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NO TAV: la solidarietà europea corre ad alta velocità!

 

Un percorso partito dalla firma della Carta di Hendaye il 23 gennaio 2010, proseguito successivamente con la costruzione della Giornata Europea contro le Grandi Opere Inutili dell’11 dicembre 2010, ed il Forum Tematico dal 26 al 30 agosto 2011 a Venaus e Bussoleno, successivo allo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena e all’assedio del non cantiere.

 

Un portato costituente e di lotte costruito negli anni e che poggia sulle basi reali di chi i propri territori li vive e vuole difenderli: già nella manifestazione nazionale del 25 febbraio la risposta migliore alla vuota retorica della realizzazione di un corridoio ferroviario Lisbona-Kiev sempre più evanescente era la presenza di bandiere greche e delegazioni dei comitati No TGV francesi e No S21 tedeschi.

 

Davanti agli arresti, al ferimento di Luca, alle cariche ed alle violenze delle forze dell’ordine la risposta delle realtà europee è stata poderosa: da tante piazze e tante metropoli è venuta fuori la solidarietà più bella, quella che non solo informa e denuncia, ma che trasforma l’atto repressivo in occasione di lotta, inchiesta del proprio territorio e tessitura di rete sociale contro la crisi.

 

Raccogliamo così testimonianze e report dalle iniziative solidali svoltesi da lunedì 27 ad oggi le quali, pur contenute nei numeri, qualitativamente sembrano alludere ad un nuovo passaggio di quell’internazionale, anzi transnazionale, delle lotte a venire già aperta dai sommovimenti arabi, dalle acampadas spagnole, dai movimenti occupy statunitensi, dalla Grecia in fermento.

 

 

 

CATALOGNA

Svariate iniziative di solidarietà si sono susseguite a Barcellona a partire da fine febbraio. Anche la metropoli catalana è scesa al fianco di oltre 60 città italiane nel giorno del ferimento di Luca Abbà, con un presidio davanti alla sede del Consolato Italiano ed un corteo, bissato il 29 febbraio con il successivo blocco della centrale Calle Mallorca.

Sempre il 29 il presidio No Tav – attraversato da precari e studenti, esponenti della comunità italiana e piattaforme di lotta per i beni comuni come “Salvem el 2 de Maig” (battutasi contro la chiusura e la privatizzazione dell’omonimo ospedale cittadino) – ha partecipato allo sciopero generale dell’università, riconoscendosi nella stessa battaglia contro l’austerità ed i tagli ai servizi sociali promossi dai governi nazionale e locale. Decisa la volontà di connettere queste lotte con quelle dei comitati baschi e catalani contro l’alta velocità No Aht e No Ave, e forte solidarietà ai No Tav anche da parte dell’Acampada Barcelona del Movimento 15-M – come peraltro avvenuto a seguito gli arresti del 26 gennaio.


FRANCIA

Per dare visibilità anche a Parigi all’ampia mobilitazione italiana del 27 febbraio, il giorno successivo è stato esposto alla Gare de Lyon un grande striscione NO TAV accompagnato dalla distribuzione di volantini informativi.

A seguito di successive riunioni è stata indetta per sabato 3 marzo un’iniziativa solidale presso la Piazza del Centre Pompidou, il cuore del quartiere culturale del Beaubourg. Molti/e italiani/e tra i cento solidali accorsi al presidio da cui, dopo una partecipata assemblea, è partito un corteo per le vie del centro; slogan e blocchi del traffico hanno interrotto la routine dei passanti, molti dei quali si sono fermati a chiedere maggiori informazioni su un argomento, quello della Torino-Lione, evidentemente all’oscuro dell’opinione pubblica della capitale francese.

Un nervo, quello del silenzio mediale sulle istanze del movimento No Tav (per non dire della loro aperta criminalizzazione, come accade in Italia) messo a nudo dalla successiva azione dei solidali parigini, che il 6 marzo sono andati ad occupare la sede RAI di Rue de Boccador, da cui è stato diffuso un fax di sostegno alle mobilitazioni italiane.   

Ancora più significativa è stata la volontà dei partecipanti alla campagna di rafforzare il dibattito ed il coordinamento con le altre realtà impegnate nelle lotte ambientali francesi: dal movimento contro il nucleare (che ha lanciato una manifestazione per domani), ai comitati contro l’aeroporto di Notre Dame de Landes (Nantes) ai No TGV savoiardi (già presenti con una delegazione alla marcia Bussoleno-Susa del 25 febbraio).

Azioni dirette a Lione, con il sanzionamento del Consolato Italiano e l’occupazione dei binari della stazione da parte di una trentina di manifestanti, che vi hanno depositato materiali vari bloccando la circolazione per un’ora.

IRLANDA

Riportiamo integralmente la corrispondenza di Alessandro, un compagno No Tav partecipe della costruzione di una piccola, ma significativa, iniziativa a Dublino:

“Lo scorso sabato 3 Marzo, come in moltissime altre città europee, anche Dublino è stata teatro di una manifestazione di soliderietà con il movimento NO TAV. In Irlanda le notizie riguardanti le realtà di lotta italiane fanno spesso fatica a filtrare, a differenza di quelle provenienti da paesi anglofoni. Ne è testimonianza il silenzio di “Shell to Sea”, un movimento che si oppone alla costruzione di una centrale per l’estrazione di gas naturale sulla costa ovest dell’Isola da parte della multinazionale Shell, e che, nel contesto irlandese, presenta le maggiori affinità con NO TAV.
Con l’obiettivo dare maggiore visibilità ad una lotta le cui dimensioni e implicazioni sono tutt’altro che limitate ad una valle, ma si inseriscono in un contesto europeo sempre più segnato dalle cosiddette politiche di austerity che, nella crisi, salvaguardano lo strapotere delle elites sulla pelle dei cittadini, uno sparuto gruppo di compagni e compagne residenti a Dublino ha deciso di lanciare quest’ iniziativa.
Nonostante l’evento sia stato ampiamente promosso sui social network la partecipazione è stata bassa. Alle due del pomeriggio nel punto d’incontro prefissato, una piazzetta sualla Ormond Quay in una zona molto trafficata del centro di Dublino, erano presenti poco più di dieci persone. Per circa un’ ora siamo rimasti lì distribuendo volantini e dando ulteriori informazioni ai passanti che si fermavano incuriositi. Successivamente abbiamo deciso di muoverci e il volantinaggio è continuato in un’altra zona del centro. La giornata si è conclusa a Dame Street nel piazzale adiacente alla Central Bank dove sono accampati gli attivisti del movimento Occupy di Dublino.
A mio avviso l’ esito dell’ iniziativa è stato positivo nonostante il livello basso di partecipazione. Oltre all’ azione informativa, abbiamo costituito un nodo del network di solidarietà internazionale che si è venuto a creare nelle ultime settimane. La speranza è che queste manifestazioni possano dare forza e coraggio a coloro che stanno lottando in Val di Susa dovendosi confrontare con la reazione sempre piu violenta ed oppressiva degli apparati dello stato.”

PAESI BASCHI

Anche i Paesi Baschi vedono da lungo tempo contrapporsi le popolazioni locali agli interessi che ruotano attorno alle tratte locali dell’alta velocità europea: ed il livello di repressione toccato in Italia non poteva non essere notato e denunciato da un tessuto sociale ricco e vivo, innervato da decine di comitati, collettivi, associazioni e gaztetxes (centri sociali). La prima città in Euskadi a mobilitarsi è stata Iruñea, dove il 2 marzo il movimento No Tav basco (AHT Gelditu Elkarlana) ha convocato un presidio di sostegno alla popolazione valsusina, in forte vicinanza ad essa ed alla famiglia di Luca. Nel contempo era arrivato il comunicato solidale del network di Askapena, presente anche al fianco dello spezzone No Tav al corteo internazionalista “Tanti popoli, un’unica lotta!” del 3 marzo a Milano.

 

In quello stesso giorno, una trentina di dimostranti si è assembrata davanti alla altStazione Ferroviaria di Donostia esponendo uno striscione: “Val Susa Elkartasuna (solidarietà, N.d.R.): A Sarà Dura!”Anche a Bilbao il 6 marzo 50 attivisti del movimento No Aht si sono riuniti nel cuore della Piazza Circular: “Ez, ez hemen ez inon – No, né qui, né altrove”.  

Una quattro giorni che prelude ad un vasto calendario di incontri divulgativi, presidi e manifestazioni contro le devastazioni ambientali provocate dalle grandi opere dell’AHT in programma da qui ad aprile ed oltre.

 

 

REGNO UNITO

Sabato 3 e domenica 4 marzo due azioni hanno dato visibilità alla causa No Tav: la prima ha visto una cinquantina di persone presentarsi al Consolato d’Italia ad Eaton Place, affiggendo sulle sue inferriate cartelli solidali in italiano ed inglese e dando vita ad un momento comunicativo; mentre nel secondo caso un gruppo di dimostranti ha srotolato uno striscione dai piani alti del Museo Internazionale di Arte Contemporanea della Tate Modern in sostegno ai valsusini, agli arrestati e a Luca.

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UNGHERIA  

Altra grande capitale dove passerà il TAV è Budapest, in un’Ungheria sempre più schiacciata tra l’incudine dell’austerità neoliberale europea ed il martello di un regime parafascista, razzista ed autoritario. Nonostante gli ostacoli soggettivi ed oggettivi posti da questo scenario, alcune solidali No Tav hanno indetto il 29 febbraio un meeting informativo al Siraly Café per ripercorrere la storia del movimento, alla presenza di esponenti di gruppi antifa, collettivi di genere ed esponenti studenteschi. Dal meeting è uscita la proposta di un presidio davanti all’Ambasciata Italiana per sabato 3 marzo, in contemporanea con diverse altre città europee. L’iniziativa (che ha visto riunite varie realtà di movimento e della società civile ungherese) è continuata per tre ore, ravvivata dalla musicalità della Samba Action del collettivo Rythms of Resistance.


E non solo Unione Europea…segnalati striscioni, cortei ed iniziative comunicative in Svizzera, Ucraina, Chiapas, Perù…No Tav, No Border!

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Ringraziamo Alessandro, Alfredo, BabaJaga, Floriana, ItalyCalling, Valeria e tutte e tutti quanti hanno collaborato con noi alla realizzazione di questo speciale.

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