con le relazioni di Gabriele Proglio, ricercatore di storia contemporanea presso l’Universidad de Coimbra e Karim Metref, giornalista ed educatore. Molti sono stati gli spunti su questo nuovo ciclo di […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

E’ di nuovo primavera? – Dibattito sui nuovi conflitti sociali che attraversano il mondo arabo

Dall’Algeria all’Iraq, per passare dal “risveglio” di Piazza Tahrir in Egitto. Segni più o meno intensi di mobilitazione sociale attraversano il mondo arabo. Sono accomunati da due elementi centrali: la lotta contro la corruzione dei governi e la questione del carovita, della disoccupazione, del reddito. “Il popolo vuole la caduta del regime” gridano i giovani, […]