LA PRISE DE LA BASSINE! La lotta contro il bacino artificiale a Mauzè-sur-le-Mignon
3000 manifestanti contro il bacino artificiale si incontrano a Mauzè-sur-le-Mignon e smontano un “serbatoio della vergogna” e il suo sistema di pompaggio.
Comunicato di Soulèvements de la Terre, della Confèdèration Paysanne e di Bassines Non Merci.
Sabato 6 Novembre, più di 3000 persone e 20 trattori si sono incontrati a Mauzè-sur-le-Mignon per fermare i cantieri del mega bacino artificiale nella regione del Marais poitevin.
La manifestazione è stata chiamata da Bassines Non Merci (Coordinamento contro i bacini artificiali), la LPO (Lega per la protezione degli uccelli), la Confèdèration Paysanne (Coordinamento agricoltori) e Soulèvements de la terre (Coordinamento contro le nocività), ed ha vinto la sua scommessa nonostante le intimidazioni della prefettura, che aveva vietato l’evento, e di FNSEA (Sindacato degli imprenditori agricoli), che ha organizzato una contro manifestazione per impedire l’azione di protesta.
Agricoltori che vogliono proteggere le loro terre, amanti della flora e della fauna, abitanti dei territori che si stanno inaridendo hanno riempito la piazza del Comune, poi si sono mossi insieme per le strade di Mauzé, formando un corteo di più di 3000 persone. I manifestant e le organizzazioni per la difesa dell’ambiente hanno constatato al loro passaggio il prosciugamento del fiume Mignon, una situazione che potrebbe diventare permanente se i progetti del bacino artificiale si concretizzassero.
I manifestanti hanno poi collettivamente raggiunto il sito di un mega bacino artificiale illegale di 5 ettari (180000 m3), nonostante un forte dispositivo di polizia. Gli anti-serbatoio hanno dovuto passare dai campi, evitare i gas lacrimogeni e le manganellate, attraversare a piedi un corso d’acqua e superare vari sbarramenti di polizia ma sono infine riusciti ad entrare nel sito del “bacino artificiale della vergogna”, un serbatoio già condannato 5 volte dai tribunali.
Il sistema di pompaggio che alimenta il serbatoio attingendo direttamente alla falda acquifera è stato smontato e portato via da alcuni agricoltori. I manifestanti sono poi saliti sull’argine del bacino e ne hanno tolto il rivestimento telato, per renderlo “inoffensivo”.
Il serbatoio è stato svuotato e l’acqua restituita alla falda!
Dall’altra parte, solo qualche centinaio di persone ha risposto all’appello del FNSEA. di JA (Organizzazione di giovani imprenditori) e della Coordination rurale per… proteggere, altrove, un serbatoio vuoto , secco e morto come la loro visione dell’agricoltura, che distrugge i territori e il futuro dei nostri contadini.
Per Nicolas Girod, portavoce della Confederation paysanne, questa è “una completa e clamorosa vittoria, una dimostrazione del fatto che siamo un movimento popolare numeroso e forte, che si batte per un territorio dinamico e un progetto di società giusta a livello sociale ed ecologico.
Vogliamo avvertire i promotori di questi progetti di bacini artficiali: la nostra determinazione a batterci per una giusta ripartizione delle risorse idriche resta forte ed è tempo per voi di abbandonare i vostri progetti, altrimenti torneremo sempre all’attacco.
A Mauzé come altrove continueremo a sostenere che l’acqua è un bene comune e che il suolo non deve più essere avvelenato.
NO BASSARAN!
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