Contro l’inceneritore i roghi tossici, per la Bonifica di tutta la campania
MANIFESTAZIONE REGIONALE 8 OTTOBRE
Continuano incessanti le mobilitazioni nei territori tra Caserta e Napoli contro il tragico avvelenamento della terra avvenuto per decine di anni sotto gli occhi di tutti: cittadini e istituzioni.
Partite nell’agosto scorso, dopo la notizia dell’intenzione della Regione Campania (finanziata dal decreto “del fare”), in una decina di giorni 10.000 persone sono scese in piazza a Giugliano, 5.000 a Casal di Principe, oltre 40.000 alla marcia da Orta di Atella a Caivano.
La marcia di oggi – 7 km da Aversa a Giugliano – è la penultima tappa prima del giorno 14 quando la Regione che dovrà aprire le buste per le gare d’appalto sarà assediata dai comitati e movimenti.
La partenza del corteo è prevista alle 15.30, per dire no a tutti gli avvelenamenti, compresi quelli degli inceneritori.
Quello che segue è il Documento di apertura della manifestazione di oggi, che verrà distribuito in prospettiva anche di quella del 14 ottobre:
Uno studio del Consiglio Nazionale di Ricerca degli Stati Uniti, uno dei tanti studi prodotti negli anni dalla comunità scientifica internazionale, nel 2000 così scriveva: “Dopo che le sostanze inquinanti provenienti da un impianto di
incenerimento si disperdono nell’aria, alcune persone vicine all’impianto potrebbero essere esposte direttamente attraverso l’inalazione o indirettamente attraverso il consumo di cibo o d’acqua contaminati a seguito della deposizione sul suolo, sulla vegetazione e nell’acqua dei composti immessi in atmosfera. Per i metalli ed altre sostanze inquinanti che persistono nell’ambiente, gli effetti potenziali possono estendersi oltre l’area vicina all’inceneritore. Infatti, i composti persistenti possono essere trasportati lontano dalle fonti di emissione, attraversare differenti trasformazioni chimiche e fisiche, e passare diverse volte attraverso il suolo, l’acqua ed il cibo.”
Potremmo citare tantissimi altri studi scientifici che dimostrano come l’incenerimento dei rifiuti sia nocivo perché produce nanopolveri non filtrabili, non risolve il problema delle discariche, perché il 30% di quello che si brucia deve andare in discarica sotto forma di ceneri pericolose, ed inoltre affossa la raccolta differenziata.
Ci sono decine e decine di ragioni per essere contro gli inceneritori. Di fatti, laddove sono maggiormente stati utilizzati in passato, si sta procedendo alla loro dismissione o ad un utilizzo sempre più ridotto.
Fuori tempo massimo, quando oramai la scienza ci dice che gli inceneritori producono morte, la Regione Campania decide di costruirne altri oltre a quello di Acerra. Da Napoli Est e Salerno, si è passati a Giugliano.
Giugliano è terra di devastazione ambientale, di protratto saccheggio del territorio che oggi produce tutti i suoi effetti morbosi e mortali, come tanti altri comuni della Campania.
Discariche legali ed illegali hanno contribuito ad inquinare aria, terra, cibo, falde acquifere, finendo per incidere direttamente sulla salute umana.
I continui roghi tossici sono un’altra fonte di inquinamento pericolosissima.
Per anni, per decenni, sistemi criminali, imprenditori, politici ed istituzioni hanno pianificato e condotto un vero e proprio biocidio. Una aggressione senza precedenti a tutte le forme di vita: umana, animale, vegetale, marittima presenti in zona. Spesso con la complicità o grazie alla cecità delle forze dell’ordine e della stessa magistratura.
È in atto un vero e proprio atto di disinformazione ed occultamento di responsabilità: si prova ad addossare ogni colpa alla sola camorra, mentre i responsabili sono molti di più: si aggirano tra di noi, sono tanti colletti bianchi, tanti nostri rappresentanti politici ed istituzionali, tanti corrotti e collusi.
Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito ad una vera e propria aggressione del territorio da parte delle istituzioni, con l’apertura di decine di discariche non a norma, con la costruzione di impianti di CDR che hanno prodotto solo milioni si finte ecoballe, con la devastazione di immensi territori, strappati all’agricoltura e trasformati in enormi discariche a cielo aperto come quella di Taverna del Re. Tutto questo è stato fatto dallo Stato ed è stato imposto con la forza e con la repressione poliziesca.
È necessario che la magistratura impegni ingenti risorse per perseguire i responsabili di tale disastro. Non vogliamo relegare la nostra battaglia nelle aule dei tribunali, ma la magistratura e le forze dell’ordine facciano la loro parte. Più di quanto non hanno fatto finora.
Le mamme degli “Angeli Guerrieri” attendono giustizia. Sì, parliamo di Angeli, perchè tali sono tutti quei bambini che hanno combattuto contro il tumore, hanno combattuto una guerra che non hanno voluto loro, hanno combattuto una guerra voluta da adulti senza scrupoli.
In ogni famiglia c’è un caso di malattia tumorale che ci costringe a dire addio ad un nostro caro, dopo sofferenze indicibili. I politici, perfino ministri, che addebitano le nostre morti ai nostri stili di vita, devono solo vergognarsi. Non dovranno più avere agibilità politica.
Da mesi è in corso un processo di grande presa di coscienza dei cittadini campani più immediatamente colpiti da questo disastro. Grazie anche al lavoro di controinformazione ed alle battaglie condotte nel corso degli anni da molti attivisti ed associazioni, oggi tutti possono avere a disposizione una mole di informazioni tali da alimentare una veloce presa di coscienza. Ciò che fino a qualche tempo fa eravamo in pochi a dire – perciò considerati per lo più matti e terroristi – oggi è di pubblico dominio. Siamo in tanti, sempre di più. E non può che essere un bene.
Non esistono e non vogliamo “salvatori della patria”. Siamo convinti che solo la consapevolezza diffusa e la lotta popolare possano porre fine allo scempio.
È necessario generalizzare la protesta, la lotta sull’intero fronte ambientale, unendo tutte le vertenze sulla salute e l’ambiente in Campania. C’è un filo rosso che unisce tutte queste lotte: quello del saccheggio e dell’aggressione alla natura nel suo complesso, che annega il presente ed ipoteca il futuro.
Siamo contro l’inceneritore sia qui a Giugliano che altrove. Siamo contro tutti gli impianti di incenerimento comunque essi funzionino o siano chiamati (come i gassificatori o le centrali a biomasse). Il bando di gara dell’inceneritore a Giugliano è un vero e proprio atto ostile contro il territorio, la sua comunità e dell’intera regione. Perché se passa una simile scelta politica, l’intero movimento subisce un forte arresto.
Siamo oggi tutti uniti per gridare il nostro NO netto, radicale, senza se e senza ma agli inceneritori. Chiediamo l’immediato ritiro del bando di gara e non ci fidiamo degli impegni dell’ultima ora a “sospendere” il bando. Vogliamo concretezza e certezza.
Siamo qui riuniti come una folla pacifica, nonostante abbiamo innumerevoli motivi per essere arrabbiati, stanchi, insoddisfatti dei trattamenti che riceviamo.
Siamo pacifici, ma la nostra pazienza ha un limite.
Revocate il bando. Altrimenti avrete masse sempre più grandi di popolazione che vi assedieranno.
Sì. Vi assedieremo. Lo faremo già il 14 ottobre prossimo, fuori gli uffici del Palazzo della Regione. Organizzeremo un assedio. Saremo in tanti, troppi per fermarci. Se i politici, chiusi nelle loro stanze, nei loro grattacieli, non ci ascoltano, faremo in modo di farci ascoltare.
Il ritiro del bando di gara per l’inceneritore ed il NO allo stesso è solo il primo punto del nostro programma di lotta e rivendicazioni.
Da tutta la Campania le comunità in rivolta chiedono:
– una commissione indipendente di scienziati, tecnici, medici e cittadini che analizzi le balle di rifiuti sparse in tutta la Campania ed indichi la migliore soluzione a tale problema, ispirandosi ai principi non della maggiore economicità ma della soluzione che meglio sia adeguata a tutelare la salute e l’ambiente. La nostra vita non la vendiamo.
– la fine immediata dei roghi tossici, veri inceneritori a cielo aperto. Fonti di disastri ambientali giganteschi. Ci sono i mezzi e le tecnologie per porre fine, sin da subito, a tale fenomeno. Manca solo la volontà politica per farlo. L’assessore Romano già tre anni fa promise che nel giro di 60 (sessanta!) giorni avrebbe ridotto di molto i roghi. Oggi, ottobre 2013, i roghi tossici continuano indisturbati. Dov’è il controllo tanto promesso? Perché non si è fatto ancora nulla? Le responsabilità sono evidenti. Noi non dimentichiamo.
– un piano nazionale di bonifica dei territori inquinati, che preveda l’utilizzo delle più avanzate tecniche di messa in sicurezza e bonifica, che escluda ogni collusione con i soliti noti, imprenditori in odor di camorra e gestione verticistica e commissariale delle bonifiche. Vogliamo un piano di bonifiche che dia lavoro ai tanti disoccupati, tramite percorsi seri di formazione. Un piano di bonifiche che sia controllato dal basso, dalla cittadinanza, così da evitare imbrogli, bonifiche parziali o infiltrazioni. Un piano di bonifiche che sia anche un piano di riqualificazione territoriale delle aree devastate. Non ci accontenteremo degli spiccioli, perché le nostre vite valgono più di qualsiasi somma di denaro. Le politiche di austerità non siano un alibi per interventi ridotti, quindi inutili.
– un piano alternativo per i rifiuti, centrato sulle parole d’ordine della riduzione degli sprechi, del riuso, del riciclo, della raccolta differenziata porta a porta.
Da questa manifestazione parte anche l’idea di dare vita ad una “Rete regionale” che dica no agli inceneritori e sì alle bonifiche. Un percorso da costruire nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, che unifichi tutte le lotte, tutte le vertenze, tutte le soggettività singole ed organizzate sensibili a questi problemi.
Riappropriamoci delle nostre vite, del nostro futuro. Riappropriamoci del diritto di scegliere, di decidere!
La manifestazione di oggi non rappresenta il funerale di questa terra, ma una vera e propria rinascita, che vede in prima linea i cittadini e le cittadine che vogliono continuare a vivere qui.
Le nostre ragioni prevarranno sui loro profitti ed interessi personali.
Uniti si vince. Divisi abbiamo già perso.
Lunedì 14 ottobre, ASSEDIO AL PALAZZO DELLA REGIONE!
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