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Libertà per Giorgio Rossetto e per tutti i militanti No Tav!

di Valerio Evangelisti

 

Chiunque guardi le trasmissioni televisive “Report”, “Presa Diretta”, “Servizio Pubblico” assiste a un’impressionante rassegna di rei e di reati. Corruzione, collusioni, contiguità alla mafia, ruberie varie, traffico di stupefacenti, addirittura sospette complicità in omicidi o nel commercio di prostitute. Eppure quasi tutti costoro sono a piede libero.
Non lo sono, invece, Giorgio Rossetto e altri otto militanti No Tav. Colpevoli di cosa? Di avere reagito al tentativo di sfigurare la Val di Susa con un tunnel costosissimo, inutile e dannoso per l’ambiente. Di avere partecipato a una protesta che si è fatta “offensiva” (con ciò che si raccattava in terra) dopo che, dall’altra parte, si aggredivano i manifestanti con lacrimogeni messi al bando dalle convenzioni belliche, per la loro tossicità potenzialmente letale. Oppure li si bersagliava dall’alto con pietre, come dimostrato da riprese col cellulare.

Teniamo presente il dato di fondo. Gente disarmata, o poveramente armata, cerca di preservare un ambiente a cui vuole bene. Sul fronte opposto si procede a squadroni, a manganellate, a gas letali. Fanno anche un feriro grave: un giovane che aveva osato inerpicarsi su un palo della luce.
In seguito diffondono, come prova di innocenza, un video da cui sono state espunte con cura le circostanze del ferimento. Le conosciamo grazie a Radio Black Out. Andava sempre più in alto a causa di un poliziotto che si inerpicava dietro di lui. Per catturarlo? Sembra improbabile, vista la dinamica. Forse intendeva semplicemente farlo cadere.
In effetti è caduto, folgorato dall’alta tensione.

Torno a Giorgio Rossetto. Perché in particolare lui, quando gli arrestati No Tav ancora in prigione sono nove? Perché, nel carcere di Saluzzo, è sottoposto all’articolo 41 bis. Una porcheria escogitata per mafiosi e terroristi conclamati. Isolamento, contatti con i familiari una volta al mese, ora d’aria limitata a due passi in un bugigattolo. Pare che il sovraffollamento carcerario lo imponesse, almeno dicono. Ma perché proprio Giorgio?
Cos’ha fatto Giorgio?
Ha difeso una valle che voleva restasse verde.
Ogni volta che vedrete predicare in tv il procuratore Caselli, promotore di questa oscenità, dimenticate i suoi eventuali meriti passati. Si è scelto un futuro diverso, di sostenitore degli scempi ambientali e di persecutore di chi li combatte.
Immagine triste, che gli resterà appiccicata addosso. Mi dispiace per lui.

 

da: www.carmillaonline.com

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