Ex-Pozzi e discariche abusive: quando le comunità vincono contro la speculazione
In relazione alla ex-Pozzi con il provvedimento trova un primo, seppur parziale e provvisorio, riscontro il lavoro che da mesi le comunità autorganizzate dell’Agro Caleno hanno portato avanti. In più occasioni, infatti, militanti ed attivisti della Rete Calena Beni Comuni prima e del Comitato per l’Agro Caleno: No centrale a biomasse poi, hanno segnalato, anche con l’ausilio di un’ampia documentazione corredata da fotografie e video, il grave stato di degrado che ha trasformato, nel corso degli anni, la ex-Pozzi in una terra di nessuno a disposizione di speculatori e sciacalli di ogni ordine e grado che l’hanno utilizzata come sversatoio a buon mercato, lucrando sulla nostra salute e minando l’ambiente in cui viviamo.
Tutto ciò nel silenzio complice della classe politica locale che, con rarissime eccezioni di amministratori onesti, per anni ha ignorato, se non direttamente favorito, lo scempio che si perpetrava. Un esempio su tutti è rappresentato dalla vicenda della celeberrima centrale turbogas di Hera e Cosentino (l’ex-sottosegretario inquisito per camorra), vicenda che riassume in sé la compattezza con la quale politici e organi di controllo istituzionale hanno imposto scelte che hanno compromesso il nostro territorio e che continuano quotidianamente ad incidere negativamente su ambiente e salute. In particolare chi doveva controllare e tutelarci non lo ha fatto, anzi. Come avvenuto con la Cava Fabbressa, tra Calvi Risorta e Sparanise, forze di polizia e magistratura hanno ignorato ciò che avveniva sotto gli occhi increduli degli abitanti del territorio tanto da far apparire i pochi provvedimenti intrapresi come mere operazioni di facciata che assumono il sapore di una ulteriore, inaccettabile, presa in giro. Finanche l’ultimo clamoroso sequestro di una mega-discarica abusiva nel territorio di Calvi Risorta non è avvenuto su iniziativa del sindaco o della locale stazione dei Carabinieri ma su intervento esterno della Guardia di Finanza.
Intanto, con le elezioni alle porte, sono in molti i candidati che si riscoprono ambientalisti e fanno a gara nel rivendicare i “risultati” ottenuti. Tanto è accesa e accanita la competizione che, invece di spiegare responsabilmente e con chiarezza la situazione, di illustrare quali atti concreti si ha in animo di porre in essere, politici di ogni schieramento mettono in circolo notizie contraddittorie e parziali che non fanno altro che rimarcare la totale irresponsabilità che li contraddistingue, ingenerando confusione nel tentativo di raccogliere voti. Ancora una volta non si dimostrano all’altezza dei tempi e delle sfide che abbiamo davanti. Per queste ragioni siamo consapevoli della necessità stringente da parte delle comunità dell’Agro Caleno di agire direttamente per difendere il proprio territorio e la propria vita. Accettiamo il sostegno sincero di chiunque, anche dall’interno di partiti ed istituzioni, abbia a cuore il proprio territorio e le sorti di chi lo vive, ma respingiamo con decisione atti di bassa propaganda che sottovalutano le capacità critiche di un movimento popolare ampio e radicato come il nostro.
Le istituzioni finora, purtroppo, si sono dimostrate sorde alle richieste provenienti dalle popolazioni. Persino a fronte di decine di manifestazioni culminate in un grande fiume in piena che, lo scorso 16 novembre, ha invaso Napoli la risposta del Governo delle “larghe intese” è stata un decreto farsa che rappresenta un insulto all’intelligenza dei campani ed alla memoria delle vittime del biocidio in atto.
La soluzione è, quindi, nelle nostre mani e nella capacità di autodeterminarci cominciando con l’isolare definitivamente coloro che notoriamente usano la politica per accedere ai flussi di denaro pubblico necessari a tessere le reti clientelari che hanno fatto e fanno la fortuna di molti. Questa campagna elettorale non sarà l’ennesimo teatro dell’assurdo in cui ascolteremo passivi tutto ed il contrario di tutto. Vogliamo sapere quale piano di bonifica delle aree inquinate si intende mettere in campo, cosa pensano i candidati della Centrale a Biomasse che Iavazzi e Caparco ci vogliono imporre, cosa si ha intenzione di fare per tutelare le famiglie dalla crisi economica e, soprattutto, non accetteremo di sentir parlare di posti di lavoro inesistenti, di centrali che assumono più addetti della FIAT e panzane simili proferite da chi mente sapendo di mentire. Non abbiamo intenzione di aspettare domani per cambiare, né emetteremo deleghe in bianco a chicchessia, tutti coloro che si interporranno tra noi ed il nostro futuro saranno travolti dalla nostra rabbia degna.
11/02/2014
Comitato per l’Agro Caleno: No centrale a biomasse
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