Francia: il movimento Soulèvement de la Terre accerchia il cantiere per i bacini idrici
In una Francia attraversata da Nord a Sud da imponenti manifestazioni, scioperi, blocchi dei gangli produttivi scatenatasi contro l’impopolare riforma delle pensioni in salsa macronista, ieri si è tenuto un corteo per la difesa della terra e dell’acqua organizzato dalla rete Soulèvement de la Terre che ha visto la partecipazione di 30 mila persone a Sainte-Soline, nel nord ovest della Francia.
Lasciando la cronaca della giornata alle parole scritte dal movimento Soulèvement de la Terre che di seguito traduciamo, condividiamo alcune considerazioni in merito al weekend appena concluso a Sainte-Soline.
Innanzitutto, questa manifestazione si inserisce in un quadro composito e senza precedenti di uno sconvolgimento generale della società francese dato dalle proteste contro la riforma delle pensioni. Se da un lato, il movimento per la difesa della terra e dell’acqua ci pare una delle esperienze più interessanti nel panorama attuale, dall’altro l’esplosione sociale determinata dall’ennesima imposizione di un governo completamente allineato agli standard al ribasso dell’UE, supera l’organizzazione. E’ interessante notare la tensione esplicita di tenere legate le istanze portate in piazza e nelle manifestazioni, tentativo che si colloca nella volontà di ricomporre gli interessi sociali ed ecologici in campo. Saranno la prosecuzione del movimento, la reazione della controparte, la capacità soggettiva a determinare il risultato in questo senso.
Come già sottolineato in altre occasioni, il movimento Soulèvement de la Terre si propone di raccogliere il patrimonio di relazioni, reti, competenze e approccio alla lotta lasciato dalla ZAD di Notre Dame de Landes in primo luogo, riuscendoci appieno. In una fase in cui le rivendicazioni legate all’attivazione giovanile pongono come centrale la questione della crisi ecologica risulta centrale l’esperimento di organizzarle all’interno di un movimento più ampio, radicale e socialmente situato. La presenza di soggetti come la Confédération Paysanne, di agricoltori e lavoratori e lavoratrici, donano il valore aggiunto a questo movimento. L’arrivo della carovana di trattori al campeggio il giorno precedente la manifestazione, esplicita un radicamento reale in un territorio come quello del Nord Ovest della Francia, sintomo di una necessità della creazione di un soggetto capace di porsi all’altezza di questa emersione sociale.
La pratica dell’obiettivo e le modalità messe in campo indicano una lucidità nel porsi come soggetto che vuole estendere una proposta organizzativa capace di diventare punto di riferimento in questa fase nell’ambito di queste istanze. La questione dell’accesso alle risorse, della possibilità di godere del prodotto del proprio lavoro, della volontà di impedire forme di devastazione dei territori che significano un attacco diretto alle proprie vite (nell’ambito della salute, della vivibilità dei territori, della riproduzione in ogni aspetto della vita), vengono tradotte in maniera chiara e vengono praticate sul campo, ricordando forme tipiche di movimenti come quello contro il tav o, in misura più ridotta, di tutte quelle esperienze territoriali che lottano in questa direzione, bloccando materialmente la realizzazione di progetti ecocidi e mortiferi.
Il calendario di Soulèvement de la Terre viene costruito di sei mesi in sei mesi e ne vediamo con interesse la volontà di inserire all’interno di esso la lotta contro il tav dal lato francese. A seguito della più recente attivazione dei comitati di lotta contro il tav locali, ricordiamo i blocchi dei camion in Val Maurienne, le rivendicazioni rispetto allo spreco di risorse idriche legate al cantiere del tav, la presenza di soggetti giovanili provenienti dalle dimensioni ambientaliste ed ecologiste, elemento di novità nel panorama della lotta al di là delle Alpi contro il tav, si sono date le condizioni perché Soulèvement de la Terre e gli e le attiviste lionesi e della regione interessata dal progetto Lyon-Turin, si organizzassero per proporre una manifestazione internazionale contro il tav. In Francia il progetto dell’alta velocità assume un interesse relativo agli occhi delle forze politiche in campo, risultando una palla al piede legata agli interessi italiani e dei fondi europei. Numerose dichiarazioni recenti hanno ribadito la passata centralità di tale opera per le istituzioni francesi, al di là della claque di Telt e dei suoi promotori. Ciononostante, la scelta di porre questa data all’interno del calendario offre un’opportunità importante per dare un segnale al governo italiano, incancrenito nella solita tiritera delle grandi opere dal tav al ponte sullo stretto, sottolineando come l’opposizione all’opera superi i confini nazionali.
Di seguito traduciamo l’appello per la manifestazione di giugno in Val Maurienne:
17 GIUGNO – MAURIENNE – MANIFESTAZIONE DI MONTAGNA PER FERMARE IL PROGETTO LIONE-TORINO
Affinché questo progetto non veda mai la luce alla fine del tunnel!
Da oltre 30 anni, un progetto ferroviario titanico, che prevede la perforazione di 260 km di gallerie attraverso i massicci alpini, anima la fantasia megalomane e squilibrata del consorzio TELT, “Lyon Turin Euralpine Tunnel”, alleato con decisori politici “visionari” e gruppi come Vinci Bouygues o Eiffage. Sebbene il trasporto merci sia in stagnazione dal 1994 e la linea esistente sia utilizzata solo al 20% della sua capacità di trasporto, TELT prevede di scavare 11 gallerie, tra cui la più grande d’Europa, il “Tunnel di base” di 57 km. E tutto questo per far risparmiare ai viaggiatori e alle merci solo 1 ora e 25 minuti tra Parigi e Milano. Un modo semplice per garantire decenni di succulenti progetti di costruzione, spinti da oltre 30 miliardi di denaro pubblico.
Un programma di distruzione massiccia delle Alpi. Oggi nella valle della Maurienne e in Val di Susa, sono iniziati i lavori preparatori per il tunnel di base. Già decine di sorgenti si sono prosciugate a causa dei lavori o hanno perso la loro portata, le falde acquifere sono state perforate e 1500 ettari di terreno agricolo saranno cementificati. Tutto questo per allestire le aree di costruzione, stoccare i milioni di metri cubi di macerie strappate alla montagna, aprire gli impianti di betonaggio e le cave necessarie per estrarre i materiali e costruire le gallerie.
Contro la Lione-Torino, una mobilitazione franco-italiana.
Da circa dieci anni, in Francia, collettivi e associazioni si mobilitano per dimostrare l’assoluta insensatezza di questo progetto. Ma questa lotta va oltre le frontiere! In Italia, il movimento popolare NO TAV lotta da 30 anni per preservare la sua valle, le sue montagne e la vita che vi brulica, nonostante la violenta repressione e la drastica militarizzazione dei territori. Mobilitazioni di 70.000 persone, blocchi dei cantieri, costruzione di spazi di vita comune all’interno o in prossimità dei cantieri, il movimento italiano è riuscito a rallentare la corsa frenetica di questo progetto arcaico! Prima dell’inizio della perforazione del tunnel di base, fermiamo questo progetto, prima che l’opera e i danni causati siano irreparabili!
Incontriamoci in massa il fine settimana del 17/18 giugno nella valle della Maurienne, per una determinata manifestazione internazionale!
Qui l’appello completo e il programma della 5 Stagione.
Di seguito la traduzione del comunicato di Soulèvement de la Terre :
𝟯𝟬 𝟬𝟬𝟬 persone manifestanzo a Sainte Soline nonostante la brutalità poliziesca per un avanzamento determinante verso la fine del progetto dei mega bacini.
Sabato 25 marzo, più di 30.000 persone si sono riunite nei pressi di Sainte-Soline all’appello della Confédération paysanne, di Bassines Non Merci e dei Soulèvements de la Terre, ma anche di più di 100 organizzazioni associative e sindacali, per approfondire una crescente mobilitazione popolare e porre fine ai cantieri dei mega-bacini.
Il giorno prima, il movimento contro i mega-bacini aveva già raccolto la doppia sfida di accamparsi nelle prime ore del mattino a pochi isolati dal bacino di Sainte-Soline, e di far passare il convoglio di trattori della Confédération paysanne aggirando le barricate della polizia attraverso il campo per raggiungere l’accampamento.
Sabato mattina, delegazioni internazionali, contadini, sindacalisti, naturalisti, attivisti per il clima e la condivisione dell’acqua si sono riuniti in massa e si sono poi divisi in tre cortei per dare il via a quella che è stata la più grande mobilitazione contro il bacino fino ad oggi.
Intorno ai simboli della fauna minacciata dai progetti di bacino, l’otarda, la lontra e l’anguilla, i manifestanti si sono mossi nei campi in un’atmosfera determinata, con molta creatività, audacia e unità, lontani dal cliché venduto da Gerald Darmanin di 1000 individui isolati che cercano la violenza. La Confédération paysanne, da parte sua, ha piantato 300 metri di siepi, essenziali per un modello agricolo a basso consumo di acqua e rispettoso della biodiversità.
Le 30.000 persone sono arrivate insieme ai piedi del cantiere di Sainte-Soline, che hanno circondato con le forze dell’ordine che si sono disposte lungo il suo perimetro. Migliaia di persone sono avanzate tenendosi per mano, altre si sono avvicinate in gruppo per abbattere i cancelli.
Anche se il corteo giallo è riuscito a fare brevemente irruzione nel cantiere, la violenza della polizia è stata sconcertante nella sua brutalità: si contano non meno di 200 feriti, e altri continuano ad arrivare. Tra questi, una quarantina di persone hanno ferite profonde date dalle schegge, soprattutto alle gambe e al volto, a causa delle granate disinnescate e dei colpi di LBD. Una dozzina di feriti gravi sono stati addirittura trasferiti all’ospedale universitario. Un manifestante è in coma con una prognosi in pericolo di vita, altri due hanno una prognosi funzionale. Questa violenza è assolutamente criminale quando sappiamo che si trattava solo di proteggere un cratere vuoto e di mantenere la faccia. Essa riecheggia in larga misura la brutale repressione subita dal movimento sociale contro la riforma delle pensioni.
Peggio ancora, la polizia ha ritardato il trattamento dei feriti bloccando i soccorsi a Sainte-Soline, nonostante fosse stato chiamato dai manifestanti già alle 13:00. Una persona in pericolo di vita ha dovuto aspettare più di un’ora prima che la prefettura autorizzasse il passaggio dell’ambulanza dopo le chiamate della Confédération paysanne e di Marine Tondelier.
Gli organizzatori denunciano gravi violenze alla persone, causate ancora una volta dalla polizia che ci ricordano il dramma di Sivens. Siamo preoccupati per questi feriti, la priorità è e deve essere quella di prendersi cura di loro. Va anche detto che, in vista della mobilitazione, la prefettura, il governo e persino Emmanuel Macron hanno alimentato la narrazione volta a criminalizzare il movimento anti-bacino e quindi a giustificare la violenza di cui sono stati oggetto i manifestanti oggi.
Prima di lasciare il cantiere, i manifestanti hanno scavato e disarmato una pompa e un tubo centrale del bacino di Sainte-Soline, mettendolo definitivamente fuori uso. Allo stesso tempo, la Confédération paysanne ha anche allestito una serra per aiutare un agricoltore ad avviare un’attività in un terreno vicino al bacino. Queste azioni dimostrano che, al di là dell’opposizione ai mega-bacini, è proprio un altro modello agricolo più resiliente, che condivide le risorse idriche e che è a misura d’uomo a essere difeso in questa lotta.
I manifestanti torneranno questa sera e domenica a Melle, un comune militante dove sono previsti festeggiamenti. La lotta per la condivisione dell’acqua continua, con tavole rotonde sulle devastazioni dell’agrobusiness, sulle lotte internazionali e sull’agricoltura contadina, ma anche riflessioni sulla continuazione e sulle alleanze del vasto movimento popolare contro l’accaparramento dell’acqua. Nei due giorni successivi sono previsti spettacoli per tutti i pubblici e concerti.
Continueremo a lottare, nonostante le intimidazioni e l’estrema brutalità usata dal governo. Questa data segna un nuovo e decisivo passo avanti che dovrebbe preannunciare l’arresto dei lavori e l’apertura di un dialogo sulla conservazione e la condivisione dell’acqua per l’imminente fine dei progetti dei mega-bacini.
Siamo rafforzati da questo sostegno massiccio e 4 volte più numeroso rispetto all’ultima mobilitazione, che è stata molto importante a Sainte-Soline. No bassaran !💪💪
Durante la giornata che ha preceduto il corteo del 25 marzo il movimento Soulevement de la Terre è riuscito a ottenere due importanti vittorie che hanno permesso lo svolgimento della manifestazione, di seguito la traduzione del comunicato del 24 marzo:
Due prime vittorie per il movimento anti-bacino che supera la polizia e si installa vicino al bacino di Sainte-Soline!
Questo venerdì 24 marzo, mentre la manifestazione contro i mega-bacini del fine settimana si preannuncia già storica e migliaia di persone convergono sulla palude di Poitevin, sono non una ma ben 2 le vittorie che il movimento anti-bacino ha già strappato al gigantesco dispositivo di 3200 poliziotti annunciato dal Ministero degli Interni.
Questa mattina presto, alle 7, quasi 200 persone e 7 trattori sono riusciti a riunirsi a Vanzay, a pochi chilometri da Sainte-Soline e ai margini della zona di manifestazione e divieto di circolazione, per allestire un grande accampamento. Il campo in questione si trova su un terreno legale e privato, con il consenso dell’agricoltore proprietario, e costituisce quindi un punto di partenza strategico per le azioni di manifestazione e disobbedienza civile, previste a partire da sabato mattina.
A poco a poco le migliaia di manifestanti attesi si sono uniti all’accampamento, aspettando il convoglio contadino di numerosi trattori che sarebbe arrivato nel pomeriggio e dimostrando che questa lotta per l’acqua riguarda davvero il modello agricolo.
Verso le 17.00, mentre la prefettura aveva vergognosamente deciso di bloccare il corteo di trattori e contadini, gli attivisti anti-bacino hanno contrattaccato e deciso di avanzare verso il corteo, per bloccare infine la linea ad alta velocità Poitiers-Bordeaux. Questa azione ha creato un diversivo sufficiente per il convoglio di trattori, che ha deciso di tagliare attraverso i campi per riuscire infine a superare il dispositivo e a raggiungere l’accampamento con tutti gli attivisti e i contadini!
Nel frattempo, a Melle, le delegazioni internazionali delle lotte per l’acqua sono arrivate per le due tavole rotonde sull’accaparramento dell’acqua e le lotte contadine, riempiendo la sala e preparandosi a unirsi alla mobilitazione del giorno successivo, come 7 convogli organizzati dalle grandi città circostanti.
Rafforzato da tutte le sue componenti e da questo doppio successo, il movimento anti-bacino è più determinato che mai e pronto per la massiccia manifestazione di domani. Non accetteremo un altro bacino, metteremo fine al cantiere di Sainte-Soline e stabiliremo una moratoria sulla condivisione dell’acqua per porre fine a queste prevaricazioni agroindustriali
A domani, e no bassaran!
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