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Censurato e sequestrato in Germania il libro Make Rojava Green Again

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Nei giorni scorsi in Germania è partita per ordine del Ministro dell’Interno Horst Seehofer un’operazione repressiva che ha colpito la casa editrice curda Mezopotamya – portando al sequestro e alla censura di numerosi testi da essa pubblicati.

 

Tra questi Make Rojava Green Again, opera della Comune Internazionalista del Rojava dedita a divulgare i principi alla base della rivoluzione ecologista e democratica in Siria del Nordest e la loro lettura dei processi alla base del cambiamento climatico.

L’ennesima persecuzione di una lunga serie contro le idee di riscatto e giustizia sociale del Rojava e la diaspora curda, dal divieto di esporre bandiere delle YPG (che tra l’altro hanno recentemente annunciato la morte di Christian Emde, famoso jihadista tedesco e responsabile della propaganda dell’ISIS) ed effigi di Ocalan alla soppressione dell’etichetta discografica Mir Music, fino alla proibizione di manifestazioni e raduni di solidarietà all’autonomia democratica e denuncia dell’occupazione turca di Afrin. Grazie alle lucrose commesse militari di una Merkel completamente succube del tiranno Erdogan, che tiene in pugno l’influente e numerosa comunità anatolica in Germania grazie ad una rete di predicatori di diretta nomina di Ankara ed a gang e racket come quello degli Osmanen, pesantemente infiltrate dai servizi segreti turchi del MIT.

Nulla di tutto ciò trova la condanna di quell’intellighenzia liberale che pochi mesi fa ha autorizzato la diffusione e la vendita del Mein Kampf di Hitler nelle librerie tedesche per la prima volta dal dopoguerra. Evidentemente ritenendone le folli parole meritorie di una libertà di espressione negata all’impegno di tanti volontari e compagni – dediti al ripristino degli equilibri naturali ed agricoli di un territorio, quello della Siria del Nordest, devastato da otto anni di guerra civile e da decenni di colture intensive.

Testi, pratiche, esperienze e dibattito di cui si sente un bisogno ancora maggiore con l’avvicinarsi della giornata di sciopero globale per il clima del 15 marzo; affinché gli appelli ad impedire la catastrofe ecologica prodotta dalla bancarotta morale e materiale del sistema capitalista non restino vuota retorica.

Pubblichiamo qui di seguito la presa di parola sugli eventi della Comune Internazionalista del Rojava,diffusa tramite un videocomunicato:

“Il Ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer ha proclamato il 12 febbraio 2019 la messa al bando della casa editrice curda Mezopotamya. La censura sta colpendo direttamente la nostra campagna ecologica “Make Rojava Green Again”. Sono state confiscate 200 copie del nostro libro appena pubblicato.

La casa editrice Mezopotamya distribuisce non solo i nostri testi, ma un’ampia varietà di libri che hanno per argomento il Kurdistan in molte e diverse lingue. Le 200 copie di Make Rojava Green Again che sono state sequestrate avrebbero dovuto essere distribuite tramite Mezopotamya. I libri erano arrivati appena qualche giorno prima della messa al bando da parte del Ministro dell’Interno, e la sede della casa editrice è stata perquisita e chiusa. Tutti i libri e gli opuscoli sono stati confiscati.

Negli ultimi mesi il libro era stato pubblicato in inglese, italiano, greco e tedesco. La pubblicazione delle edizioni francese, svedese, turca, curda e spagnola è in programma nelle prossime settimane. Cerchiamo, con il libro, di mostrare prospettive per risolvere problemi ecologici in Siria del Nord e nel mondo. In ciò facciamo riferimento alle teorie dell’Ecologia Sociale di Murray Bookchin e al Confederalismo Democratico di Abdullah Öcalan.

La chiusura della casa editrice e la confisca dei materiali colpisce direttamente il nostro lavoro. Condanniamo questa decisione e reclamiamo la restituzione dei libri oltre che l’annullamento della messa al bando della casa editrice Mezopotamya. La chiusura di Mezopotamya è un attacco alla libertà di pensiero e di parola. La censura è un tentativo di sopprimere il discorso del radicamento dell’autogoverno in Siria del Nordest e le prospettive sulla risoluzione della crisi in Medio Oriente. La diffusione di idee su una società gender-libera, ecologica e democratica non verrà impedita dai divieti e dalla censura, perché già oggi queste idee sono fonte di ispirazione e speranza per milioni di persone in tutto il mondo. Continueremo il nostro lavoro nonostante queste azioni, e con una motivazione ancora maggiore. In queste circostanze facciamo in particolare appello a tutti di leggere il nostro libro appena pubblicato, Make Rojava Green Again, gli altri scritti colpiti dalla censura, e di diffonderli. La critica di un sistema che ogni giorno schiavizza miliardi di persone e preme per la distruzione delle risorse naturali resta legittima, ed oggi è più necessaria che mai.”

Per saperne di più:

internationalistcommune.com

makerojavagreenagain.org

Make Rojava green again – una società ecologica in costruzione

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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