Agro Caleno: presidio alla cava Fabbressa, scende in strada la rabbia
L’appuntamento di sabato 1 alla cava Fabbressa, in ogni caso, non si appiattirà sulla vicenda specifica, ma anzi, la utilizzerà come spazio ampio che sappia mettere all’interno della mobilitazione l’opposizione agli altri progetti contro cui si battono i comitati, a cominciare dal Gassificatore di Capua e dalla centrale a Biomasse di Calvi Risorta.
In tempi di rifiuto dell’austerity e di sacrifici, gli abitanti dell’agro caleno, mettono al primo posto la necessità di rifiutare il biocidio, di ribaltare la situazione e di costruire sulle lotte a difesa dei territori nuove sperimentazioni e nuova cooperazione sociale. Una giornata che di sicuro servirà anche come prima tappa di avvicinamento alla giornata di mobilitazione nazionale, indetta dal movimento NoTav per il 22 febbraio. Dopo la rivolta contro la Tares a Giugliano è la volta dell’agro caleno, che ritorna in piazza contro la messa a profitto dei territori e delle vite , due zone, quella di Giugliano e in generale l’area a nord di Napoli, e quella dell’alto casertano, che si riconfermano focolai vivi e capaci di continuare a costruire mobilitazione anche quando il resto della regione sembra assopito, lotte da cui bisogna sicuramente ripartire per alimentare e rinnovare la spinta che si è avuta in questa regione a fine 2013.
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