InfoAut
Immagine di copertina per il post

Alluvione in lunigiana: il tributo alla speculazione ambientale

7 morti in provincia di La Spezia, 2 ad Aulla (MS); un migliaio gli sfollati e decine i dispersi; due i ponti crollati (Colombiera e Stadano), frane e fango sulle strade e decine i paesi isolati, senz’acqua, luce, gas e linee telefoniche.

Questo è il bilancio dell’alluvione che ha colpito le terre bagnate dai due bellissimi fiumi, il Magra e il Vara: bellissimi quanto terribili.

Ma se fossi stata madre natura avrei reagito allo stesso modo.

Nell’ultimo decennio infatti il territorio è stato profondamente modificato dall’abuso da parte dell’uomo di cemento e dal disboscamento selvaggio.

Dove prima c’erano campi ora sorgono mostri architettonici lasciati a se stessi, palazzine e centri commerciali.

Dov’erano i boschi ci sono strade, case nuove, parcheggi, ristoranti e hotel di lusso.

Non bisogna sorprendersi se poi, a pioggia finita, onde anomale abbattono gli argini dei fiumi, già  precari per le piene degli anni precedenti, e travolgono interi paesi (vedi Aulla) mentre altri restano isolati.

Prendiamo ad esempio Mulazzo evacuato per rischio frane: le fondamenta della parte storica hanno retto e reggono perchè su solida roccia, il problema sta altrove.

Il problema sta nella costruzioni nuove, recenti, che hanno ostruito i corsi d’acqua adiacenti le rocce e che sono stati canalizzati artificialmente in “sezioni idrauliche del tutto insufficienti per far transitare le piene in caso di forti piogge”.

E questo è solo un esempio di come le logiche dei piani regolatori, approvati nelle varie giunte comunali, provinciali e regionali, che disciplinano l’uso del suolo, tengano in considerazione solo i profitti e gli interessi di speculatori, imprenditori e mafiosi di vario calibro.

Altro esempio citabile è il caso Bonanini, presidente del parco naturale delle 5 Terre dalla fine degli anni ’90, arrestato per aver preso fondi che la comunità europea aveva stanziato per far fronte ai danni del maltempo.

Non solo i danni non furono mai riparati, ma il caro Bonanini (esponente di spicco del Pd) sembra aver accettato mazzette, da parte di alti esponenti della politica italiana che hanno le loro “case” (meglio dire palazzi) in uno dei 5 gioielli, e che abbia chiuso entrambi gli occhi sull’ampliamento delle regge, oltre che su costruzioni abusive nel parco, accettando denaro anche da questo e quell’imprenditore: e ora Monterosso e Vernazza sono sommerse da fango e detriti.

E ancora: nel 2009, dopo il primo crollo del ponte della Colombiera, furono arrestati 9 imprenditori navali che avevano costruito sulla darsena del Magra i loro magazzini, depositi e i loro cantieri, causando, durante una piena, il tappo del fiume e il successivo danneggiamento del ponte.

Ponte che successivamente fu rattoppato, cercando di spenderci il meno possibile, mentre si approvava la costruzione in centro a Spezia di uno dei più grandi centri commerciali della Liguria.

E ora questo ponte è spaccato a metà, completamente distrutto.

E, mentre il governo prepara l’ennesimo condono edilizio, Napolitano afferma che le 9 vite sono il “tributo doloroso del cambio del clima” e Burlando da Genova  mette l’abbandono dei campi tra le cause prime di questo disastro.

Qui sono le logiche del profitto e dello sfruttamento (in questo caso ambientale) proprie del sistema capitalistico, incarnato ad oggi da imprenditori, politici e mafiosi, le cause di quanto è accaduto.

E chi ci va di mezzo come al solito è la popolazione.

Popolazione a cui vogliono far pagare anche questa tassa, proposta da Rossi, presidente della regione Toscana, che aumenterà il costo del carburante di 5 centesimi per un anno.

E mentre gli italiani si vedono costretti a pagare il debito, prodotto dal sistema dei partiti asserviti alla perversa logica delle banche, i danni dell’alluvione, si vedono espropriare i propri diritti fondamentali per salvare il culo della casta… questi sputtanano 20 miliardi di euro per costruire la Tav, milioni di euro al giorno per tenere la zona sotto assedio militare e miliardi (in 65 anni 213 miliardi) per riparare i danni causati dalle emergenze, quando ne basterebbero 40 miliardi per un piano idrogeologico che rimetterebbe l’Italia in sicurezza.

Cari governi: invece di costruire e incentivare grandi opere pubbliche (al pari di Mussolini), promuovete dei piani eco-geo compatibili e pensate a sistemare e finanziare i servizi pubblici già esistenti.

Caro Rossi: invece di far costruire il traforo della Tambura, opera inutile e nociva per la cittadinanza ma molto utile a qualche impresa di marmo, usa quei soldi per riparare ai danni che tu e i tuoi colleghi avete causato.

Caro Burlando: tu e il tuo partito siete i primi promotori di cementificazioni, andate a braccetto con imprenditori e fate finta di essere contrari e di combattere l’abusivismo di questi ultimi. Ma si sa che i loro voti e il loro appoggio vi servono per mantenere il vostro posto di privilegiati. E quando parlate di abbandono nei campi noi ricordiamo quello che avete fatto con i campi e i boschi di Pitelli, ricordiamo cosa continuate a fare con la più grande centrale a carbone d’Europa e ricordiamo di come le vostre mancate politiche di smantellamento dall’amianto e i vostri accordi con i militari continuino a fare morti e mesoteliomi.

studaut.it

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

alluvionelaspezia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Contro il porto crocieristico di Fiumicino

Royal Caribbean, colosso statunitense delle crociere, vuole costruire a Fiumicino il primo grande porto a gestione privata in Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Comune di Bussoleno allunga le mani sulla stazione internazionale ed è subito bufera

“Metti la cera, togli la cera”. Chi di noi non si ricorda della famosa frase pronunciata dal maestro Miyagi nel film “Karate Kid” all’inizio degli anni 80.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La violenza colpisce la scienza: gli esperti sono minacciati per aver rivelato gli impatti sulla biodiversità

Messaggi intimidatori, attacchi fisici, avvertimenti. Secondo l’International Council on Science, gli scienziati ambientali latinoamericani sono sempre più minacciati. di Ana Cristina Alvarado, da ECOR Network “Stiamo assistendo a casi di persone che pubblicano informazioni scomode e, alla fine, si attaccano gli scienziati al fine di mettere a tacere il loro lavoro”, afferma Laura Furones, autrice […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Messina: corteo No Ponte sullo Stretto in occasione del Carnevale, la polizia carica a freddo i manifestanti

Un’ampia manifestazione a Messina contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto ha animato questo sabato 1 marzo la città siciliana. Un corteo colorato ha legato la giornata di lotta con la festività del Carnevale, da sempre festa popolare e giorno in cui – fanno sapere i No Ponte – “si rovescia, si fa beffe del potere, […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Opporsi al ponte sullo Stretto costa: 340mila euro!

La storia del Ponte sullo Stretto si arricchisce di una nuova, incredibile pagina. di Peppe Marra, da Volere la Luna Presentato come un’opera strategica, il Ponte è in realtà un grande inganno (https://volerelaluna.it/controcanto/2024/02/15/messina-linganno-del-ponte/), tali e tante sono le criticità legate alla sua realizzazione. In sintesi: il territorio dello Stretto è una zona ad alto rischio sismico e costruire una struttura di queste dimensioni su un’area così instabile […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Viaggio nei cantieri del Tav tra mito e realtà. Il sistema “grandi opere” per espropriare, devastare e speculare

Sono passati 30 anni da quando, a inizi anni ’90, nasceva il movimento No Tav in Val di Susa (TO). Parallelamente alla sua storia, emergeva quello che sarebbe diventato il modus operandi di gestione manageriale dei beni comuni, della spesa pubblica, del territorio e della politica in Italia: le “grandi opere”. Un quantitativo ingente di […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Argentina: “Lo Stato Nazionale decide di non finanziare la lotta agli incendi”

Il fuoco devasta territori e vita nel Chubut, Río Negro e Neuquén. Di fronte alla scarsa azione del governo nazionale, abitanti locali, produttori e popoli originari indicano le cause: siccità prolungate e cambiamento climatico, monocolture di pini e mancanza di prevenzione. Un morto, centinaia di case distrutte e 23.000 ettari sono alcune delle conseguenze. Nel […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Val di Susa: allargamento al cantiere di San Didero

Durante la giornata di ieri a San Didero sono iniziati i lavori per la costruzione della rotonda antistante al cantiere, sin da subito i No Tav hanno presidiato il piazzale del presidio, luogo in cui l’allargamento della rotonda potrebbe proseguire.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Nuova protesta dei trattori. Il mondo rurale e le politiche agricole tornano nel dibattito pubblico

Torna, dopo esattamente un anno dal suo inizio, la protesta dei trattori. A partire da questa settimana, in diverse Regioni italiane, gli agricoltori e i loro mezzi agricoli sono scesi in strada per ribadire che dopo un anno – dicono – “nulla è cambiato”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Criminale è chi nega la crisi climatica, non chi la denuncia!

L’alluvione che lo scorso 20 ottobre ha colpito la piana di Lamezia ha mostrato, ancora una volta, tutta la fragilità idrogeologica del nostro territorio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non siamo vittime del maltempo ma del malgoverno del territorio

L’Italia è tormentata dal mal tempo o da inadeguata agenda politica? O da entrambe?

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Valencia: sale la rabbia contro il governo regionale, mentre ancora si scava nel fango e si cercano 1300 dispersi

A Valencia si scava ancora nel fango per cercare i sopravvissuti a tre giorni dall’alluvione che ha messo in ginocchi il sud della penisola iberica. Il bilancio dei morti ora raggiunge quota 211, ma ci sono ancora 1300 dispersi. L’agenzia meteo lancia l’allarme rosso a Huelva, in Andalusia, così come alle Baleari: “Evitare gli spostamenti, […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non abbandoniamo i paesi interni!

Sono anni che sentiamo da più parti (specialmente negli ambienti politici), il richiamo alla necessità di ripopolare i paesi dell’entroterra calabrese.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Valencia: disastro climatico, lotta di classe e governance di estrema destra

158 morti. È questo il bilancio provvisorio delle imponenti inondazioni che hanno colpito la regione di Valencia, in Spagna, il 29 ottobre.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Meisino: lasciamo parlare le immagini

Per questa volta al Meisino non si è arrivati all’esondazione del Po, ma ci è mancato poco, e il trend climatico che le amministrazioni non fanno nulla per contrastare (anzi, che colpevolmente favoriscono, con le loro devastazioni della vegetazione spacciate per riqualificazioni) garantisce alluvioni sempre più frequenti nel prossimo futuro.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ennesima alluvione a Lamezia: a quando la messa in sicurezza del territorio?

Passano gli anni – per l’esattezza il 4 ottobre ne sono passati sei – eppure lo scenario al quale abbiamo assistito è praticamente uguale, forse persino peggio, se non fosse per la fortuna di non piangere ancora vittime.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Collassi localizzati, debito ecologico e politiche pubbliche

Le inondazioni nel Rio Grande do Sul, una delle zone più ricche e potenti del Brasile, hanno provocato 163 morti, più di 80 persone disperse e 640.000 persone costrette a lasciare le proprie case.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Emilia Romagna: a un anno esatto dalla prima devastante alluvione, qual è la situazione dei territori colpiti?

Furono giorni drammatici, convulsi, in cui non mancò tuttavia uno slancio solidale esteso e diffuso, con ben pochi precedenti.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La Toscana sott’acqua e quei soldatini di piombo che ignorano la “prevenzione civile”

Le intense piogge di inizio novembre hanno provocato esondazioni e allagamenti nella Regione. La piana che va da Pistoia a Firenze era una naturale vasca di laminazione dei corsi d’acqua che scendono dall’Appennino ma è stata riempita di cemento, fino a soffocarla.