La sollevazione colorata dell’Agro Caleno
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Quando arrivi in una piazza e ti accorgi immediatamente che la gran componente del corteo che da lì a poco si muoverà è costituita da tante mamma e da altrettanti papà, in piazza con i loro figli, accompagnati a loro volta da maestre ed anche da diversi nonni e nonne, allora capisci che una piccola città di provincia esprime più consapevolezza, più determinazione, più progettualità politica di tanti altri centri urbani più popolosi e con grandi tradizioni di lotta.
Quando vedi, finalmente, in una piazza sorrisi, palloncini, bandiere di tanti comitati, canti, tammorre e tantissimi colori allora inizi a capire che forse sia ormai passato il tempo delle tante fiaccolate per la vita e marce funebri organizzate in queste ultime settimane dagli innumerevoli comitati spontanei sorti un po’ ovunque tra Napoli e Caserta grazie all’intervento di alcuni parroci che, sicuramente spinti da una genuina voglia di riscatto collettivo, non riescono però ad andare oltre a quella silenziosa e nera marcia.
Quando vedi che in testa al corteo sfilano le Mamma Calene, che tengono stretti per mano i loro figli, ti rendi conto che non servono tanti vip, attori, prime donne o capi popolo per costruire l’immaginario intorno ad una lotta e farla crescere mediaticamente. Per fare ciò, ci sono le comunità che vivono e lottano in quei territori, unitamente, portando nella stessa piazza tre, quattro generazioni diverse che scelgono insieme di resistere.
Quando vedi che un blocco stradale è effettuato da una quantità indefinita di bambini e bambine, sempre accompagnati dalle loro maestre e dalle loro mamme, che in un grandissimo cerchio giocano tra bandiere e canti popolari, con alle loro spalle quegli enormi tir pieni di qualsiasi merce che quotidianamente sfrecciano su quell’arteria stradale, allora ti rendi conto che la vera sollevazione sta nei loro sorrisi, nei loro volti e nei loro canti. Perché se oggi circa 2000 persone sono scese in strada a Calvi Risorta, piccolo comune in provincia di Caserta, per chiedere l’immediato blocco dei finanziamenti ministeriali già stanziati per la costruzione di una centrale a biomassa è anche per loro, è soprattutto per il futuro di quel territorio e delle generazioni future.
Il Comitato per l’Agro Caleno ha chiamato a raccolta, infatti, tutti coloro che nel corso di questi mesi hanno dimostrato la loro contrarietà al progetto della Iavazzi Ambiente di costruire quella centrale all’interno di una ex fabbrica in disuso dagli anni ottanta, attualmente sede esclusivamente di rifiuti urbani e di piccoli focolai tossici. Alla giornata hanno risposto in tanti da tutta la provincia, anche da Napoli e da Giugliano; ma oggi possiamo tranquillamente affermare che è stata la marcia della dignità di un’intera comunità, oggi è stata la rivolta dei bambini delle scuole elementari di tutta Calvi Risorta. Sono stati loro i veri protagonisti, con i loro cori spontanei e la loro voglia di continuare a vivere in un ambiente sottratto alla logica dominante del profitto a tutti i costi. Perché nell’Agro Caleno quella della centrale a biomassa è solo l’ultimo tassello di un progetto di devastazione ambientale iniziato più di venti anni fa, figlio di un progetto più ampio di distruzione di massa che vede la gran parte della Campania destinata a patire sotto bombe ecologiche, fumanti o interrate che siano.
Un corteo multiforme ed eterogeneo quello di oggi che ha attraversato tutta la cittadina di Calvi Risorta per terminare con un pacifico e colorato blocco stradale, durato per circa trenta minuti, che ha di fatto bloccato l’arteria principale di questo territorio, la strada statale Casilina che porta fino a Roma. Al termine del blocco stradale si è svolta una breve assemblea pubblica precisando quelle che sono le richieste del comitato ovvero: il blocco del progetto relativo alla costruzione della centrale nella struttura abbandonata della Ex Pozzi, il blocco immediato dei finanziamenti ministeriali già stanziati a tal fine e una richiesta di spiegazione riguardo tutti i disastri ambientali nell’Agro Caleno. Il comitato ha, inoltre, presentato un dossier costruito dal basso sulla devastazione ambientale che verrà presentato di volta in volta a tutte le comunità del territorio, passando per le scuole, le parrocchie, per le piazze. I manifestanti hanno, infine e probabilmente ottenuto, un incontro con l’Assessore Regionale all’Ambiente Giovanni Romano.
Il futuro della Campania intera sta nelle piazze, nelle strade, nelle assemblee di questa meravigliosa regione ed oggi quelle mamme, quei bambini e i tanti attivisti presenti hanno dimostrato che una piccola cittadina di provincia ha la capacità di sollevarsi in maniera collettiva e creativa, senza divisioni e senza capi popolo. In queste terre di provincia le comunità stanno imparando a difendersi da sole e a non delegare più le loro decisioni a chi ha devastato e distrutto l’intero territorio. Da queste comunità c’è solo da prendere esempio.
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