Il cantiere del Terzo Valico di Arquata da ieri è ufficialmente chiuso
La ditta subappaltante Sif si è anche lamentata coi giornalisti della modalità con cui si lavorava: sul terreno consegnato non era stata fatta la bonifica bellica e mancava il via libera della sovrintendenza ai beni archeologici, il cantiere era privo di strada di accesso e parcheggio a causa dell’area ancora da espropriare in mano alla resistenza No Tav e su cui sorge il Presidio di Radimero. L’ennesima conferma che l’opposizione alla costruzione del Terzo Valico sta creando non pochi problemi alle ditte costruttrici e che la lotta dei cittadini sta dando risultati concreti.
Situazioni analoghe di ditte in fermento per i mancati pagamenti si riscontrerebbero in giro per tutte le valli interessate dal progetto e capiremo nei prossimi giorni se proseguirà l’ammutinamento nei confronti del Cociv. Davanti a questo tutti dovrebbero definitivamente prendere atto dell’assurdità dell’operazione Terzo Valico, un’opera inutile, priva di uno studio sul rapporto costi/benefici, devastante per il territorio e pericolosissima per la salute di tutti a causa della forte presenza di amianto. Un’opera che sottrae risorse alle vere opere utili come interventi contro il dissesto idrogeologico, messa in sicurezza di scuole e ospedali e moltissime altre opere di buon senso utili alle comunità locali.
Fermarli è possibile, fermarli come sempre tocca alle donne e agli uomini che da anni difendono la propria terra.
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