InfoAut
Immagine di copertina per il post

USA: Covid19 nel carcere di San Quintino

||||

San Quintino. La situazione nel carcere californiano di San Quintino sta velocemente deteriorando. La scorsa settimana abbiamo raccontato di come il virus fosse arrivato all’interno del carcere in seguito alla sciagurata decisione di trasferire 121 detenuti proveniente da un’altro carcere dove il virus era gia’ presente.

Nel giro di pochi giorni il numero di detenuti risultati positivi al virus era salito a piu’ di 300. Questa settimana il numero e’ schizzato a piu’ di mille, 1300 per la precisione con almeno 7 detenuti  gia’ deceduti. Secondo informazioni provenienti dall’interno del carcere, le autorità hanno deciso di installare delle tende da campo nel cortile interno per ospitare i detenuti più malati. 

Al momento almeno 20 detenuti hanno iniziato uno sciopero della fame per denunciare le criminali condizioni in cui sono costretti a vivere quest’emergenza. Gia’ ad inizio giugno uno studio pubblicato dal Dipartimento di Salute Pubblica dell’Università di Berkeley aveva dichiarato che per evitare le drammatiche conseguenze del virus nel carcere californiano, il numero di persone detenute doveva essere ridotto almeno del 50%.

Eppure solamente ora le autorita’ hanno rilasciato un comunicato in cui affermano di essere impegnati a sviluppare un piano per il rilascio di tutti i detenuti con una pena da scontare inferiore ai 180 giorni e dei detenuti piu’ a rischio. Misure che gli attivisti avevano proposto mesi fa proprio per evitare quello che purtroppo sta succedendo oggi. 

Nonostante la forte mobilitazione avvenuta anche al di fuori del carcere, sino ad oggi nessun leader del partito Democratico californiano, compreso il Governatore, si e’ recato a San Quintino per valutare la situazione.

Budgets

La scorsa settimana si sono votati  i budget cittadini per il prossimo anno fiscale. In alcune città, come per esempio in Minneapolis, il voto e’ stato posticipato di alcune settimane proprio a cause delle manifestazioni che le hanno attraversate.

Le autorita’ cittadine erano sotto pressione. Da una parte dovevano fare i conti con le perdite dovute ai lockdown indetti per contenere la diffusione del viru. Dall’altra c’erano le richieste dei manifestanti di dare un taglio netto ai bilanci dei vari dipartimenti di polizia. 

Come molti attivisti temevano alla vigilia dei voti, i tagli alla fine sono stati limitati e spesso illusori. Prendiamo per esempio la decisione della citta’ di New York di tagliare un miliardo di dollari dal budget della polizia.

Cominciamo col dire che il dipartimento di polizia di New York e’ il piu’ costoso dipartimento degli Stati Uniti con un budget complessivo di almeno 11 miliardi di dollari. Questo e’ il risultato dei costanti aumenti di bilancio votati dalle varie giunte cittadine negli ultimi cinque anni. Dal 2015 ad oggi, infatti, la polizia ha visto il suo budget crescere del ben 18%. Un aumento inspiegabile considerando che la popolazione e’ rimasta praticamente costante e il numero di crimini commessi e’ continuato a scendere. Nonostante questo, ad oggi la citta’ di New York ha un poliziotto ogni 160 abitanti.

Questi numeri testimoniano come la citta’ abbia subito negli ultimi dieci anni una forte militarizzazione che si e’ concentra soprattutto nei quartieri poveri e di colore. Non e’ un caso allora che delle quasi 130 mila citazioni fatte dalla polizia newyorkese l’anno scorso, ben l’85% e’ stata fatta per infrazioni commesse da persone di colore.

I tagli varati dalla giunta bloccheranno l’assunzione di poco piu’ di mille nuovi poliziotti e ridurranno i fondi disponibili per pagare gli straordinari. E’ da notare che ques’ultima voce tende sempre ad essere superiore a quella preventivata all’inizio dell’anno fiscale e quindi la riduzione e’ puramente simbolica.

Altri 350 milioni dollari preventivamente stanziati per pagare i poliziotti addetti alla sicurezza delle scuole sono stati semplicemente aggiunti al bilancio del dipartimento dell’educazione, ma non e’ chiaro se quei soldi saranno investiti in un programma alternativo o se invece quei soldi alla fine saranno comunque torneranno nelle casse del dipartimento di polizia.

Che questo nuovo bilancio non avrebbe soddisfatto le richieste dei manifestanti era facile da capire considerando che, come ha ammesso lo stesso sindaco De Blasio, i tagli al budget della polizia sono stati proposti dalla polizia stessa. 

Critiche sono state mosse anche nei confronti del bilancio appena votato a Los Angeles. Anche in questo caso i tagli al dipartimento di polizia sono stati minimi (solo l’8%) e si concentrano soprattutto sui fondi messi da parte per pagare eventuali straordinari. Come abbiamo gia’ detto per il caso di New York, questo tipo di tagli non garantisce che quei soldi finiscano comunque nelle tasche del dipartimento.

L’unica buona notizia che arriva dalla città californiana e’ che il numero di poliziotti scenderà per la prima volta dal 2013 sotto le 10mila unità.

La destra continua ad attaccare i manifestanti

Intanto continuano gli attacchi alle manifestazioni in supporto al movimento del Black Lives Matter. Sabato notte a Seattle, un 27enne ha investito due manifestanti durante un blocco dell’autostrada che attraversa la città. Secondo le prime ricostruzioni, il giovane avrebbe preso l’autostrada contromano proprio per aggirare i blocchi che la polizia aveva istituito alle rampe di ingresso per proteggere i manifestanti e avrebbe aggirato le tre macchine che i manifestanti avevano messo per bloccare il traffico. Durante la notte, una delle due donne ferite nell’attacco, la 24enne Summer Taylor e’ morta mentre la 32enne Diaz Love e’ ancora ricoverate in condizioni critiche. Dawit Kelete, questo il nome del giovane alla guida della Jaguar che ha investito le due dimostranti, ora rischia 13 anni di carcere.

Due giorni dopo, in Indiana, un’altra macchina ha investito altri due manifestanti che partecipavano ad una manifestazione sempre in supporto del movimento del Black Lives Matter.
 

Volvevo chiudere questa corrispondenza con alcuni numeri che danno un senso della situazione degli Stati Uniti nel 2020:

Per il quarto mese consecutivo almeno il 30% degli Americani non e’ risucito a pagare l’affitto o le rate del mutuo. Questi numeri diventano ancora piu’ drammatici se si considera che il blocco degli sfratti approvato in numerose citta’ all’inizio della pandemia sta per scadere.

Secondo i recenti dati pubblicati dal governo federale quasi due milioni di Californiani che hanno fatto domanda per il sussidio di disoccupazione ancora non hanno ricevuto il primo assegno. Stiamo parlando di quasi la metà delle persone che ha presentato domanda. Ricordiamo inoltre che la California rappresenta la settima economia mondiale. Il suo PIL e’ superiore a quello della Gran Bretagna.

Infine, ieri la Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso che i datori di lavoro non sono più obbligati ad includere la pillola contraccettiva nelle assicurazioni sanitarie. Questa decisione potrebbe impedire l’accesso a metodi contraccettivi sicuri a quasi 126 mila donne. 

 {mp3remote}https://archive.org/download/usa-carceri/usa%20carceri.mp4{/mp3remote}

Da Radio Onda Rossa

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

carcereCORONAVIRUSstati unitiUsa

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Trump ribalta Zelensky facendo dissolvere la falsa coscienza dal capitalismo “liberale”

Terre rare, materie prime, il dollaro come valuta di riferimento, porte spalancate ai capitali americani e i risparmi nazionali dritti dritti nei portafogli di società Usa. In meno di una riga di post, il neo-presidente, attaccando l’omologo ucraino, ha riassunto la dottrina che gli Stati Uniti hanno seguito per anni. L’Europa balbetta, proponendo solo nuova […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: corrispondenza dall’Indonesia tra il neogoverno Subianto e le prime mobilitazioni dal basso

Levante: nuova puntata, a febbraio 2025, dell’approfondimento mensile di Radio Onda d’Urto sull’Asia orientale, all’interno della trasmissione “C’è Crisi”, dedicata agli scenari internazionali. In collegamento con noi Dario Di Conzo, collaboratore di Radio Onda d’Urto e dottorando alla Normale di Pisa in Political economy cinese e, in collegamento dall’Indonesia, Guido Creta, ricercatore in Storia contemporanea dell’Indonesia all’Università Orientale di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tajani non sei il benvenuto! Comunicato dell’Intifada studentesca di Polito

Dopo più di un anno di mobilitazioni cittadine, di mozioni in senato e di proteste studentesche, il Politecnico decide di invitare il ministro degli esteri all’inaugurazione dell’anno accademico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

150 realtà politiche e sociali si incontrano a Vienna per la People’s Platform: alcune valutazioni sulla 3 giorni

Riprendiamo da RadioBlackout: Centinaia di organizzazioni politiche e sociali, per un totale di 800 delegati/e, si sono incontrate a Vienna tra il 14 ed il 16 febbraio in occasione della People’s Platform Europe. Si è trattato di un incontro internazionalista organizzato da collettivi e realtà vicine al movimento di liberazione curdo con l’obiettivo di creare […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Negoziati in Ucraina: Trump e Putin gestiscono le sorti dell’Europa

A seguito di una propaganda elettorale incentrata sulla risoluzione in Ucraina, dopo un lungo scambio con Putin nelle ultime ore, Donald Trump avvia i negoziati per poi farli accettare a cose fatte a Zelensky.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hamas ha annunciato il rinvio dello scambio di prigionieri: Perché e perché ora?

Hamas si trova attualmente in una posizione in cui deve fare del suo meglio per negoziare l’ingresso di aiuti sufficienti a Gaza, assicurando al contempo la fine della guerra e la formazione di un’amministrazione post-bellica in modo che il territorio possa essere rilanciato e ricostruito. di Robert Inlakesh, tradotto da The Palestine Chronicle Lunedì, il […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: giustizia per Samir Flores Soberanes! 6 anni di impunità

Questo 20 febbraio si compiono 6 anni dal vile assassinio del nostro compagno Samir Flores Soberanes. Sei anni nella totale impunità di un governo che funge da mano armata per il grande capitale. da Nodo Solidale Samir è stato ucciso da 4 colpi di pistola davanti a casa sua ad Amilcingo, nello stato messicano del […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Un unico modo per sconfiggere il Fascismo Israeliano: Ilan Pappé sulla giustizia globale

Riprendiamo l’articolo tradotto di invictapalestina. English version Dobbiamo ancora credere che, a lungo termine, per quanto orribile sia questo scenario che si sta sviluppando, esso sia il preludio a un futuro molto migliore. Di Ilan Pappe – 7 febbraio 2025 Se le persone vogliono sapere cosa ha prodotto in Israele l’ultimo folle e allucinante discorso […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il progetto imperialista USA-Israele su Gaza e gli sviluppi sul cessate il fuoco

L’amministrazione Trump ha gettato la maschera esplicitando il progetto coloniale e imperialista che lo accomuna al piano sionista di Israele, attraverso dichiarazioni shock senza precedenti il Presidente degli Stati Uniti parla di deportazione e pulizia etnica del popolo palestinese in mondovisione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Fronte Popolare: Gaza non è proprietà di Trump e qualsiasi sogno di controllarla è puramente illusorio

Il destino di qualsiasi forza di occupazione statunitense non sarà diverso da quello dell’occupazione sionista.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Non sono i nostri figli che si devono vergognare, ma chi li persegue

La recensione del libro Carcere ai ribell3: storie di attivist3. Il carcere come strumento di repressione del dissenso, a cura di Nicoletta Salvi Ouazzene – Mamme in piazza per la libertà del dissenso – di Haidi Gaggio Giuliani recentemente pubblicata da serenoregis.org

Immagine di copertina per il post
Traduzioni

Leonard Peltier è finalmente libero!

Pubblichiamo la traduzione di questo articolo. “Oggi sono finalmente libero! Mi hanno imprigionato, ma non hanno mai spezzato il mio spirito!” Ciò che sembrava impossibile è diventato realtà il 18 febbraio, quando il prigioniero politico nativo Leonard Peltier è uscito dal penitenziario federale di Coleman da uomo libero. Ha lasciato Coleman non più in uniforme […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Violenze nel carcere di Reggio Emilia: derubricato il reato di tortura

E’ arrivata la sentenza che riguarda il processo, avvenuto con rito abbreviato, nei confronti di dieci agenti della polizia penitenziaria che agirono violenza nei confronti di un detenuto nel carcere di Reggio Emilia nell’aprile 2023.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Diamo voce al dissenso

Ai più non è chiaro che oggi stiamo assistendo, sia in Italia sia in Europa, a una criminalizzazione del dissenso politico Riprendiamo l’articolo di osservatoriorepressione di Marco Sommariva*: La curatrice del libro Carcere ai ribell3, Nicoletta Salvi Ouazzene, è un’attivista del Comitato “Mamme in piazza per la libertà di dissenso”, nato nel 2016. Il Comitato nasce per iniziativa […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Geopolitica e lotta di classe nella crisi di sistema

0. Si apre un tempo di incertezza, che non fa ancora epoca. Per conquistarne l’altezza, occorre rovesciare il punto di vista. E cogliere, nell’incertezza del tempo, il tempo delle opportunità. da Kamo Modena 1. «La fabbrica della guerra». Abbiamo voluto chiamare così un ciclo di incontri dedicati a guardare in faccia, da diverse angolature e […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Non guerra in Europa, ma guerra all’Europa

La telefonata tra Trump e Putin ha traumatizzato la pessima classe dirigente europea, gettandola nel panico. Mentre la guerra in Ucraina va verso il congelamento gli imbelli che governano il continente finalmente si stanno rendendo conto che questa non era solamente una guerra in Europa, ma una guerra all’Europa, portata avanti con mezzi non convenzionali […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Intervista esclusiva all’Accademia della Modernità Democratica e Foza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del Partito di Unione Democratica (PYD)

Abbiamo avuto l’occasione di realizzare questa intervista all’Accademia della Modernità Democratica con al suo interno un contributo (citato tra virgolette) di Forza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del PYD..

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Carcere di Palermo: 400 detenuti in sciopero della fame

400 detenuti in sciopero della fame. L’associazione Yairahia Onlus, attiva per i diritti dei reclusi, spiega i motivi della protesta nel carcere di Palermo : “In una situazione carceraria disastrosa che l’anno scorso ha registrato il record di suicidi, ed in cui il sovraffollamento è una costante, appare assurdo gravare in maniera ancora maggiore sulla […]